17 novembre 2012 ore 06:51 “Voglio morire in un ritmo di “bamba” (samba violento di Rio), in una cadenza bella del samba”. DALLA NOSTRA BB CON AMORE, UN BRANO DAL BLOG DEL FRATELLO CHE CHIAMEREMO FRANCO, UN GRAN BEL PERSONAGGIO MANCATO IN BRASILE CIRCA UN ANNO FA.

 

“Na Cadência Do Samba” (Ataulfo Alves & Paulo Gesta & Matilde Alves)

Sei que vou morrer não sei o dia
Levarei saudades da Maria
Sei que vou morrer não sei a hora
Levarei saudades da Aurora

Eu quero morrer numa batucada de bamba
Na cadência bonita do samba

Mas o meu nome ninguém vai jogar na lama
Diz o dito popular
Morre o homem, fica a fama

Quero morrer numa batucada de bamba
Na cadência bonita do samba

 

 

A 13 anni, o , meglio, dai 12 ai 14 anni studiavo in un monastero benedettino “Primitiva observantia”, vale a dire un luogo in cui veniva seguita alla lettera la regola di San Benedetto. (Ausculta fili mii…..),anche nella vita pratica, vale a dire : recita del breviario e delle preghiere nelle ore canoniche “giuste”, come Mattutino alle  tre di notte, Laudi  alle 5, Prima, alle 8 circa, Sesta e Nona a mezzogiorno, Vespro, al tramonto, e Compieta verso le otto di sera. e buonanotte.

Il silenzio era di rigore in tutte le occasioni della giornata, salvo il periodo della ricreazione di noi ragazzi….I  Probandi. Anche noi avevamo un rigido orario  del resto abbastanza vivibile, ma rigido, come dicevo.

comunque durante la ricreazione ci recavamo nel terreno del monastero stesso, con orto frutteto, vigna, arnie (per la cera delle candele),

Lí, ognuno di noi aveva un pezzo di terra di due metri quadrati, in cui ci si divertiva a piantare qualcosa. Un gioco.  Io giá da allora ero appassionato per la natura, strappai alcuni germogli ad un garofano che stava in un vaso presso la “Madonnina” ( Una minuscola cappellina con la statua della Madonna, presso la quale, con il sale sotto le ginocchia dovevamo stare in castigo..) e li piantai nel  mio terreno….

con mia gioa ettecchirono, e cominciarono a crescere, uno in particolare. solo che non avendo un tutore, crebbe strisciano a zig zag sul terreno, ed io lo chiamai Quasimodo, ricordando il gobbo di Notre Dame.

Cresceva silenzioso e quasi vergognandosi, fino a che cominció ad inturgidirsi sulla punta per produrre il fiore. Tutti i giorni mi precipitavo a vederlo, annaffiandolo con cura,  mentalmente parlavo con lui. Fantasie di bambino.

Quando stava proprio per fare esplodere i petali, sparí. Non c ‘éra piú…Tagliato alla base…

Non immaginate la frustrazione e la rabbia. Chi si era permesso di tagliare il mio garofano Quasimodo?

ebbene, il giorno lo intravidi tra altri fiori, tutto stortignaccolo, sull’altare della nostra cappella privata in cui seguivamo la S.Messa del mattino.

Quando ricevetti la comunione, parlai con Gesú…

Embé? A quella etá si parla con tanti enti. Io ad esempio parlavo ad uno Gnomo che ero convinto abitasse in un cavo di un ulivo, ed anche con una lucertola che abitava in una crepa del muro a cui davo da mangiare le mosche. Ero bravo ad acchiappare le mosche,io…

Insomma reclamai,per il fatto che non mi fosse stato chiesto nulla.

Ero felicissimo che il fiore fosse sull’altare, ma almeno chiedetelo no? Quella volta Gesú non mi rispose, ma sono convinto che ridesse sotto i baffi…

Difatti, il mio garofano Quasimodo, stortignaccolo come era, resistette pi´di tutti gli altri fiori, che dopo due o tre giorni venivano sostituiti. Lui no.  Era sempre piú rigoglioso, e si pavoneggiava con sufficienza, anche.

quando il suo ciclo naturale finí, lo recuperai dalla spazzatura, e lo nascosi in un libro.

Ancora oggi, ogni tanto lo incontro in quel lbro che sempre portai con me nel mio pregrinare per il mondo, e per quanto siano passati piú di 50 anni, per me, storto, secco, e apparentemente senza vita, é sempre il mio garofano Quasimodo  come quando, bambino pieno di fantasia, parlavo con lui….

 

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1 risposta a 17 novembre 2012 ore 06:51 “Voglio morire in un ritmo di “bamba” (samba violento di Rio), in una cadenza bella del samba”. DALLA NOSTRA BB CON AMORE, UN BRANO DAL BLOG DEL FRATELLO CHE CHIAMEREMO FRANCO, UN GRAN BEL PERSONAGGIO MANCATO IN BRASILE CIRCA UN ANNO FA.

  1. D 'IMPORZANO DONATELLA scrive:

    E’ veramente molto bello , sia per il contenuto che per il modo come è scritto.

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