25-05-12 ore 15:19-16:19 fine articolo /prima parte invece : ore 13:30 TG la 7 del 25 maggio: un olgettina dichiara al processo b.b. (benito berlusca): “MI SONO TRAVER/STIDA DA ILDA BOCASSINI PERCHE’ LUI POTESSE DIVERTIRSI INCULANDOLA ALMENO “IN EFFIGIE” MENTRE NELLA REALTA’…A VJEREMU, COME DICE IL BOLOGNES NEMO.

 

ch. . ILDA BOCASSINI NEL SUO “INTELLIGENTE” FURORE DI MASTINO RAZIONALE INCUBO E SOGNO DI TUTTI I MASCHI ITALIANI E MAGARI DI DONNE CHE NON MI HANNO, PERO’, DATO NOTIZIA. SUL MASCHIO ITALIANO FRUSTRATO PERENNEMENTE – PERCHE’ “DI TUTTE PROPRIO TUTTE” ANCHE LUI COSI’ POTENTE NON RIESCE A DAR CONTO  AHIME’, HO RACCOLTO TESTIMONIANZA DA UNO SOLO …a voce viva CHE STRAPARLAVA DI STIVALI FRUSTE BORCHIATE CATENE…MENTRE la sua, di voce,  ANDAVA IN MORENDO (ANCHE LEI).

 

FRASE DI FREUD A SUPERMEMORIA: ” Non ci può essere nulla di più attraente sessualmente di una donna con una forte componente maschile”

info. (per Freud nasciamo bisessuali e poi…e poi…un’altra storia)

 

cattiveria di ch. detta alla do: “nell’ultima foto non vi sembra un po’ Toto’…? pardon, gli idoli sono e devono restare idoli…come gli incubi reali!)

 

La Do, poeta di origine greco-dionisiaca: “Non c’è come la passione sfretata imbrigliata dalla una ragione ferrea e, insieme, flessibile…sì perché il diritto alla perfezione appartiene agli umani, non solo agli dei!…ci vorranno mille per imparare, ma gli dei saremo noi un giorno saremo noi…!”

 

NOTA COLTA:  sul tema dell’immortalita’ umana vedi Edgar Morin, Mes démons” (1994)

notizie nella nota. 2.

 

 

 

nota 1. Ilda Boccassini

 


Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

 

 

Ilda Boccassini (Napoli7 dicembre 1949) è un magistrato italiano, Procuratore Aggiunto presso il tribunale di Milano.


Biografia

Dopo la laurea in Giurisprudenza entra in magistratura, con funzioni effettive, nel 1979 prestando servizio dapprima alla Procura della Repubblica di Brescia, e ottenendo poco dopo il trasferimento alla Procura della Repubblica di Milano. Si occupa, quasi subito dopo il suo arrivo a Milano, di criminalità organizzata.

Nel 1982 fu sottoposta a un procedimento disciplinare del Consiglio Superiore della Magistratura poiché sorpresa in effussioni sentimentali davanti il Palazzo di Giustizia di Milano, con un giornalista della testata politica Lotta Continua. Il procedimento disciplinare fu annullato perché il fatto non fu considerato influente sulla professione di magistrato.

La sua prima inchiesta di rilevanza nazionale viene denominata Duomo Connection e ha come oggetto l’infiltrazione mafiosa nell’Italia settentrionale. L’inchiesta è portata avanti con la collaborazione di un gruppo di investigatori guidati dall’allora tenente Ultimo, il capitano divenuto poi famoso per l’arresto di Totò Riina. Sono gli anni delle prime collaborazioni anche con il Giudice Giovanni Falcone, che sfoceranno in un legame di profonda amicizia.[1]

All’inizio degli anni novanta entra in rotta di collisione con altri colleghi del pool antimafia milanese, ne viene estromessa dall’allora Procuratore Capo Francesco Saverio Borrelli[senza fonte], ma porta comunque a termine il processo sulla Duomo Connection. Dopo le stragi di Capaci e Via D’Amelio, nel 1992, chiede di essere trasferita a Caltanissetta dove rimane fino al ’94 sulle tracce degli assassini di Giovanni FalconePaolo Borsellino.[2] Collabora nuovamente con Ultimo alla cattura di Riina e scopre, in collaborazione con altri magistrati applicati a quelle indagini, mandanti ed esecutori delle stragi Falcone e Borsellino. Dopo una breve parentesi alla Procura di Palermo torna a Milano e, su richiesta del Procuratore Borrelli, si occupa dell’inchiesta denominataMani pulite subentrando ad Antonio Di Pietro dimessosi dalla magistratura il 6 dicembre del 1994.[3] Collabora, quindi, con i colleghiGherardo ColomboPiercamillo DavigoArmando SpataroFrancesco Greco, seguendo in particolare gli sviluppi delle inchieste riguardanti Silvio BerlusconiCesare Previti[senza fonte].

