27 ottobre 2013 ore 13:17 bellissima bellissima PER ENZO MAIOLINO (art sg) —DALLA CARA DONATELLA SUA GIOVANILE CONOSCENZA NONCHE’ UNA DELLA SUE PIU’ “FAMOSE” INTERVISTATRICI… senza sottintesi? Con Enzo non si puo’ mai dire, della Do, non garantisco niente niente!

Per Enzo Maiolino, con affetto, riconoscenza e stima:

Armonie di spazi,
cuore gentile
di antiche radici.
La terra è
madre generosa
che si rispecchia
nelle infinite vie
dei tuoi sogni.

 

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2 risposte a 27 ottobre 2013 ore 13:17 bellissima bellissima PER ENZO MAIOLINO (art sg) —DALLA CARA DONATELLA SUA GIOVANILE CONOSCENZA NONCHE’ UNA DELLA SUE PIU’ “FAMOSE” INTERVISTATRICI… senza sottintesi? Con Enzo non si puo’ mai dire, della Do, non garantisco niente niente!

  1. Chiara Salvini scrive:

    “la poesia della do “per me tapina” è un capolavoro se la pensi per Enzo!” (chiara salvini);
    ” sì, splendida la poesia di Donatella !!” (nemo)—(da scambio-email—oggi)——-
    ciao alla do e a tutti voi— la vostra domenica? Comunque vada, la domenica, per definizione deve essere splendida e come tale godersela! Se non fate lavori “usuranti” di qualunque tipo, e ancor peggio se siete disoccupato in tutte le forma varie che purtroppo esistono specie in Italia. E-aggiunge la psicologa-prezzemolino- sempre che non apparteniate a quella straordinaria massa umana, che avendo tutto per star bene di salute e di vita, soffre lo stesso. Vi comunico che fate parte del 99% della popolazione mondiale (stima per difetto…)–Chiara ne sa qualcosa. Ma quell’epoca di ch. – pur così lunga e travagliata …”pare”… se non/ passata passata….— “perché niente della mente si cancella a livello di registrazione nervosa”…(Freud, verifica ch.)- …è, oggi, diciamo “invisibile”—
    I motivi per cui “nonostante tutto” si soffre, sono talmente vari che se ne puo’ fare solo una piccola listina (chiara: ne saprebbe una decina), che già non è poco nelle cose mentali!… visto che, per la maggior parte, sono a noi inconsce o “inaccessibili alla coscienza” (spontaneamente, s’intende, altrimenti la terapia sarebbe solo vaniloquio, cosa che spesso anche è, ma pazienza!). Della mia listina dei “10 buoni motivi per soffrire anche atrocemente senza averne apparentemente motivi seri”, ne riporto solo uno, che non è mio, ma di una mia paziente. Un giorno domando ad una giovanissima ragazza che aveva chiesto un mio aiuto… Ecco prima “un breve ritrattino”, se no non seguite: dire che aveva tutto tutto (anche lei con alcuni problemi, mentali, anche seri…ma questo è come dire che faceva parte del genere umano…! Non di salute, non di soldi, tuttaltro (lo scrivo così, pazienza!), proprietaria di una boutique di moda in centrissimo grande città, gestita dalla madre, cioè fatica poca e il resto lucro…genitori divisi, ma entrambi adoranti, certo ” a modo loro!!” come tutti quelli che amano, fuori le mosche bianche—be’, avete un po’ capito—ma adesso: “achtung meiie banditi! la parola che uso +++è importante” …avrete un po’ capito – il “tipo” umano – perché è solo di “un tipo” di cui voglio raccontarvi—“quella persona, tra di noi mentre ci parliamo, non esiste neppure nella mia memoria”—-Dicevo, le ho posto questa domanda: “Perché hai così bisogno di sentirti vittima?”–Prontissima: “Perché mi abbassa i sensi di colpa”—Un fatto, più o meno di cui non aveva certamente coscienza, ma di cui-su richiesta- ha prontissimamente preso coscienza—E’ raro, ma c’è gente così. Se vogliamo usare una parola stra- abusata, che non mi piace, non piace a nessuno, chiara direbbe: “risposta geniale!”