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Diverticolo

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di-ver-tì-co-lo

SIGNIFICATO ::: Viottolo, sentiero che devia dalla strada principale; digressione, deviazione dall’argomento principale; sotterfugio; in anatomia, estroflessione a fondo cieco di organi cavi, in particolare di intestino e vescica

voce dotta recuperata dal latino diverticulum, derivato di divèrtere ‘deviare’ (de ‘in direzione opposta’, vèrtere ‘volgere’), col suffisso -culum proprio di sostantivi deverbali che descrivono luoghi.

La persona che più facilmente ci parla di diverticoli, forse, è il gastroenterologo; e il bello è che il significato con cui egli ce ne parla è un esito piuttosto poetico.Il diverticulum latino è propriamente la via traversa: letteralmente si tratterebbe di una deviazione. E in italiano viene recuperato nel Trecento come ‘diverticolo’ secondo la medesima suggestione: si dice diverticolo innanzitutto il viottolo, il sentiero che diverge dalla strada maestra.Seguendo la curiosità del cane ci addentriamo nei più ameni diverticoli del bosco; la trattoria si trova in un diverticolo che non avremmo mai notato, se non avessimo saputo dove cercare; i diverticoli della grande rotta turistica portano a mete minori e meno sondate. Da qui i primi significati figurati sono ovvi: il diverticolo diventa la digressione, la deviazione rispetto a un argomento maestro. Alla conferenza l’intervento tutto diverticoli non porta da nessuna parte; nel romanzo che fila ci sono però un paio di diverticoli inconseguenti; e per tenere alta l’attenzione di chi segue la presentazione sfrutto il diverticolo di un aneddoto (dopotutto, l’etimologia ci porta al ‘divertente’).Nel Cinquecento, riprendendo in modo un po’ originale il filo di un altro significato latino di diverticulum, quello di ‘scappatoia’, il diverticolo diventa anche il sotterfugio, il pretesto: trovo sempre un diverticolo per non aiutare nelle faccende, il truffatore mi intorta con diverticoli davvero acuti, e la scusa che pare sofferta può essere un mero diverticolo.Solo nell’Ottocento si arriva al significato medico: qui il diverticolo cessa di essere materia gradevole da evocare durante i pasti ma mostra quanto i nomi scientifici sappiano essere aggraziati. Esso diventa un’estroflessione cieca, specie dell’intestino o della vescica: un’appendice che è ricettacolo incline ad infiammarsi – una piccola, losca via traversa.

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3 risposte a UNA PAROLA AL GIORNO.IT — DIVERTICOLI

  1. Donatella scrive:

    E’ divertente divertirsi diversificando con diverticoli divaricanti la diretta rotta.

  2. Donatella scrive:

    Non c’entra, assolutamente no…
    Per la nota e mondiale rubrica abbiamo visto “Il giovane Karl Marx”, regia di Raoul Peck, coproduzione di Francia, Germania e Belgio, 2018.
    Ce la siamo spassata per circa due ore vedendo questo bel film, che faceva scendere da altari e altarini i due compagnoni Karl e Friedrich, mummificati in santini dalla nostra e altrui ignoranza. Ci è sembrato un film onesto, che cercava di rendere, riuscendoci, il clima storico e politico in cui si sono sviluppate le idee socialiste dell’Ottocento. I colori grigi, autunnali e invernali, ci trasportavano nella realtà durissima della rivoluzione industriale e mettevano in risalto la felicità dell’amicizia tra i due grandi ” compagni”. Notevoli anche le figure femminili, molto diverse dagli ” angeli del ciclostile”, stereotipo che ha resistito anche al dissacrante Sessantotto e dura tutt’ora. Insomma, abbiamo visto un film intelligente e divertente, ricco di storia , di filosofia e di politica, un film accessibile a tutti, insomma un film ” compagno”.

  3. Donatella scrive:

    1818-2018: duecento anni portati bene. Accenniamo all’articolo di Salvatore Cannavò, su “Il Fatto Quotidiano” del 30 aprile 2018, pag. 9 , intitolato “Buon compleanno Marx, libertario letto molto male”.
    “…Quello che è stato ” un rabbino mancato”, come scrive un rigoroso studioso di Marx, Marcello Musto, docente presso la York University di Toronto, si impone sulla scena più da morto che da vivo. Sicuramente grazie a uno studio talmente intenso da averlo fatto ammalare. Marx studiò sempre e senza pausa… alla continua ricerca della perfezione con l’opera omnia, “Il Capitale”, completato solo nel capitolo primo e poi ricostruito da Engels dopo la morte dell’autore. Questa incompiutezza e la mole sterminata dei suoi scritti rende l’opera marxiana fresca e vitale nonostante il santino del socialismo reale che gli è stato cucito addosso. A essere convinto che invece Marx faccia rima con libertà è lo stesso Musto che respinge l’idea di una linea di congiunzione tra il pensatore di Treviri e il totalitarismo…” Marx assegnò un valore fondamentale alla libertà individuale…Il suo comunismo è radicalmente diverso dal livellamento delle classi auspicato da tanti suoi predecessori e dalla grigia uniformità politica ed economica realizzata da molti suoi seguaci. Marx fu contrario a ogni tipo di socialismo di Stato e considerò essenziale, per ogni processo rivoluzionario, l’autoemancipazione dei lavoratori. La sua idea di società è, dunque, agli antipodi dei totalitarismi sorti in suo nome nel XX secolo. Marx fu il teorico dell’autogoverno dei produttori”. Su questa ipotesi c’è un filone di pensiero che è rimasto minoritario nella storia del marxismo occidentale, battuto dal comunismo reale, ma che ha poi trovato nuovi spazi nella “Marx Renaissance” di inizio 2000 e che può essere sintetizzata nelle parole del filosofo francese Jacques Derrida: “Sarà sempre un errore non leggere, rileggere e discutere Marx”.
    Nonostante il lavoro non sia più non solo quello dell’800 ma nemmeno quello del ‘900 e nonostante il camaleontismo del capitale, quel rapporto ineguale ( tra capitale e lavoro) è tutt’ora vigente.Si può pensare che la soluzione risieda in un nuovo compromesso tra capitale e lavoro, ipotesi riformista forte, alla Sanders; oppure che il capitalismo vada abbattuto, ipotesi rivoluzionaria. Ma l’analisi di quella disparità resta tutt’ora in piedi… Anche per questo Marx non sente il peso dei suoi duecento anni.

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