Continua ad operare presso la Procura di Milano dove si occupa di indagini sulla criminalità mafiosa e sul terrorismo. Ha diretto a partire dal 2004 le indagini della DIGOS che il 12 febbraio 2007 hanno portato all’arresto di 15 sospetti appartenenti all’ala movimentista delle Nuove Brigate Rosse, denominata anche Seconda Posizione. Secondo l’accusa, la presunta organizzazione terroristica, operante nel Nord Italia, stava preparando attentati contro persone e aziende. Il 28 maggio 2009 il Plenum del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) l’ha promossa alla funzione di Procuratore aggiunto presso il Tribunale di Milano.[4]

Attualmente indaga sul caso riguardante l’affidamento di una giovane donna marocchina, definito giornalisticamente caso Ruby, nota negli ambienti della politica e della moda, che avrebbe compiuto alcuni furti.[5] L’inchiesta interessa, tra gli altri, l’ex presidente del Consiglio dei Ministri italiano Silvio Berlusconi che, secondo l’accusa, avrebbe esercitato indebite pressioni sulla questura di Milano per ottenere suo rilascio e che l’avrebbe pagata in cambio di prestazioni sessuali quando era ancora minorenne.[6] A causa di quest’incarico e di altre attività che hanno impegnato le procure della Repubblica nelle indagini su Silvio Berlusconi per reati qualiconcorso esterno in associazione mafiosaprostituzione minorileconcussionecorruzionestrageappropriazione indebitatraffico di drogariciclaggio di denaro sporcoabuso d’ufficiofrode fiscalefalso in bilancio, Berlusconi la ha indicata fra gli appartenenti ad una frangia della magistratura, da lui definita “sovietica” e “comunista“.

È stata, infatti, oggetto di numerosi attacchi da parte della stampa quotidiana. Tra questi si ricorda l’attacco da parte de Il Giornaleche, su indicazione[7] di Matteo Brigandì, componente del CSM, citato poi in giudizio per la diffusione dell’informazione stessa, all’inizio del 2011, ricorda che nel 1982 il magistrato era stato sottoposto a provvedimenti disciplinari a causa di atteggiamenti personali[8] concludendo quindi che la Bocassini non avesse l’autorità morale per condure le indagini su Berlusconi.

Nel dicembre 2011 viene inclusa dalla rivista statunitense Foreign policy[9] al 57º posto nella lista delle personalità nel mondo che nel corso del 2011 hanno influenzato l’andamento del mondo nella politica, nell’ economia, negli esteri[10].

 

 

nota colta 2.       EDGAR MORIN

 

 

chiara si permette, di scrivere:

 

Edgar Nahoum detto Edgar Morin (Parigi8 luglio 1921) è uno dei nomi attorno cui ruota la seconda meta’ del Novecento e, ancor più, la prima metà del XXI secolo nostro… sempre che uno abbia “necessità”(motivazione)  di “odorare” e, se può, “conoscere” sia l’aria che tira, e che comunque respira (magari disorientato), che il terreno su cui appoggia i suoi adorabili piedini …aria e terreno XXI…di cui  è “parte essenziale” questo straordinario “essere umano” ,che è sicuramente una delle “non troppe” arie e terreno che respirano di futuro e di avanguardia.

 

PS. 1. non posso dire “poche”, visto che la maggioranza di loro, le avanguardie, in tutti i campi, come per il passato, a noi pobri nanìn, ci sono oggi sconosciute.

 

PS 2. IMPORTANTE:

 

se non lo conoscete di persona in teatri o televisioni, non badate assolutamente a quelle brutte facce di Edgar Morin  che vedete pubblicate qui sotto dall’editore Meltemi, nè a quelle che sono sul bel blog “Libere recensioni” (copertina del libro):

 

guardate a che qui!  ho trovato quest’altra!
Sembra-direbbe la do- in questa foto, un dinosauro sopravvissuto…be’ l’età dei dinosauri ce l’ha tutta!