—Insomma, uno si organizza la mente, più o meno consciamente, non ha importanza in questo caso, finché il comportamento psichico necessario è diventato una specie di “automatismo” o abitudine radicata di cui non si sa più, ma che funziona perfettamente. Il guaio implicito è che quel tipo umano non puo’ assolutamente (niente è assoluto specie nella mente) uscire dal suo ruolo di vittima— a vita? Speriamo di no! Probabilmente -non sono tutti così, pero’-questo tipo dovrà passare il tempo a lamentarsi o altro che adesso non so. A soffrire, pero’, deve continuare, questo è certo e, altro inconveniente non da poco, a cercare ansiosamente motivi reali o immaginari per “poter soffrire” – se quelli che ha già, ha “la disgrazia” (nessuna ironia, per l’amor de dieu!) che si risolvano…Altrimenti i sensi di colpa lo fanno accasciare. Tra l’altro (fondamentale), nella pratica clinica, si vede chiarissimamente che questi sensi di colpa, sia consci che “inconsci o soffocati-negati-repressi”—sono tutti basati sul nulla—succede, per esempio, a chi ha avuto un’educazione cattolica anche se poi oggi è ateo…secondo l’ambente cattolico che ti è capitato, ti hanno messo nella zucca, con un ferro infuocato, l’idea del peccato anche dell’aria che respiri, e in più dell’inferno che vedi caso, è pure eterno… per te che eterno non sei, un’ autentica che grida vendetta a dio, visto che non ti hanno neanche transformato in dio! Non c’è solo la chiesa cattolica, per carità, tutte le chiese, di qualunque tipo anche non religiose, politiche, professionali ecc. Per esempio, la Società di Psicoanalisi a San Paulo, Brasile, dove ho fatto la formazione di psicoanalista, posso dimostrare – fatti alla mano – non documenti scritti pero’, non ne rilasciano…—che è stata la peggior chiesa che abbia frequentato, peggiore come tutte le chiese piccole, chiese o caste, usate voi un termine che vi sia chiaro.
    NOTA:Questa storia della “colpa” ha un importante risvolto che va sotto il nome “indegnità” e che provoca gli stessi effetti, cioè colpa, anche se la sofferenza è di qualità diversa, così come le manifestazioni, ma tralascio per ora perché se no tutto diventa “la famosa notte in cui tutte le vacche sono nere di Hegel”. Pero’ questo lo dico: pensate che gli umani in genere le hanno entrambe, pur diversamente bilanciate nel peso di ciascuna: questa, oltre a saperlo già, non vi pare una bella notizia che vi renderà felice il risveglio domani, sempre ammesso possiate credere a quello che dice chiara! “sunt lacrimae rerum”, “c’è un profondo dolore nelle cose” (Virgilio). Per tornare, se vi interessa: La storia della fanciulla-dopo una terapia relativamente breve finisce benissimo (sono in contatto): è finalmente felice, grande amore figlia—tutti e tre fanno sport ginnastica subacquea senza alcun timore (pettegolezzo)—forse la boutique (la vedo) è, per la crisi, un po’ vuota, vende roba firmata; lei e la madre ne avranno grande frustrazione, questo è certo, l’avrebbe chiunque, le spese sono fisse, ma non credo possa loro mancare niente di essenziale. Amen!
    Ci sarà mai qualcuno che voglia approfittare di questo breve apologo o, meglio “storiella”? Perché metterla nel commento alla poesia della Do, poi?…
    “Be’, ragazzi, questa è proprio tutt’altra storia” (film “Irma la dolce”), oppure-ed è la verità- chiara non resiste né alla pagina bianca né all’orecchio anche disattento…
    Chiudo?
    Meglio chiudiate voi, “l’abbandono” mi è sempre ostico…

  2. nemo scrive:

    Un racconto non privo di lati ironici: un’ altra qualità che ritroviamo spesso nella scrittura di Chiara.

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