GIA’ CHE ERAVAMO TRA I PINGUINI, VI MOSTRIAMO ALCUNE TRA LE FOTO PIU’ BELLE…CON SPIEGA! –DA FOCUS.IT

 

FOCUS.IT

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Gli basta agitare il crestone “biondo”, per avere tutte le femmine ai suoi piedi.
In fatto di seduzione l’eudipte crestato (Eudyptes chrysocome) è un vero maestro e quando fa ondeggiare i lunghi ciuffi di piume gialle che corredano il muso, non passa certo inosservato. Ma non è un Don Giovanni: malgrado l’aria da rubacuori questo pinguino dell’Atlantico è un tipo fedele e ogni anno nel periodo degli accoppiamenti – nei primi giorni di primavera o in estate – va in cerca della stessa partner delle stagioni precedenti.

 

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Vive allo zoo di Edimburgo, in Scozia, assieme ad altri animali, ma questo è un pinguino reale (Aptenodytes patagonicus) fuori dal comune. E di “regale”, oltre al nome e alla camminata decisa con cui passa davanti ai militari, ha anche il titolo: è colonnello in capo della Guardia Reale Norvegese!
Era il 1972 quando un luogotenente di questo corpo militare propose di adottare un pinguino come mascotte. L’uccello prescelto fu ribattezzato Nils Olav in onore di re Olav V di Norvegia. Ma purtroppo non fece grande carriera, quando morì era solo sergente. Il suo posto allora fu preso da Nils Olav II (nella foto), nominato di recente anche cavaliere.

 

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Un giovane pinguino alle prime armi? Macché, quello che vedete è un esemplare adulto e vaccinato di pinguino minore (Eudyptula minor). Chiamato così per la sua bassa statura, 40 centimetri (la metà circa di un pinguino comune e un terzo del pinguino imperatore alto 1, 20 metri). Un mese fa il piccoletto è stato trovato più morto che vivo su una spiaggia australiana. Ma ora dopo un periodo di cure in uno zoo di Sydney può finalmente riprendere il largo verso la costa meridionale, dove vivono i pinguini minori. Ed è meglio che si sbrighi perché probabilmente la sua compagna è in trepida attesa. Se infatti di giorno questi pinguini – generalmente monogami – compiono lunghe nuotate solitarie alla ricerca di cibo, appena scende il buio ritornano a “casa”. Tra le braccia, o meglio tra le ali, del partner.

 

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Questi uccelli in frac hanno un sacco di abitudini consolidate. Anno dopo anno, quando i pinguini imperatori (Aptenodytes forsteri) tornano dalla migrazione a nord, dove se ne stanno per due mesi, scelgono sempre lo stesso pezzo di ghiaccio che galleggia nel mare dell’Antartico. Così, stagione dopo stagione, scelgono sempre lo stesso partner per riprodursi, se è sopravvissuto alle avversità.
I biologi sono anche incuriositi dal fatto che questo è l’unico pinguino a preferire la stagione più fredda per gli amori. In pieno inverno poi è il maschio a occuparsi dell’incubazione dell’uovo. Nella foto, un adulto circondato da un gruppo di nuovi nati che si tengono caldo a vicenda…

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Questo pinguino si diverte a fare surf nelle acque delle isole Malvine (o isole Falkland come le chiamano i britannici), in Argentina. Ma non è la sua unica specialità sportiva, il pinguino Papua della specie Pygoscelis papua è anche un provetto nuotatore, probabilmente il più veloce tra gli uccelli. Come tutti i pinguini, usa le ali non per volare ma per nuotare e si immerge a caccia di pesci e calamari.
Esistono circa 17 specie diverse di pinguini, anche molto differenti tra loro per dimensione. Il pinguino imperatore – quello del film “La marcia dei pinguini” per intenderci – è il più grande e può arrivare anche a 1,20 metri di altezza. Mentre quelli che appartengono alle specie più piccole talvolta non superano i 50 centimetri.

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La colonia che vive nelle Isole Sandwich Meridionali nell’Antartide conta oltre 10 milioni di esemplari, riuniti in circa 7,5 milioni di coppie. Parliamo dei pinguini antartici (Pygoscelis antartica), che in questa foto sono raggruppati su un iceberg nel mare di Weddel.
Diversamente dai pinguini imperatore, di cui vi abbiamo raccontato la difficile lotta per la procreazione, questa specie non fa i salti mortali. La cova delle uova deposte (in genere due) avviene su nidi circolari dal diametro di circa 40 centimetri, costruiti con piccole pietre e rialzati da terra di una quindicina di centimetri.
Entrambi i genitori covano, dandosi il cambio ogni 5-10 giorni: dopo 33-35 giorni i pulcini nascono e rimangono nel nido per quasi un mese. Successivamente raggiungano l’asilo dove tutti i piccoli si raggruppano per salvarsi dal grande freddo.

 

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Quattro pinguini Papua (Pygoscelis papua) sembrano ballare, con un coordinamento quasi perfetto, di fronte all’obiettivo di un ricercatore americano in Antartide. A differenza della maggior parte degli uccelli, i pinguini migrano a piedi. Sono animali cosiddetti gregari: tendono a vivere in gruppi e le colonie più numerose possono raggiungere le 50 mila unità.Talvolta possono dare l’impressione di muoversi in sincronia, soprattutto quando camminano in fila indiana. Lo fanno per ripararsi dal vento.
Perché le loro zampe, esposte a temperature rigidissime (inferiori ai -80 °C) e appoggiate a lungo sul ghiaccio, non congelano?Scoprilo tra le domande e risposte.

Foto: © Tom Schonhoff.

