ore 23:17 COM’ERA AUSCHWITZ —A CHI PUO’ INTERESSARE…..UNA GRAFICA DEL WASHINGTON POST SUI LUOGHI E I NUMERI DELLO STERMINIO NAZISTA CHE FINI’ SETTANT’ANNI FA.
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Quest’anno l’Italia ha donato un milione di euro alla fondazione di Auschwitz. Se vi ricordate questo luogo-santuario della memoria ha corso il rischio, dopo la caduta del muro di Berlino, di diventare in parte un ipermercato. Ancora prima, negli anni ’70, molte strutture del campo erano addirittura abitate dalla popolazione comune. Bene ha fatto l’Italia a contribuire alla fondazione di Auschwitz ( un po’ in ritardo rispetto ad altri Paesi). Tuttavia quello di cui ci sarebbe bisogno è la consapevolezza storica che le leggi razziali emanate dal governo fascista hanno contribuito grandemente a fornire materiale umano ai forni di Auschwitz. Inoltre le zone che in Italia furono campi di concentramento ( Fossoli, dove è stata restaurata una sola baracca; Ferramonti, sopra il quale è stato costruito uno svincolo autostradale; Bolzano, il cui campo non esiste più) in genere sono diventati terreni buoni per costruire condomini. Allora, dov’è la memoria italiana? Il padiglione italiano ad Auschwitz, dopo anni di polemiche, è ancora chiuso in attesa di un allestimento adeguato. Tratto dall’articolo del “Fatto” del 27 gennaio 2015 pag 17, intitolato ” In Italia Ferramonti è diventato autostrada”, di Marcello Pezzetti , direttore scientifico del Museo della Shoah a Roma,intervistato da Alessandro Ferrucci.
Quest’anno l’Italia ha donato un milione di euro alla fondazione di Auschwitz. Se vi ricordate questo luogo-santuario della memoria ha corso il rischio, dopo la caduta del muro di Berlino, di diventare in parte un ipermercato. Ancora prima, negli anni ’70, molte strutture del campo erano addirittura abitate dalla popolazione comune. Bene ha fatto l’Italia a contribuire alla fondazione di Auschwitz ( un po’ in ritardo rispetto ad altri Paesi). Tuttavia quello di cui ci sarebbe bisogno è la consapevolezza storica che le leggi razziali emanate dal governo fascista hanno contribuito grandemente a fornire materiale umano ai forni di Auschwitz. Inoltre le zone che in Italia furono campi di concentramento ( Fossoli, dove è stata restaurata una sola baracca; Ferramonti, sopra il quale è stato costruito uno svincolo autostradale; Bolzano, il cui campo non esiste più) in genere sono diventati terreni buoni per costruire condomini. Allora, dov’è la memoria italiana? Il padiglione italiano ad Auschwitz, dopo anni di polemiche, è ancora chiuso in attesa di un allestimento adeguato. Tratto dall’articolo del “Fatto” del 27 gennaio 2015 pag 17, intitolato ” In Italia Ferramonti è diventato autostrada”, di Marcello Pezzetti , direttore scientifico del Museo della Shoah a Roma,intervistato da Alessandro Ferrucci.