2 di febbraio ore 05: 43 LA SCHIAVITU’ ANIMALE dal bellissimo blog NEMESI ANIMALE (google: nemesi animale, poi scegliete gli articoli)

LA SCHIAVITU’ ANIMALE

Le catene della schiavitù si possono spezzare.
Un maiale nel rifugio di PorciKomodi a Magnago (MI).

 

Gli animali sono i moderni schiavi

della nostra società. Per loro non c’è libertà,

ma ci sono mercati, gabbie, catene,

tratte internazioniali, sofferenza, frustate, morte.

Gli animali sono schiavi per produrre cibo,

per essere cavie nella ricerca, per farne

pelli e pellicce, per far divertire il pubblico

dei circhi, per sagre, feste paesane, corride, caccia e pesca.

Abbattere questa concezione è il primo

passo fondamentale verso la liberazione degli animali.

Anche noi siamo cresciuti mangiando

animali e siamo stati almeno una volta allo zoo,

al circo, in un delfinario. Ci siamo sempre sentiti forse

piu’ a nostro agio a giocare e coccolare un cane

o contemplare scoiattoli e uccellini che tra gli altri

esseri umani, eppure ci è voluto molto, per tutti,

per far venire a galla e affrontare le nostre contraddizioni,

per guardarci allo specchio e ammettere che stavamo

sfruttando quegli stessi esseri che dicevamo di amare,

e per decidere che dovevamo cambiare veramente qualcosa.

Abbiamo sempre saputo e sentito che era sbagliato mangiare

animali, o rinchiuderli, ucciderli, usarli, eppure abbiamo

continuato a mangiare carne, usare prodotti testati e

provenienti dallo sfruttamento animale, pur essendone consapevoli,

perché non è mai facile cambiare qualcosa che ti è stato

inculcato dalla nascita e che è considerato assolutamente

normale dalla maggioranza delle persone che ti circondano.
Non è un caso se i macelli vengono costruiti lontani

dagli occhi della gente, se le porte dei laboratori

vengono tenute chiuse, questo aiuta le persone

a tenere la testa nascosta sotto la sabbia, a non

vedere l’evidente crudeltà che ci circonda in ogni istante,

di cui siamo tutti complici.
Alcuni cercano di reprimere la loro consapevolezza,

i proprio sentimenti, nascondendosi dietro montagne

di giustificazioni prefabbricate. Ci insegnano fin da bambini a farlo,

ci dicono che vedere una tigre che salta nel fuoco è divertente,

che mangiare altri animali fa parte della catena alimentare,

che è piu’ importante la vita di un bambino che quella di un

animale sacrificato per la scienza, che gli zoo ricreano un habitat

naturale perfettamente adatto ad ogni animale rinchiuso,

che i cavalli adorano correre negli ippodromi, e cosi’ via.

Chi caccia, macella, scuoia e picchia gli animali è considerato

crudele, ma tutti si sentono a proprio agio se qualcuno lo fa

per loro. In molti rabbrividiscono vedendo le immagini

dei maltrattamenti che ogni giorno vengono perpetrati

sugli animali, ma la conseguenza è troppo spesso

il voltarsi dall’altra parte, il non riuscire a guardare,

l’accettazione più o meno esplicita che si tratti di un

male necessario ed inevitabile. Lo sconvolgimento non è tale da portare a un cambiamento.

Ma arriva un momento, per alcuni, in cui sai

di non poter piu’ mentire a te stesso, di non

poter piu’ reprimere i tuoi sentimenti, in cui

cominci a vedere sempre piu’ distintamente

le sbarre della gabbia, allora non puoi piu’

far finta di non vedere l’assurdità’ del dolore

e della sofferenza che ci circondano da ogni parte,

e decidi, che per quanto sia possibile, vuoi cercare

di non essere piu’ parte di tutto questo.

Da quel momento scaturiscono necessariamente delle scelte,

che ti portano a cambiare alimentazione, a cambiare i tuoi acquisti,

a condividere la tua vita con un animale salvato da qualche

situazione di sfruttamento o ad attivarti in prima persona

per diffondere una cultura diversa.

Da quel momento sei parte del cambiamento e

del movimento per la liberazione animale.

Vuoi aiutarci a fermare lo sfruttamento animale?

Prendi parte ai nostri progetti! (per collegarvi, dovete prendere il blog su Google)

 

 

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