http://unoenessuno.blogspot.it/
unoenessuno
Nessuno io mi chiamo; nessuno è il nome che mi danno il padre e la madre e inoltre tutti gli amici
05 maggio 2015
A proposito dello sciopero, del mondo
del lavoro e del mondo in cui viviamo
L’Italicum è fatto
Sarebbero i cittadini che
Quelli incapaci di esprimere
Perché questo è l’elettorato buono
L’uomo solo al comando partorisce riforme nello stesso soldo:
“Abbiamo il mandato di cambiare
“L’imperativo è tenere botta”.
Imperativo è categorico e impegnativo per tutti, appunto.
Un uomo solo a comando di un partito dove chi dissente è pregato di uscire dalla porta.
Al comando di un governo di ministri che non devono oscurare la sua luce.
Al comando di un parlamento che ratifica quello che decide.
Al comando di istituzioni cui sono tolti i contrappesi.
Perché per fare le riforme serve una maggioranza stabile e chiara.
Con una finta maggioranza e una finta opposizione.
Che vende al paese riforme e grandi opere fumose: il jobs act che produce stabilizzazioni di posti di lavoro esistenti (con le finte tutele crescenti). La riforma della scuola che produce preside comandanti, toglie risorse alla scuola pubblica col ricatto della stabilizzazione dei precari.
L’Expo dell’ottimismo?
Voluto da Prodi e dalla giunta Moratti. Ma Renzi lo ha venduto bene.
Come ora venderà bene la nuova legge elettorale in vista delle regionali dei riciclati.
Destra e sinistra? Concetti passati, ora conta essere dentro o fuori.
Concetti passati come il vecchio capitalismo di relazione.
Come gliele ha cantate ieri in borsa.
Il presidente che ha piazzato i suoi (Carrai, Landi, Bianchi, Boschi, Farinetti) nei posti e nei luoghi che contano.
Fabrizio Landi, ex amministratore delega-to di Esaote e tra i finanziatori delle campagne elettorali di Renzi, siede nel cda di Fin-meccanica. Alberto Bianchi,avvocato di Renzi e tesorieredella Fondazione Open, nelcda di Enel. Nel collegio sindacale di Eni troviamo M arco S era c i n i , tra i fondatori dell’associazione con cui Matteo raccolse soldi per le primarie comunali del 2009.E sempre all’Eni, ma come consigliere, c’è l’aretina Diva Moriani, vicepresidente del gruppo Kme di Vincenzo Manes (finanziatore della campagna elettorale di Rezi). Nel board delle Ferrovie cisono Federico Lovadina(sociodell’avvocato e tesoriere na-zionale del Pd Bonifazi) e l’ex McKinsey Gioia Ghezzi che ha collaborato con Renzi per scrivere una legge sull’omici -dio stradale quando era ancora sindaco. Alle Poste fra iconsiglieri spunta ElisabettaFa b r i , presidente degli StarHotel e amica dell’imprendi -tore e consigliere del premier,Marco Carrai. Lui stesso è pre-sidente di Adf, la società(quotata) che gestisce l’aero -porto di Firenze, consiglieredell’ente Cassa di Risparmiodi Firenze e ad aprile ha oc-cupato un’altra poltrona im-portante nel consiglio d’am -ministrazione della Bassili-chi, partner di riferimentoper banche, aziende ed entidella pubblica amministra-zione grazie a un’offerta re-lativa a monetica, back officee sicurezza. Poi ci sono le re-lazioni coltivate in banca da-gli amici comeJacopo Maz-ze i , ex presidente della Cassadi Risparmio di Firenze, cheoggi è nel consiglio di sorve-glianza di Banca Intesa. Ierisu Twitter è stato citato ancheOscar Farinettiche con Eatalyha ottenuto un grande spazioall’Expo (8mila metri quadricon 20 ristoranti) senza garad’appalto e senza una preven-tiva ricerca di mercato. Tantoche il contratto è finito nelmirino dell’Autorità anticor-ruzione che ha sollevato per-plessità sull’entità economicadel contratto, pur in assenzadi censure di irregolarità
04 maggio 2015
Deja vu (bis)
I black block sono riusciti dove finora la propaganda era stata inefficace: tutti compatti pro expo (a prescindere) e pro Milano (nessuno la tocchi).
