WALTER VELTRONI
IL FATTO QUOTIDIANO DEL 30 AGOSTO 2018
Caro Veltroni, contro la destra ci vuole più sinistra
Ha ragione, e da vendere, Walter Veltroni che ieri su Repubblica, invocava la nascita di una nuova sinistra con un dolente grido d’allarme. Se siamo d’accordo sulle necessità e sull’urgenza, è sull’analisi – della situazione, delle cause di una crisi spaventosa – che abbiamo diversi dubbi. Siamo davvero a Weimar? In calce Veltroni cita Luciano Gallino, grande intellettuale scomparso tre anni fa di cui si sente moltissimo la mancanza. Il professore contestava alla sinistra una subalternità cieca al neoliberismo, scriveva contro la flessibilità, contro l’irrazionalità di un sistema economico completamente finanziarizziato, in cui sono i lavoratori a pagare il prezzo più alto. E contro un’Europa – e una moneta – in cui i diritti sono diventati merce non solo negoziabile, ma svenduta. È probabilmente vero che è un errore inseguire la destra sul terreno securitario e certamente la questione dell’immigrazione è diventata il nuovo spartiacque. Un tema centrale, epocale, cui si dovrebbe smettere di rispondere con slogan che non convincono (evidentemente), ma con la ragione dell’ascolto. Ascolto dei cittadini, che nel loro insieme formano quel popolo che la sinistra ha dimenticato per via di “rapporti di confidenza tenuti col capitalismo senza mai avere il coraggio di combatterne i vizi”, come ha con grande coraggio dichiarato Gad Lerner al Fatto.
Dice Veltroni: non parliamo di populismo, “è destra, la peggiore destra”. Aggiungendo: “Contro la quale un galantuomo come John McCain ha combattuto fino all’ultimo”. E qui ci permettiamo di notare che forse nel pantheon della nuova sinistra bisognerebbe citare padri nobili più, appunto, di sinistra (Bernie Sanders, tipo?). Ma c’è un altro passaggio che fa pensare: “Il Pd che io immaginavo è durato pochi mesi, raggiunse il 34 per cento in condizioni terribili e si trovò, orgoglioso ed emozionato, in un Circo Massimo oggi inimmaginabile per chiunque”. Veltroni disse: “L’Italia è un paese migliore della destra che lo sta governando”. Inimmaginabili erano anche le larghe intese, allora. Tempi in cui si chiedeva ai compagni, già divenuti “amici”, il voto contro Berlusconi: chi se lo immaginava, poi, un patto del Nazareno, allora? Anche se è di qualche anno prima l’illuminante discorso di Luciano Violante alla Camera, quello in cui si confessava candidamente che a B. era stato assicurato che le sue aziende non sarebbero state toccate. Nel 2002 ci fu un altro Circo Massimo, forse addirittura più “orgoglioso ed emozionato”: era la piazza dei tre milioni (e se erano di meno, pazienza) che protestavano contro il tentativo di abolire l’articolo 18. Chi poteva credere che sarebbe stato un leader di sinistra a farlo? Il delitto perfetto, contro i diritti del lavoro e forse anche contro il partito. Se, come afferma Veltroni, non si può e non si deve rinnegare la storia della sinistra in Italia, sarà bene ricordare anche le non trascurabili battaglie per la piena occupazione e i diritti dei lavoratori. La rivendicazione di quanto fatto – giustamente – per i diritti civili in questi anni di governo non può bastare, significa ridursi a una vocazione elitaria, cieca ai bisogni di una maggioranza sofferente.
Il problema, dunque, è la destra: non lo si risolve con una sinistra rinnovata per l’ennesima volta, ma semplicemente con più sinistra. Magari, volendo sognare, addirittura con un leader di sinistra.
Con il rispetto che le si deve visto che lei Veltroni è uno dei massimi rappresentanti dell’Unicef, le chiedo visto che per decenni ho versato piccole somme ma comunque in rapporto alla mia possibilità diventate di un certo rilievo, può chiarire se a lei risulta che siano stati distratti fondi che sarebbero dovuti servire alla causa dell’Unicef stessa ? E’ vero che i magistrati fiorentini hanno chiesto alla dirigenza italiana Unicef di fare denuncia per l’eventuale recupero di queste somme e voi non avete dato risposta ? Oppure è una fake news ? Le chiedo gentilmente di dare una risposta, grazie.
La nuova sinistra non nascerà mai,se non interviene una mutazione genetica e culturale di chi ad essa fa riferimento.Il PD,salvo imprevisti,è perduto alla causa della sinistra avendo fatto propri i disvalori del neoliberismo dominante;chi milita alla sinistra del Pd per uscire dall’autoreferenzialità deve apprendere la lezione della storia che è un invito a dismettere i panni del settarismo,degli egoismi personali,del liderismo purchessia.Costruire una sinistra alternativa,anticapitalista,antirazzista ed egalitaria,ecologista,al tempo stesso attenta alla concretezza storico- politica e guidata da tensione utopica, è opera di lunga lena.Stando l’attuale situazione di crisi bisognerebbe avviare tra tutte la forze,movimenti ,partiti,che ad essa fanno riferimento,un serio lavoro di analisi,di confronto,di organizzazione e di proposta unitaria senza accampare da nessuna parte primati e/o prerogative di sorta.Naturalmente un conto sono le dichiarazione di principio,un altro i fatti…..