chiara: certamente, nel prendere le immagini da Internet, pur controllando minuziosamente, avrò, come minimo, miscelato le illustrazioni dei vari codici che ce l’hanno tramandato…
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ANTEPRIME / I “segreti” dei Commentari all’Apocalisse di Beato di Liebana da settembre in mostra
ANTEPRIME / I “SEGRETI” DEI COMMENTARI ALL’APOCALISSE DI BEATO DI LIEBANA DA SETTEMBRE 2016 IN MOSTRA
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MADRID [di ©Elena Percivaldi] – La Biblioteca Nacional de España inaugurerà il prossimo 23 settembre la mostra Beato. El misterio de los siete sellos (Beato. Il mistero dei sette sigilli), che promette di svelare i segreti contenuti nel commentario al libro dell’Apocalisse più famoso del mondo, quello composto nell’VIII secolo dal monaco spagnolo Beato di Liébana, le cui icastiche e miniature, che si conservano in vari esemplari manoscritti redatti tra X e XI secolo, hanno influito in maniera potente sull’immaginario collettivo per tutto il Medioevo e oltre.
UN LIBRO PROBLEMATICO –Secondo la tradizione, l’apostolo Giovanni mentre si trovava sull’Isola di Patmos ebbe una visione che ispirò uno dei libri più importanti ed enigmatici del Nuovo Testamento: l’Apocalisse. Il libro, indirizzato alle chiese dell’Asia Minore per incoraggiare i fedeli a resistere alle persecuzioni in attesa dell’avvento del regno escatologico, fu incluso nel canone della Bibbia come libro finale e dal IV secolo in poi è stato commentato, chiosato, interpretato innumerevoli volte. Ciò avvenne soprattutto nel Medioevo, epoca come si sa particolarmente sensibile ai temi escatologici.
IL COMMENTARIO DI BEATO – Il più celebre commentario è sicuramente quello realizzato nell’VIII secolo da un monaco di nome Beato, abate di Liébana (in Cantabria, Spagna): dal 776, anno della stesura, in poi il testo, che presenta anche l’opera attribuita a Giovanni tradotta integralmente in latino dall’originale greco, è stato copiato in numerosi esemplari, tutti interamente illustrati con splendide e icastiche miniature che ne fanno uno dei documenti più importanti dell’arte e della miniatura mozarabica. Il corpus di questi manoscritti – ne sono giunti, interi o frammentari, in tutto 31, detti complessivamente “Beatos”e databili tra il X e l’XI secolo – è stato inserito nel 2015 tra i beni Patrimonio Unesco nella lista “Memory of the World”.
GALLERY
I manoscritti sono conservati in varie biblioteche del mondo. Tra quelli che si trovano attualmente nella Biblioteca Nacional de España, il più importante è probabilmente quello appartenuto a re Fernando I di Léon e sua moglie Sancha, datato 1047 (Madrid, Biblioteca Nacional. Ms. Vit. 14.2). Il manoscritto (che misura 267 x 361 mm) è composto da 312 fogli con 98 miniature opera di uno scriba di nome Facundus.
LA MOSTRA E IL SITO – La BNE ha annunciato l’apertura, prossimamente, di un sito web interamente dedicato al corpus dei manoscritti in vista della mostra, organizzata trent’anni dopo la magnifica esposizione che riunì per la prima volta proprio nella Biblioteca nazionale iberica un gruppo cospicuo di codici. Il progetto, intitolato Los viajes de los Beatos (I viaggi dei Beatos) racconterà l’avventurosa storia di questi straordinari volumi e ne offrirà la completa spiegazione iconografica.
Sono dei disegni splendidi: cercando di capirli, oltre che goderseli, forse si capirebbe molto del mondo che li ha creati. Sono divertentissimi, nel senso più bello della parola.