Spariti in un colpo i lavori non finiti, i costi gonfiati, le bonifiche non fatte, gli appalti bloccati all’ultimo perché ad aziende in odore di mafia.
Non si può essere critici verso questo modello di Expo (e di politica, e di infrastrutture..). Altrimenti sei black block, gente con cui non ho nulla da spartire.
Siamo tutti amici dei poliziotti, oggi. Anche quelli che hanno tagliato i fondi alla polizia e non sanno che gli straordinari per 1 maggio, quegli agenti li vedranno poi ..
Massì, dai, facciamocelo piacere. Questo decisionismo, questo ottimismo alla faccia dei gufi.
E a quelli che scendono in piazza a devastare, un bella fraccata di legnate.
Ma a tutti.
Anche a quelli che quando si bloccano i mezzi vorrebbero linciare i controllori.
Anche ai tifosi di calcio.
E quando becchiamo uno con passamontagna e mazze (o altre armi) in casa, arrestiamolo.
Niente garantismo, niente cautele dei pm (i complici dei black block, scrive Il giornale).
Ma quanto è moderno questo domani?
PS: non mi stancherà di scriverlo, ma non è assolutamente una giustificazione alla devastazione delle vie del centro da parte delle tute nere.
La violenza non aiuta a correggere tutti i problemi di Expo.
E nemmeno del dopo Expo.
Ma nemmeno far finta che i problemi non ci siano.
Report le fatiche di Ercole
Olio che impoverisce i contadini in Indonesia e che poi finisce nei nostri alimenti: lo abbiamo scoperto quando le aziende sono state costrette ad indicare il tipo di olio nelle etichette invece che la l’indicazione generica di grasso vegetale.
Con l’olio di Palma si rischia di uccidere il pianeta, anziché nutrirlo!
Incalza e Balducci erano i dominus del ministero: Donato Carlea, un ex provveditore del ministero delle infrastrutture intervistato dal giornalista di Report, non ha dubbi: i veri ministri erano loro.
Spiega chi sia Perotti jr, il figlio di Perotti della cassa del mezzogiorno.
PAOLO MONDANIE chi gliele dà tutte queste direzioni dei lavori?GIULIO BURCHI – AD SERENISSIMA A4 SPAGliele dà le telefonate di Incalza. Comunque Incalza telefonava sempre per esempio ad Astaldi, la linea C prima c’era un altro direttore dei lavori; è stato sostituito e c’hanno messo Perotti. Italferr è stata obbligata a caricare Perotti nei due lotti dellaBrennero, del tunnel della Brennero, perché Incalza telefonava. Ho assistito a telefonate fatte da Incalza all’allora Direttore Generale del comune di Milano, in cui insomma insisteva, insisteva per far fuori M.M. che è una società del Comune. E quindi sto direttore diceva, “ma scusami, ma come posso io…PAOLO MONDANIFare fuori..GIULIO BURCHI – AD SERENISSIMA A4 SPA…fottere la mia società che fa fatica a fare i bilanci, per metterci un privato ma…”PAOLO MONDANIA vantaggio di Perotti.
Che parla di lavori fatti senza valutazione di impatto ambietale: il funzionario che poi è stati incaricato e che aveva bloccato i lavori, Fabio Zita, è stato trasferito in altro ufficio dalla regione Toscana. La Lorenzetti, direttrice di Italferr lo aveva chiamato terrorista.
