LUDOVICO EINAUDI, COMPOSITORE E ARTISTA CI PROPONE : ” RUN ” (correre/ corri) —attenzione anche lui ha tirato in ballo i cavalli drammatici…addirittura tragici, ma non stretti!
5 risposte a LUDOVICO EINAUDI, COMPOSITORE E ARTISTA CI PROPONE : ” RUN ” (correre/ corri) —attenzione anche lui ha tirato in ballo i cavalli drammatici…addirittura tragici, ma non stretti!
Ci sono cavalli drammatici, cavalli comediens, cavalli clown, cavalli che si danno all’avanspettacolo, cavalli illusionisti ed infine cavalli che sono stanchi nell’umida sera, ma la folta criniera sembra il vento invocar. Ma i cavalli si interessano un po’ di noi?
E’ un apoesia molto lunga , così …solo alcuni versi in omaggio al cavallo:
Un cavallo cade stremato
sulla Promenade des Anglais
a Nizza proprio di fronte al Negresco
il giorno sarebbe un giorno di settembre
e cade il tramonto dolcemente
Tu che passi di là mi chiedi perchè
– Perchè cosa? –
dico io che sono lontano
in un’altra città in un altro paese
forse anche lontano nel tempo
…………………………..
……………………………….
Qualcuno è una coppia d’innamorati che guarda
il cavallo sdraiato per terra che trema
con occhi sgranati
anche il loro amore sta tremando
per terra col cavallo
con occhi spaventi
……………………………….
…………………………….
Il cavallo è un puledro di razza dal pelo dorato
lucido di sudore e sembra ancora più bello
e il cuore gli scoppia nel petto
mentre prova a rialzarsi ma non ce la fa
proprio non ce la fa
mentre guarda col bianco degli occhi
degli occhi sconvolti dal terrore
mentre crolla di nuovo giù
ed è morto
……………………………
…………….. solo alcuni versi sparsi sul cavalli e non è un cavallo stretto questo ma un puledro di razza. anche loro muoiono.
Una di quelle cose che non centrano niente. forse.
Rob ha toccato un tasto molto delicato, struggente: la sofferenza degli animali, cui pochi sembrano accorgersi. Eppure è lì sotto i nostri occhi. E’ qualcosa che mi ha sempre sconvolto, forse perché non riescono ad esprimere il proprio dolore, oppure perché non siamo noi in grado, il più delle volte, ad ascoltarlo e a soccorrerlo.
Sono sicura che sanno esprimerlo benissimo, di fronte alle formiche però mi fermo! A VIEREMU, diceva un bolognese quasi ligure. Sono certa che non sappiamo ” metterci in ascolto “…e poi, ascoltare, s’intende, come in generale non si riesce con i bambini appena nati che non usano il nostro linguaggio, ma anche dopo quando lo usano: Nini, che ha quattro anni e mezzo, già in buona parte ” sotto il magnifico effetto della nostra civiltà “, è spesso non facile da decifrare. Il dolore degli animali fa più male perché loro sono tra gli ” oggetti ” preferiti per esprimere la nostra umanità, oggigiorno sono più ” oggetto” dei bambini”, ma vi chiedo : ” e dei vecchi, ancor più se malati” ? Senza parlare di vecchi e malati mentale, o di vecchi ex-carcerati, o di immigrati nel Mediterraneo che L’Europa tutta con L’America ” non ce la fa a non farli morire…si può dire a centinaia al giorno “. ? come la mettiamo? grazie da chiara per il blog
dovremmo provare a darci una scala di valori personale, al di fuori degli stereotipi. Un cavallo ti strazia il cuore, un gatto un po’ meno, un cane può farti scoppiare con uno sguardo. Un bambino appena nato ( la dico grossa?) mi lascia quasi indifferente, se poi si mette a urlare con quei decibel che ti rompono i timpani ..vien voglia di rompere lui. Poi cresce e lo sguardo acquista forma sentimento vivacità e sa sorridere..
Casi, diciamo singoli.
Popoli, immigrati, guerre , violenze di massa: inorridisco e mi sento in colpa. stupidamente: sono vecchio e acciaccato, poco o niente posso fare per loro se non mandare qualche soldo per placare la coscienza. Non va, per me non va. Penso sempre che avrei dovuto pensarci prima , ma è inutile: non l’ho fatto. Ho pensato a me stesso.Ora dovrebbe essere tardi per recriminare.
I vecchi i malati i malati mentali.
Per quanto riguarda i vecchi, non devo guardar lontano: basta uno specchio.
I malati. Sono altro da noi finchè qualcosa di simile non ci colpisce. uno sano non può capire un malato. finge, si sforza. prova compassione ma…con distacco. Se ci sei dentro li capisci. Dobbiamo “toccar per mano” per vedere.
Lo stesso per i malati di mente, li conosco bene e non mi fanno quasi mai pena. desiderio d’aiutarli: nessuno di loro è irrecuperabile. La compassione la lascio agli altri.
amen. ahug !
Ci sono cavalli drammatici, cavalli comediens, cavalli clown, cavalli che si danno all’avanspettacolo, cavalli illusionisti ed infine cavalli che sono stanchi nell’umida sera, ma la folta criniera sembra il vento invocar. Ma i cavalli si interessano un po’ di noi?
E’ un apoesia molto lunga , così …solo alcuni versi in omaggio al cavallo:
Un cavallo cade stremato
sulla Promenade des Anglais
a Nizza proprio di fronte al Negresco
il giorno sarebbe un giorno di settembre
e cade il tramonto dolcemente
Tu che passi di là mi chiedi perchè
– Perchè cosa? –
dico io che sono lontano
in un’altra città in un altro paese
forse anche lontano nel tempo
…………………………..
……………………………….
Qualcuno è una coppia d’innamorati che guarda
il cavallo sdraiato per terra che trema
con occhi sgranati
anche il loro amore sta tremando
per terra col cavallo
con occhi spaventi
……………………………….
…………………………….
Il cavallo è un puledro di razza dal pelo dorato
lucido di sudore e sembra ancora più bello
e il cuore gli scoppia nel petto
mentre prova a rialzarsi ma non ce la fa
proprio non ce la fa
mentre guarda col bianco degli occhi
degli occhi sconvolti dal terrore
mentre crolla di nuovo giù
ed è morto
……………………………
…………….. solo alcuni versi sparsi sul cavalli e non è un cavallo stretto questo ma un puledro di razza. anche loro muoiono.
Una di quelle cose che non centrano niente. forse.
Rob ha toccato un tasto molto delicato, struggente: la sofferenza degli animali, cui pochi sembrano accorgersi. Eppure è lì sotto i nostri occhi. E’ qualcosa che mi ha sempre sconvolto, forse perché non riescono ad esprimere il proprio dolore, oppure perché non siamo noi in grado, il più delle volte, ad ascoltarlo e a soccorrerlo.
Sono sicura che sanno esprimerlo benissimo, di fronte alle formiche però mi fermo! A VIEREMU, diceva un bolognese quasi ligure. Sono certa che non sappiamo ” metterci in ascolto “…e poi, ascoltare, s’intende, come in generale non si riesce con i bambini appena nati che non usano il nostro linguaggio, ma anche dopo quando lo usano: Nini, che ha quattro anni e mezzo, già in buona parte ” sotto il magnifico effetto della nostra civiltà “, è spesso non facile da decifrare. Il dolore degli animali fa più male perché loro sono tra gli ” oggetti ” preferiti per esprimere la nostra umanità, oggigiorno sono più ” oggetto” dei bambini”, ma vi chiedo : ” e dei vecchi, ancor più se malati” ? Senza parlare di vecchi e malati mentale, o di vecchi ex-carcerati, o di immigrati nel Mediterraneo che L’Europa tutta con L’America ” non ce la fa a non farli morire…si può dire a centinaia al giorno “. ? come la mettiamo? grazie da chiara per il blog
dovremmo provare a darci una scala di valori personale, al di fuori degli stereotipi. Un cavallo ti strazia il cuore, un gatto un po’ meno, un cane può farti scoppiare con uno sguardo. Un bambino appena nato ( la dico grossa?) mi lascia quasi indifferente, se poi si mette a urlare con quei decibel che ti rompono i timpani ..vien voglia di rompere lui. Poi cresce e lo sguardo acquista forma sentimento vivacità e sa sorridere..
Casi, diciamo singoli.
Popoli, immigrati, guerre , violenze di massa: inorridisco e mi sento in colpa. stupidamente: sono vecchio e acciaccato, poco o niente posso fare per loro se non mandare qualche soldo per placare la coscienza. Non va, per me non va. Penso sempre che avrei dovuto pensarci prima , ma è inutile: non l’ho fatto. Ho pensato a me stesso.Ora dovrebbe essere tardi per recriminare.
I vecchi i malati i malati mentali.
Per quanto riguarda i vecchi, non devo guardar lontano: basta uno specchio.
I malati. Sono altro da noi finchè qualcosa di simile non ci colpisce. uno sano non può capire un malato. finge, si sforza. prova compassione ma…con distacco. Se ci sei dentro li capisci. Dobbiamo “toccar per mano” per vedere.
Lo stesso per i malati di mente, li conosco bene e non mi fanno quasi mai pena. desiderio d’aiutarli: nessuno di loro è irrecuperabile. La compassione la lascio agli altri.
amen. ahug !