chiara su Cuperlo: DUE VIDEO DI CUPERLO NEL 2. // PER AVERNE UN’IDEA
DAL BLOG QUINTO STATO DI GIOVANNI TAURASI
Lavoro e istruzione
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6 ore fa ·
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Cuperlo? Chapeau! Sapete chi sostengo, ma questo è il mio giudizio complessivo. Però dico cosa mi è piaciuto e cosa invece mi è mancato nel suo intervento a Modena di ieri, e concludo così la mia analisi dei candidati transitati per Modena. Inizio sorprendente con le domande dal pubblico e solo dopo il suo intervento. Bel segno di apertura. Poi l’andamento è stato quello di Pietro Mennea sui 200 mt a Mosca. Partenza lenta (ricca di riferimenti culturali e persino cinematografici) e accelerazione dalla prima curva con rapida progressione. Anche se la corsa non si è sviluppata sui 200mt ma è stata una lunga maratona storico-sociale (anche in termini di tempo: speriamo si riesca a trovare una soluzione intermedia tra i tweet di Renzi e i post di Civati da una parte e interventi più lunghi delle orazioni di Castro il Primo maggio dall’altra). Ma andiamo al merito. Puntuale analisi sociale e politica, dalla quale è emersa un’alterità significativa rispetto al modello culturale dominante e un forte richiamo all’identità della sinistra. Per quanto abbia detto che non è un narratore, in realtà ha svolto un vero e proprio lucido ‘racconto sociale’ lungo un secolo, con una critica forte al modello sociale dominante nell’Occidente dagli anni Ottanta ad oggi (la citazione del film Wall Street all’inizio non è stata casuale). Parole chiave: uguaglianza, equità, sviluppo sostenibile e cura del territorio. Cosa mi è mancato: l’ottimismo della volontà per sconfiggere il pessimismo della ragione della prima parte del suo lungo intervento, la capacità i generare speranza (nonostante il richiamo al più celebre dei discorsi politici novecenteschi sulla speranza, anzi sul sogno, di un futuro più giusto), una maggiore attenzione alle energie personali e del Paese imprigionate in una società cristallizzata che non promuove mobilità sociale e non premia talenti e merito. Ma soprattutto mi è mancata la risposta alla domanda politica vera che gli avrei voluto fare alla fine del suo intervento, che è quella di Totò al vigile urbano: per andare dove dobbiamo andare, per dove dobbiamo andare? La risposta ce la dava San Giovanni della Croce, quando affermava che per andare dove non sai, vai dove non sai. Ecco, del bel racconto di Cuperlo, ricco di analisi e suggestioni, mi è mancato proprio il vai dove non sai, ovvero la definizione di un orizzonte, l’individuazione di un destino comune! Però ripeto, chapeau Cuperlo! E in bocca al lupo!
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