TRAILER ITALIANO
ALCUNE CLIP DAL FILM
DONATELLA D’IMPORZANO
“L’insulto”: film del regista libanese Ziad Doueiri, 2017. Tutto nasce da una banalissima lite tra Toni e Yasser, che arriva fino in tribunale, creando a poco a poco un caso nazionale, una specie di regolamento di conti tra culture e religioni diverse. Siamo ai giorni nostri in Libano, a Beirut: Toni, un meccanico d’auto, è libanese di famiglia cristiana; Yasser è un palestinese profugo in Libano, dove fa il capomastro in una ditta edile. Al processo, oltre agli avvocati e ai familiari, si schierano due fazioni opposte: i sostenitori dei palestinesi e i sostenitori dei libanesi, che vedono gli immigrati come dei concorrenti pericolosi ( tutto il mondo è paese). Nel processo, condotto da avvocati e da giudici d’eccezione ( sembrano esseri umani), viene fuori una realtà tragica di tutti e due i litiganti. Le piccole miserie della lite vengono lette alla luce della storia che sta dietro ai contendenti. Tutti e due hanno le loro ragioni e le cause che li hanno portati in tribunale vengono scavate.La guerra in Libano, finita nel 1990 senza vincitori né vinti, ha travolto la vita di tutti, ma l’amnistia generale si è trasformata in amnesia generale. Le stragi, l’esodo forzato, l’odio e il disprezzo che continua a covare contro chi ha la sfortuna di essere nato in un determinato paese sono il retroterra e e la vera causa di una lite banale che scopre pozzi di rancore e di fragilità umana. In tribunale si risale finalmente alla storia recente di un Paese, il Libano, parecchi decenni fa considerato la Svizzera del Medio Oriente e poi precipitato nell’orrore di una guerra senza esclusione di colpi. Una volta tanto un tribunale vuole davvero fare giustizia, nel senso più nobile e umano della parola. La storia di un paese è anche e soprattutto la storia delle vite di tante persone, ognuna delle quali ha sofferto a suo modo nella tragedia generale, non riuscendo da sola a elaborare il proprio dolore, che si sfoga in una rabbia impotente contro il proprio simile. Nel film un posto particolare spetta alle donne di entrambe le parti.” …le donne hanno un approccio completamente differente…hanno più sfumature…posseggono l’intelligenza che permette di raggiungere un equilibrio. Questo è un film in cui le donne prendono il controllo della situazione per fare da moderatrici, per fare in modo di superare questa situazione…” dice il regista. Ziad Doueiri è nato in Libano nel 1963, è cresciuto durante la guerra civile e ha lasciato il suo Paese a vent’anni per studiare negli Stati Uniti. Diplomato a San Diego in cinema, ha lavorato a lungo come cameraman a Los Angeles. Nel 1998 scrive e dirige il suo primo lungometraggio, “West Beirut”, premiato a livello internazionale. Da allora i suoi film sono stati selezionati e premiati in tutto il mondo: “Lila says” (Lila dice), “The Attack” e “L’insulto”, nella selezione ufficiale della Mostra del Cinema di Venezia. Ha anche diretto “Sleeper Cell” nel 2006 e “Baron Noir ” nel 2016 per Canal+. |
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a forza di leggere le tue piacevoli, scorrevoli ed intelligenti “critiche cinematografiche” mi sa che tornerò ad andare al cinema..
( in realtà questo film, vedendo i trailer mi aveva già incuriosito favorevolmente.)