UNA PAROLA AL GIORNO.IT — 29 MAGGIO 2018
UN LUPO NELLA ZONA DI BENEVENTO
Inerpicarsi
i-ner-pi-càr-si (io mi i-nér-pi-co)
SIGNIFICATO ::: Salire, arrampicarsi faticosamente su una forte pendenza
derivato di erpice, che è dal latino hirpex (a sua volta da hirpus, nome sannita del lupo),
preceduto da un in- illativo (NOTA IN FONDO).
L’ARATRO E L’ERPICE—VINCENT VAN GOGH (DA MILLET)
«Ah, figurati, sapevo ovviamente che cosa significa ‘inerpicarsi’, ma non sapevo che c’entrassero gli erpici. Aspetta, che sono gli erpici?»Per capire questa parola, faticosa al sol pensiero, dobbiamo ripartire dal lavoro nei campi. Ora, il campo arato è tutto squassato, le zolle voluminose sporgono disordinatamente, anche solo camminarci è un’impresa, e a ben vedere non ha proprio quell’aspetto liscio e armonioso che i turisti ammirano dal treno.
ERPICATURA OGGI
Questo perché manca un passaggio: l’erpicatura. In questa lavorazione le zolle rabbuffate dal versoio vengono pettinate, ossia sbriciolate e spianate dall’erpice, attrezzo che oggi può prendere forme delle più disparate, ma che nella sua forma originale si presenta davvero come un grosso pettine che, trascinato sul terreno, lo ordina. A mo’ di artiglio di gatto (recalcitrante) dei cartoni animati, tirato sul pavimento. Ebbene, il nome latino di questo erpice coglie una suggestione sannita, un riferimento al lupo: l’erpice viene descritto come fosse una chiostra di zanne.
Soldati sanniti, da un fregio tombale di Nola. IV secolo a.C.
Ma dicevamo di ‘inerpicarsi’. La forza con cui le zanne dell’erpice fanno presa sul terreno ha suggerito un’analogia con quando, per la pendenza e l’impervietà, per procedere si deve fare forza con le mani (lo piè sanza la man non si spedia), quasi fossero ramponi dentati. È così che l’inerpicarsi, un aggrapparsi come fanno i denti dell’erpice, diventa un arrampicarsi faticosamente, figurato o meno. Ci inerpichiamo sul viottolo roccioso che arriva alla fonte, ci inerpichiamo per la stretta scala a chiocciola che porta alla magnifica terrazza, la strada sterrata si inerpica sul fianco della montagna, e citiamo en passant una questione aperta senza però inerpicarci a trattarla.
Questa parola ci suona comune ma colorita ed efficace, evocativa: le consonanti, una dopo l’altra, ne interrompono continuamente il flusso, il passo. Insomma, sarebbe splendida anche solo così, anche se non ci portasse al salire duro partendo dal lupo, con un mondo di immagini nel mezzo.
NOTA::
illativo agg. [dal lat. tardo illativus, der. di illatus, part. pass. di inferre «inferire; portare dentro»], letter. – 1. a. Fatto per illazione, che costituisce un’illazione: ragionamento i.; proposizioni i., le proposizioni più comunem. dette consecutive. b. Che serve a trarre o a enunciare un’illazione: congiunzioni i., le cong. dunque, perciò, pertanto, quindi e sim., dette anche conclusive o consecutive. 2. Con sign. più tecnico, in linguistica, è talora detto caso i., o complemento i., il caso o complemento che indica entrata, penetrazione in un luogo (per es., lat. «inire domum», ital. «entrare in casa»); e da taluni è chiamato in– illativo (o in- con funzione illativa) il pref. in–1, per distinguerlo dal pref. in–2, che ha invece valore di negazione. ◆ Avv. illativaménte, per via di illazioni: argomentare illativamente.
VOCABOLARIO TRECCANI
http://www.treccani.it/vocabolario/illativo/
Bellissima la spiegazione di ” inerpicarsi”: c’è tutta la fatica della salita e, almeno per noi, la figura magica del lupo, che è tornato in Italia, anzi, si è inerpicato dall’Italia meridionale fino alle Alpi.