 

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Adesso si è ripreso. Ma quando è stato ritrovato su una spiaggia nei pressi di Sydney, in Australia, questo pinguino dal becco grosso (Eudyptes pachyrhynchus) era davvero esausto. E come non capirlo: partito dalla Nuova Zelanda, ha percorso a nuoto ben 2.000 km. Ottimo nuotatore ma non solo, secondo una nuova ricerca condotta negli Stati Uniti (in Arizona) i pinguini hanno anche un buon senso dell’olfatto. I ricercatori della Society for Integrative and Comparative Biology hanno posto un campione di solfuro dimetile, sostanza chimica dall’odore particolarmente sgradevole, al centro di un labirinto, scoprendo che i pinguini sono perfettamente in grado di localizzarlo.
Profumo di cibo? Forse! La sostanza odorosa viene, infatti, prodotta dal plancton, nutrimento base dei pinguini.

 

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“Lo sapevo, non dovevo esagerare con i crostacei” starà pensando questo pinguino (fam. Spheniscidae) alle prese con la bilancia. Il piccoletto ospite di uno zoo di Hannover (in Germania), si sentirà forse un po’ “gonfio”. Ma i suoi chili di troppo farebbero sicuramente invidia a molti suoi simili presenti in natura. Come per esempio ai maschi di pinguino imperatore (Aptenodytes forsteri), che durante la cova delle uova possono rimanere a digiuno per oltre due mesi in attesa che la partner, partita in cerca di cibo, faccia ritorno al nido. In questo periodo i futuri papà perdono gran parte del loro peso, che in base al periodo riproduttivo oscilla tra i 22 e i 37 chili.

 

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I pinguini di Adélie (Pygoscelis adeliae) – dal nome della moglie prematuramente scomparsa dell’esploratore francese Jules Dumont d’Urville (1790-1842) – hanno un acerrimo nemico: le foche leopardo (Hydrurga leptonyx). Per difendersi da questo predatore che li aspetta nelle fredde acque dell’Antartico, i pinguini scelgono una strategia di gruppo: si tuffano cioè contemporaneamente in modo da ridurre la possibilità che un individuo finisca catturato. I pinguini di Adélie sono anche preziosi babysitter: oltre a badare al proprio nido infatti si fanno carico della difesa dei nidi di altre coppie e della colonia intera se è il caso.

 

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Per i pinguini di Adelia (Pygoscelis adeliae) la neve non è una novità: vivono infatti in Antartide, dove anche in estate (il mese più “caldo” è dicembre) la temperatura raramente supera i -20 °C. Il crollo invernale delle temperature coincide con la discesa del Sole sull’orizzonte verso aprile. Il record è stato raggiunto ad Amundsen-Scott con -82,8 °C (23 giugno 1982) e a Vostok con -89,2 °C (21 luglio 1983); quest’ultima, è la temperatura più bassa mai registrata.
Questa specie di pinguini preferisce comunque nidificare nelle zone costiere non ghiacciate in estate: si riuniscono in colonie di circa 200 mila coppie, in cui le femmine depongono 2 uova a distanza di circa 2 giorni l’uno dall’altro.
Nella foto, iniziano i riti del corteggiamento

 

 

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I pinguini antartici (Pygoscelis antarctica) nascono e vivono in colonie piuttosto estese: ognuno di loro è alto circa 70 centimetri e il suo peso si aggira fra i 3,5 e i 5 chilogrammi. Le foche leopardo costituiscono per questi pinguini il pericolo più incipiente: i piccoli e le uova invece sono minacciate dai chioni antartici (Chionis alba) e dai skua, o stercorario antartico (Stercorarius sp.).
Questi pinguini sono considerati comunque tra i più “attaccabrighe” e molto spesso si scontrano con altri pinguini. Spesso gli studiosi li riconoscono e li soprannominano pinguini “spaccapietre” (stone cracker penguins) a causa dell’alto tono dei loro richiami.

 

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In cerca di un attimo di notorietà questo elefante marino (gen. Mirounga) non ha perso l’occasione di guastare le feste a un fotografo che stava tentando di immortalare un gruppo di pinguini nella Baia di Saint Andrews nella Georgia del Sud, vicino alle Isole Falklands. Il bestione ha fatto più volte capolino da dietro una duna intromettendosi nello scatto per poi sparire in acqua e ricomparire con l’aria divertita. E la sua ricerca di fama alla fine ha avuto la meglio: i pinguini in questa foto, non sono certo i protagonisti. Gli elefanti marini del Sud (Mirounga leonina) trascorrono il 90% delle loro vita negli oceani, con lunghe immersioni in cerca di cibo che vanno dalla mezz’ora alle due ore di durata. La maggior parte dei “tuffi” raggiunge profondità di 300-800 metri, ma sono state osservate anche immersioni di 1500 metri, una profondità superata, nei mammiferi, solo dai capodogli. Nonostante siano ottimi nuotatori, comunque, si sanno muovere rapidamente anche sulla terraferma.

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Farà anche freddo fuori, ma questi due pinguini che si tengono per mano… anzi, per l’ala tra i ghiacci antartici scalderebbero anche il cuore più ghiacciato. Mentre il fotografo professionista Silviu Ghetie, dalla Romania, scattava foto al surreale paesaggio di Port Lockroy, un’insenatura naturale nella Penisola Antartica, una coppia di pinguini è entrata nel campo dell’obiettivo e si è subito imposta all’attenzione del reporter. I due sono rimasti in disparte dal resto del gruppo, in atteggiamento romantico, per un paio di minuti, prima di venire interrotti da un “terzo incomodo”.

 

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