MARINA GORI— ALFREDO SCHIAVI — 2 GIUGNO 1946 ::: UNA TESTIMONIANZA

Marina Gori ha condiviso un post sul diario di Chiara Salvini.

11 ore fa ·

 
 
 

Settantuno anni fa, erano le 10 e 28, a Milano, salivo su di uno dei tantissimi vagoni bestiame (uomini 40, cavalli 8) in attesa alla Stazione Centrale per tornarmene a Pavia dopo aver passato la notte in via Solferino presso lo stabilimento del Nuovo Corriere della Sera (“Nuovo” per ordine del Comando Alleato e del CLN per essere stato il portavoce della RSI, fascista dalla fine, circa, del 1943 sino al 25 aprile del 1945. Quel Nuovo era per “penitenza” nell’aver ospitato anche il famoso “Apelius”, giornalista del Corriere che quotidianamente “malediva” gli Alleati) dove ero aiuto-impaginatore del giornale in uscita quel mattino. Il titolone a riga piena sotto la testata era “E’ nata la Repubblica Italiana” oggi 2 giugno… ma era il 1946. Titolo da me composto in carattere Bastone nero, in legno, da 6 righe Didot (che potete osservare chiedendolo a Google). Chiudemmo le 4 pagine alle 1 e 30 circa e poi ci spostammo presso il reparto rotativa dove gli addetti erano in attesa dei flan (Incisione di ogni pagina su zinco semicurvo per adattarlo ai cilindri della Windsbrau rotativa) assieme a tutti gli operai, giornalisti ed il direttore di allora che credo fosse di nome Brallo e Bracco o similare. La Direzione ci offrì cibo e bevande e festeggiammo sino ad una certa ora… Presi una copia del giornale ed uscii dallo stabilimento per portarmi alla Stazione Centrale… Sul vagone bestiame mi addormentai steso da qualche parte. Non ricordo se il Nuovo Corriere lo dimenticai o me lo presero mentre dormivo. Mi svegliai a Voghera e dovetti riprendere il treno (stavolta di 3.a classe… arrivava da Bologna) per tornarmene a Pavia… Avevo 20 anni e pochi mesi… e tanta voglia di scordare la guerra appena cessata da 13 mesi.

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1 risposta a MARINA GORI— ALFREDO SCHIAVI — 2 GIUGNO 1946 ::: UNA TESTIMONIANZA

  1. Carine scrive:

    Bello questo ricordo che si intreccia con la grande storia. “E’ nata la Repubblica” ci può lasciare indifferenti, ma pensare a tutto il lavorio, il sacrificio, la morte, la gioventù che c’era dietro, la gioia che sbocciava dopo tanto dolore e che tutto ciò era vissuto da uomini e donne in carne e ossa,:questo non ci può lasciare indifferenti.

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