IVAN CICCONI – DIRETTORE ITACA – ESPERTO APPALTI PUBBLICIFa la differenza il fatto che noi passiamo dal sistema di tangentopoli in cui c’erano 4, 5, 6 ladri che governavano il sistema, i tesorieri dei grandi partiti, a decine di migliaia di mariuoli, del presidente, dell’assessore di turno che sostanzialmente gioca in proprio e approfitta dell’incarico che viene dato.MILENA GABANELLI IN STUDIO“Mariuolo” è un termine quasi affettuoso. Allora, fu l’accoppiata Incalza-Lunardi a promuovere una legge obiettivo fatta così, definita da Cantone “criminogena”, e che ciauguriamo che il nuovo ministro Delrio la faccia sparire domani, perché proprio contiene il germe della distorsione, cioè ti imbocca. Infatti la relazione della Commissione Europea dice che nel solo caso delle opere pubbliche la corruzione è stimata attorno al 40% del valore dell’appalto. Vuol dire che abbiamo pagato mille quello che poteva essere pagato seicento. Inoltre, non sempre sono state fatte opere necessarie, e infatti la Corte dei conti ha scritto nel 2008: “Si stanno facendo opere che servono solo a chi le costruisce perché finiscono in un aumento del debito”. Il 2008 è anche l’anno in cui Incalza affida a Perotti il maggior numero dei lavori.
PAOLO MONDANISono 15 anni che parlate di alta capacità.MICHELE MARIO ELIA-AD FERROVIE DELLO STATOSi.PAOLO MONDANICioè per parlare pane e salame di far andare sull’alta velocità anche le merci.MICHELE MARIO ELIA-AD FERROVIE DELLO STATOSì.MICHELE MARIO ELIA-AD FERROVIE DELLO STATOIo non ho mai visto un vagone merci sull’alta velocità… quando ci passerà?MICHELE MARIO ELIA-AD FERROVIE DELLO STATONeanch’io.PAOLO MONDANIEh… quindi siamo due, diciamo, che non l’hanno visto.MICHELE MARIO ELIA-AD FERROVIE DELLO STATONeanch’io, purtroppo cosa le devo dire? Non essendoci una logistica forte in Italia, la concorrenza della strada è talmente forte che l’impedisce. Prima di dire perché non vanno sull’alta velocità, dico: perché le merci non vanno per ferrovie.MILENA GABANELLI IN STUDIOVien da dire: ma perché non costruiamo prima un treno merci che va sui binari dell’alta velocità? Ora, non è che i cittadini, i comitati, i sindaci possono decidere quali sono le opere che servono, strategiche, che servono al paese, a questo ci deve pensare il ministero che ha una visione globale, e dovrebbe però anche spiegarla. Perché se ti espropriano per opere che poi non si fanno o rimangono lì a metà è naturale, è normale che uno si inchiodi al proprio cancello. Esempio: nel ‘91 un consorzio privato propone la costruzione dell’alta velocità sulla Genova-Milano, passa qualche anno per trovare la quadra, nel ‘96 arriva Prodi e dice: “E’ troppo costosa nel rapporto con i benefici”. Per cui la cancella. Nel 2001 arriva Berlusconi e dice: “No, è uno’opera strategica e s’ha da fare”. Nel frattempo l’Europa dice: “Però dovete fare una gara europea”. Intanto nel 2006 ritorna di nuovo Prodi che ritira di nuovo la concessione perché secondo lui è troppo cara, nel 2008 ritorna al governo Berlusconi e l’opera diventa strategica, stavolta per legge. Siccome i soldi per farla non c’erano mai stati, nessun lavoro era mai iniziato. I primi sbancamenti cominciano nel 2013, e oggi se vai lì trovi il cantiere vuoto, perché lavorano un giorno si e tre no. Allora, uno si pone delle domande: ma dev’essere un privato a decidere che su quella tratta è strategico fare l’alta velocità, e non potenziare invece la tratta che già c’è? La rispostaè: manca un piano nazionale trasporti. Per cui, chi è meglio immanicato convince il ministero che quella cosa va fatta.
03 maggio 2015