 

Edgar Morin nel suo intervento al ForumLibération (2008)

 

 

ho, invece, avuto la fortuna di vederlo a Milano circa due anni fa e, mi pare, molto più recentemente da Fazio (RAI 3, sabato-domenica ore 20:10; ciclo di quest’anno già concluso) : è una persona solare, amorosa, pacciocca di sole e amore per sé

(fondamentale passaggio, questo, dell’amore di sé, anche se è la solita traversa chiaresca che confonde il filo del discorso: come dice LA BIBBIA- quasi sicura che è sull’Antico Testamento prima che sul Vangelo- : “AMA GLI ALTRI COME TE STESSO”: … l’amore per sé è “sine qua non” per non andare a finire di lastricare l’inferno con le nostre “buone” intenzioni!


– interpretazione-ammetto-  che è di ch. ma costei  è in grado di spiegarla con osservazioni e testi suoi, prima di tutto – in ordine di tempo – e, soprattutto -in ordine di valore- dei suoi “maggiori” o “testi sacri” della psicoanalisi).

 


e per tutti gli uomini…umanità compresa!, oltre alla Terra e all’universo tutto

 

come “non” direbbe Linus (“amo immensamente l’umanità, è la gente che non sopporto!”) Schultz

 


 

17 GENNAIO 2010

“I miei demoni” di Edgar Morin, Meltemi 1994


di Gianni Quilici 

 

nota ch.: mi dispiace molto, oggi non ce la faccio ad evidenziare e sottolineare, chi può avere interesse se lo dovrà leggere così, non ho più tempo né culo (artrosi reumatismi vari): “lui”, infatti,  “si è fatto marmo”… senza più circolazione, un cubo grosso grosso di ghiaccio che, perdonate, devo proprio scodinzolarlo perché il gelo aumenta i reumatismi. grazie, ch.

 

 

E’ un’autobiografia, senza poterlo essere fino in fondo per ragioni di privacy. E’ una storia in divenire di pensiero e di azione punteggiata da diverse tappe: ognuna di queste individua limiti, approfondisce, muta idee e percorsi.
E’ un laboratorio intellettuale e culturale, incredibilmente colto e incredibilmente umile, che sceglie la contraddizione come metodo di pensiero, la complessità come filosofia, la Terra-Patria come orizzonte.

Va letto e pensato. Impossibile sintetizzarlo. Possibile soltanto lasciare qualche suggestione.

La contraddizione come lettura del mondo e di se stessi in un incessante divenire: empirico e teorico, concreto e astratto, singolare e universale, fenomeno e contesto, religione e ragione, vita e morte, unione e divisione, concordia e discordia, realtà e irrealtà, biologia e cultura, cerebrale e psichico, razionale e irrazionale, orrore e stupore, morale e amorale…

La complessità, un pensiero, cioè, che mette in relazione ciò che, muovendo da origini diverse e molteplici, forma un tessuto unico e inscindibile. Morin pone in connessione le due culture principali, quella umanistica con quella scientifica, integrando tra loro quattro apporti principali:
la tradizione filosofica, che, nata in Occidente con Eraclito, prosegue con Nicola Cusano, Pascal, Hegel, Marx e arriva ad Adorno e Jung, sino a trovare un proprio prolungamento scientifico in Bohr, Godel, Lupasco; l’apporto delle tre teorie (dell’informazione, cibernetica, dei sistemi), nonché delle teorie dell’auto-organizzazione e dell’auto-produzione; la riflessione filosofica sulla natura della scienza: da Husserl ad Heidegger; la riflessione sulla prima rivoluzione scientifica del XX secolo nata con l’irruzione dell’incerto e quella sulla seconda rivoluzione scientifica in corso: dall’ecologia scientifica alle scienze della terra, alle cosmologie. Con la consapevolezza che la conoscenza complessa non ha termine, perché è incompiuta e interminabile. Dietro di essa c’è l’indicibile e l’inconcepibile.

E’ anche un’autobiografia morale, che diventa essa stessa una parte importante della filosofia stessa. Morin la definisce auto-etica e consiste nella capacità del singolo individuo di autonomizzare l’etica, fondandola esclusivamente su se stessi, sullo scrupolo dell’autocritica, sulla consapevolezza della complessità e delle tante possibili derive umane, sulla morale della comprensione e sull’etica della comunità.

