OMAGGIO AD UN GRANDE COMPOSITORE ED AD UN GRANDE UOMO: LU FRASULINU DI DOMENICO MODUGNO

 

 

[audio:https://www.neldeliriononeromaisola.it/wp-content/uploads/2011/12/LU-FRASULINU-omaggio-a-Domenico-Modugno.mp3|titles=LU FRASULINU – omaggio a Domenico Modugno]

fare doppio click

EX PALAZZO MUNICIPALE  DI SAN PIETRO VERNOTICO

 

 

Interamente in dialetto vernacolo sanpietrano, è la storia vera di un personaggio di San Pietro Vernotico, una sorta di scemo del paese, che per divertire il popolo mangiava vetri rotti, chiodiricci, e persino una volta un topo dentro un panino, quasi sempre ubriaco, gridava al centro del paese:

« Io sono una lampadina, accendimi »

…ed un paesano gli dava uno schiaffone…

« spegnimi »

…e se ne prendeva un altro, poi raccoglieva qualche spicciolo, lo spendeva in osteria, ed andava alla fine a dormire alla stazione, non prima di esser passato davanti alla stazione dei Carabinieri per insultare il maresciallo.

Finché, una mattina, fu trovato dentro ad una pozzanghera congelata…..era morto assiderato con un vago sorriso sulle labbra.

 

Ritornato al suo paese per espletare il servizio militare, poi riparte per Roma desideroso di iniziare quella carriera artistica che a Torino non è stato capace di trovare. Partecipa al concorso per attori al Centro Sperimentale di Cinematografia, dove viene ammesso e dove poi vincerà una borsa di studio come migliore allievo della sezione di recitazione. Qui conosce Riccardo Pazzaglia, allievo della sezione di regia, che sarà futuro scrittore e giornalista, e paroliere di alcune memorabili canzoni di Modugno, eccetera. Si trova on line ed è interessante.

Qui riporto solo che aveva fatto la campagna elettorale contro il divorzio con il PSI, e che in seguito, nel 1986, al tempo di Craxi, era passato ai radicali diventando deputato.

 

 

ADESSO RIPORTO IL

RACCONTO CHE FA ENRICO DEAGLIO” (NEL LIBRO “PATRIA”                                                            1978-2008, ed. Il Saggiatore)

DELL’INTERVENTO DI DOMENICO MODUGNO ALL’OSPEDALE PSICHIATRICO DI AGRIGENTO.

Volare in manicomio

 

da Marzo ad Ottobre del 1988: il seguito della legge ‘Basaglia’:

 

“… La legge che porta il suo nome ha compiuto dieci anni; lui, Franco Basaglia è morto da otto. Ma la chiusura dei manicomi con la liberazione di lOOmila pazienti, è avvenuta davvero? Le risposte ufficiali sono vaghe, si parla di «residui manicomiali» ancora da sistemare, di gradualismi necessari.

Il deputato radicale Franco Corleone, per verificare la situazione, intraprende un viaggio-inchiesta; gli dà sostegno il collega senatore radicale Domenico Modugno, il famoso «Mr. Volare» che è purtroppo costretto in carrozzella per un ictus che lo ha colpito; lo accompagnano il giornalista Gad Lerner e il fotografo Franco Zecchin che documenteranno il viaggio per il settimanale L’Espresso.

Ciò che scoprono, specie nei manicomi della Calabria e della Sicilia, è sconvolgente: abbandono, incuria, maltrattamenti, ruberie amministrative. Calcolano che il «residuo» interessi tra le 30 e le 40mila persone. Ma lo shock più grande arriva quando si presentano, inaspettati, all‘ospedale psichiatrico di Agrigento e riescono a entrare in padiglioni che sono tenuti fuori dalla vista del pubblico. Un panorama di infamia e di desolazione si apre davanti ai loro occhi: circa quattrocento pazienti nudi tra i loro escrementi, cani randagi, donne senza età entrate quando erano bambine troppo vivaci. Gatti e mosche giganti stanno intorno al cibo, il lezzo è quello della discarica pubblica con aggiunta di esseri umani.

I medici forniscono una spiegazione, però: hanno catalogato le vittime. Ecco i «laceratori», che si strappano le vesti; ecco gli «agitati», i «violenti» che devono essere tenuti legati, i «pericolosi». Entra anche Domenico Modugno, qualcuno lo riconosce, uno di loro ha una compilation delle sue canzoni più famose su un magnetofono e l’artista che ha conquistato il mondo ne è felice. Si trovano le cartelle cliniche: duecento degenti sono morti negli ultimi undici anni, molti dei quali per un’ epidemia di tubercolosi.

Si esaminano i conti: quello che viene pagato dalla Regione per le rette fa a pugni con i servizi forniti. Davanti allo scandalo, la regione Sicilia commissaria l’ospedale e provvede a immediati miglioramenti che lo rendono accettabile. In dimostrazione di buona volontà e ottimismo, viene convocata una festa al palazzetto dello sport di Agrigento, i degenti vengono trasportati in pullman, a ognuno -laceratori, agitati … -la direzione ha messo in testa un cappellino.

Domenico Modugno è sul palco. Con enorme fatica riesce ad alzarsi e ad arrivare al microfono. Comincia a cantare, mentre tutti piangono. È l’ultimo concerto del cantante italiano che più ha rappresentato il talento popolare, il gusto per la libertà e un gioioso attaccamento, specie al vertice del successo, a valori come radici e giustizia, uniti, per l’appunto, al sogno fanciullesco di volare.

 

dal libro di Enrico Deaglio: Patria 1978 – 2008

 

(Dal “Corriere della sera” 2 FEBBRAIO 97)

NELL’ 88 DOMENICO MODUGNO NE AVEVA DENUNCIATO LE CONDIZIONI DISUMANE, UNA STORIA COSTELLATA DI MORTI SOSPETTE

Manicomio lager: tutti assolti

Sentenza choc sull’ ospedale di Agrigento.

 

Condividi
Questa voce è stata pubblicata in GENERALE. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *