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Simone De Beauvoir: ” Ognuno è solo con la propria coscienza “
“””… < […] D. In generale che cosa pensa dei credenti ? R. < Non penso niente in generale. Ho delle opinioni molto particolari sugli uni e sugli altri perché sono tutti diversi quanto lo sono i non credenti. Ci sono preti progressisti con cui vado molto d’accordo, e atei, diciamo così, che invece sono per l’ oppressione, e con cui non posso andare d’accordo. Ci sono credenti che usano la religione come giustificazione per il capitalismo e il colonialismo, e allora non posso andare d’accordo con loro. Dipende, quindi. Sa, la Chiesa è molto, ma molto, divisa, e anche all’ interno stesso della Chiesa francese ci sono enormi differenze.[…] >. D. E questo non prova che anche nel cristianesimo c’è una libertà così come nel vostro mondo esistenzialista ? R. < Sì. Esatto. Io penso alla fine che Dio sia una specie di alibi senza esserlo, e tante persone, tanti credenti, d’altronde, me l’hanno detto, non arriverò a dire che me lo hanno confessato. Si è persi anche in un mondo dove esiste un Dio, se veramente si tiene molto a sapere dov’è il bene e dov’è il male, e quali siano i valori tipo in questo mondo dove non ce ne sono perché, tanto, chi interpreterà la volontà di Dio, chi interpreterà il modo nel quale la trascendenza si traduce in questo nostro mondo ? Ognuno è solo con la propria coscienza. E a quel punto ogni coscienza si ritrova a essere sola così come la mia che non crede in Dio >. D. Tranne se si crede nella rivelazione. R. < Anche se si crede nella rivelazione. Sapere se questo Dio vuole che si continui, che so io, a opprimere gli algerini e a far morire di fame alcune persone, e se queste cose rappresentino un bene o un male … ognuno è libero di scegliere. Infine, ognuno interpreta Dio a seconda delle proprie tendenze >.
dall’ intervista ” Credevo in Gesù bambino. Poi Dio è evaporato ” a Simone De Beauvoir, di Wilfrid Lemoine (traduzione di Maria Baiocchi) in La Stampa di Mercoledì 12 Ottobre 2016.
Edith Bruck: Primo Levi era come un fratello
“””…< […] …Primo Levi… quattro giorni prima di morire mi telefonò > D. Cosa le disse ? R.< “Non ce la faccio più, Edith. Non ce la faccio più. Ormai scrivo al buio, accanto a mia madre cieca e riversa nel letto”. Era dolorosamente colpito dalle affermazioni negazioniste. Di chi diceva che c’ eravamo inventati tutto. “Capisci”, diceva. “A che serve tutto quello che abbiamo testimoniato ?>. D. Cosa ne pensa della sua morte ? R.< Non aveva il diritto di suicidarsi. Io penso che la nostra vita non appartiene solo a noi ma anche alla nostra storia. A coloro che ci sono accanto. Quando il cognato mi diede la notizia per telefono, smisi di mangiare e cominciai a urlare. No, non aveva il diritto. Ero disperatamente arrabbiata >. […] < C’è una rabbia profonda e impotente verso Dio. Dov’era quando accadeva l’ orrore estremo? E provo rabbia per tutto quello che sta accadendo oggi. L’ uomo non impara dai suoi errori e questo mi fa impazzire. Cosa deve ancora succedere? Possibile che siamo così ottusi e incorreggibili? Diventiamo nuovamente razzisti, fascisti, nazisti! A cosa serve la memoria in un mondo smemorato? > D.Dio è un orizzonte totalmente precluso ?R. No, le mie origini non sono passate invano. C’è un Dio tutto mio che prego cercando le risposte che non ho avuto. È anche quello un modo di tornare alla fonte dei miei pensieri mai espressi, e desideri mai realizzati >. D. È un’ interrogazione che l’ ha portata dove ? < A non odiare. L’ odio chiama solo odio>.
dall’ intervista di Antonio Gnoli a Edith Bruck , Straparlando, ‘Robinson’ la Repubblica di Domenica 30 Aprile 2017.
Giorgio Visintini: Accogliere i migranti e non dimenticarli. Se li conosci li ami.
“””… < Il dramma dei migranti è da tempo all’ ordine del giorno: l’ Italia prima li accoglie, poi li dimentica. Era la primavera del 2015, viaggiavo in auto da Sarteano verso Chianciano. Pioveva. Lungo la strada vidi un giovane africano che cercava di ripararsi con il cappuccio e, d’istinto, mi fermai. Andava a Chianciano e lo feci salire. Mi guardò stupito e disse in francese: ‘Sono qui da un anno e nessuno si è mai fermato’. Demba parlava poco l’ italiano. Stava nella depandance in un albergo a Chianciano, trasformata in dormitorio. Ci scambiammo i numeri di telefono. Ogni settimana lo portavo a casa mia, mangiavamo insieme e chiacchieravamo, sempre in francese, poi lo riaccompagnavo. In agosto gli proposi di stabilirsi a casa mia e di studiare l’ italiano con me, poi di prendere la patente e di cercare un lavoro. In cambio mi avrebbe aiutato nei lavori di casa. Io sono vedovo, vivo da solo e ho 80 anni, Demba ne ha 20. Abbiamo vissuto insieme 18 mesi e abbiamo realizzato il nostro programma: Demba parla correntemente l’italiano. Sei mesi fa ha passato gli esami della patente, e da 3 mesi lavora come custode giardiniere, con contratto regolare di lavoro. In un casale della Val d’Orcia. Per costruire la società multietnica di domani non basta l’ accoglienza. I migranti che restano in Italia devono essere integrati in un processo di formazione al lavoro. Sono ragazzi straordinari, se li conosci li ami >…”””
( lettera a la Repubblica del 18 Aprile 2017 )
Sandro Bajini : tentativo di dire qualcosa in versi
“””… < I luoghi della tua fanciullezza / non sono un ermo colle / o il sottobosco coi suoi mirtilli, / è un cortile assolato, / il bagno nella tinozza, / il sapone che si faceva / sempre più esiguo (per pudore?), / o i giochi sotto la neve, / il richiamo di zie inquiete, / il broncio della rinuncia, / quand’eri felice e non lo sapevi. > “””…
da Andare alla ventura di Sandro Bajini con prefazione di Marco Innocenti e con una nota di Maurizio Meschia, edito da Lo Studiolo, piazza del Capitolo, 1 Sanremo 2017, pag.106. Euro 10
scusa Nemo se approfitto della tua pagina per scrivere una poesia di mio figlio Filippo.
Spero Chiara la veda.
SU UN VOLO DI RONDINI
Su un volo di rondini
un giorno
ho visto giocare le rondini sui loro voli.
L’ULTIMA SIGARETTA
fumava segretamente il signore
che da tanti anni vecchio non muoveva
opinione
su nessuna cosa, ma tutto vedeva e guardava
con lo sguardo del sornione che comunque
sapeva
e che del mondo una cosa in almeno una parte è bella
tutto questo col suo sguardo morto
di un morto segregava nei cuori
una nuova forma di ricordo
che lo riportava in vita
in ogni cosa che gli apparteneva
in casa
ogni accendino posacenere lume
che in qualcosa riportava alla sua vita
passata
che con un soffio miracoloso mi faceva rivivere la sua aria
da signore che chiunque lo abbia conosciuto
non potrà mai dimenticare
segretamente avvenuto tutto questo e divertente faceva
sembrare
di cartapesta gli sozzi avvoltoi
che solitamente si aggirano intorno a un cadavere
nonno io credo che nella mia fanciullezza
qualcosa di oscuro e benevolo ci univa
credo che nella mia vita futura ritroverò
quel che di divertente anche il giorno del tuo
funerale tu facevi sembrare
O nonn io ti ho scorto
anche in quell’infausto giorno
mentre tranquillo ti fumavi la tua cicca
per gli altri avvoltoi è e sarà un frutto disonesto
della mia mente, ma questo io ricorderò
che mentre morto per tutti
tu segretamente
fumavi davanti al balcone
di casa tua….: un’ultima sigaretta.
grazie dell’ospitalità forzata, ma non so mai come mandare a Chiara.