Dall’etica della comunità Morin prende l’ipotesi più affascinante da perseguire nella nostra epoca, l’idea di Terra-Patria, di estendere, cioè, l’etica di comunità a tutti gli esseri umani, ben sapendo che l’identità del nostro universo è la catastrofe, sia per la straordinaria deflagrazione che l’ha fatto nascere che per le forze di dispersione, disintegrazione, collisione, esplosione, distruzione, che lo dominano. A questa crudeltà fisica del mondo si unisce la crudeltà terrificante nelle relazioni fra umani, individui, gruppi, etnie, religioni, razze. Nell’uomo tuttavia convivono la crudeltà del mondo e la bontà. Da qui nelle ultime pagine l’appello a resistere. “Resistere innanzitutto a noi stessi, alla nostra indifferenza e disattenzione, al nostro lassismo e al nostro vittimismo, alle nostre cattive pulsioni e meschine ossessioni”. Resistere in nome e con amicizia, carità, pietà compassione, tenerezza.

Edgar Morin trasmette una filosofia ed una personalità complesse, che non finiscono mai di interrogarsi, perché sono curiose ed aperta a tutto, toccando sia le corde della ragione più sottili, che anche quelle dei sentimenti. In questa continua sintesi, che egli opera tra fisico e psichico, tra materia e esseri viventi, l’orizzonte che ha sempre presente è la nostra felicità.

Pur essendo Morin un intellettuale geniale è al tempo stesso umile, perché la sua è la genialità del lavoratore, di chi con fatica, ma con una inflessibile determinazione, illumina. Il contrario, per esempio, di Jean Baudrillard, in cui, spesso, si coglie il desiderio di stupire con acrobazie intellettuali non sempre rigorose o necessarie.

Il limite? Il bisogno forse di comunicare è così necessario, che ci sono nel libro delle riprese degli stessi concetti. Non si può parlare banalmente di ripetizione, ma è indubbio che una maggiore asciuttezza avrebbe reso più fluida la lettura.

Edgar Morin. I miei demoni. (Mes démons). Traduzione di Laura Pacelli e Antonio Perri. Meltemi. Pag. 255.

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Edgar Morin
I miei demoni
I miei demoni è un libro unico: autobiografia, saggio di alto rigore, professione di fede, confessione intima in cui ritroviamo la vita privata, le esperienze politiche e le fasi intellettuali di uno dei grandi testimoni e interpreti del xx secolo. “Il mio obiettivo”, scrive l’autore, “era di comporre una specie di sinfonia, muovendo da alcuni grandi temi guidati da quei geni che mi possiedono e stanno dentro e fuori di me: i miei demoni. (…) Ne è nato un libro bizzarro, che è impossibile confinare in un genere; un libro bastardo, meticcio, e che proprio per questo (…) meglio di ogni altro esprime me stesso”. Arricchita da una prefazione di Morin all’edizione italiana, quest’opera fa incrociare il percorso di un uomo con i grandi avvenimenti storico-politici del nostro tempo: un tempo nel quale ubbidire al richiamo dei propri demoni si- gnifica lottare in un caos infernale e spesso soccombere davanti alla violenza demente di una nuova chiusura nell’etnia, nella nazione o nella religione. 

“Lasciandosi guidare dalla tenerezza umana, Morin ha costruito un grande pensiero. Voglio dirlo con chiarezza: sono pochi i libri che, come questo, fanno venir voglia di stringere la mano a chi li ha scritti”. J. C. Guillebaud, Le nouvel Observateur

Questo libro è disponibile anche nella versione pubblicata nella collana “Biblioteca”.

Edgar Morin, sociologo, filosofo, saggista, iniziatore del “pensiero complesso”, direttore emerito di ricerca al cnrs, è uno dei grandi intellettuali contemporanei. Meltemi ha pubblicato: I fratricidi (1997), Introduzione ad una politica dell’uomo (2000), Lo spirito del tempo (2002), L’uomo e la morte(2002).
AUTORI
Edgar Morin
Collana: Universale Meltemi 
ISBN: 978-88-8353-364-8
Anno: 2004
Pagine: 312
Prezzo € : 15,00
RASSEGNA STAMPA
01/03/2004 – Rai News 24 – Luciano Minerva
Edgar Morin: scommettiamo sull’improbabile
14/09/2001 – Rinascita della sinistra – Marco Romani
La passione per la complessità
08/02/2000 – Alice.it – Redazione
Edgar Morin, “I miei demoni”
14/01/2000 – Il Manifesto – Franco Voltaggio
L’onore di un marrano
14/01/2000 – L’eco di Bergamo – Redazione
Edgar Morin e i “demoni” del Novecento
17/11/1999 – Ansa – Redazione
Morin racconta i suoi demoni
BOARD
06/05/2010 – “Italian Cultural Studies”. Organizza Patrizia Calefato
Patrizia Calefato organizza, insieme a Graziella Parati, il convegno Italian Cultural Studies, che si terrà dal 6 all’8 ma…


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