MARCO PREVE, REPUBBLICA 11-12-2018, pag. 8 ::: IL RETROSCENA::: INTERROGATO IL FINANZIERE MANCINI, IL MANAGER CHE COLLEGA I SOLDI IN LUSSEMBURGO AI FIDUCIARI DEI LUMBARD

 

Il retroscena

Interrogato il finanziere Mancini

Il manager che collega i soldi in Lussemburgo ai fiduciari dei lumbard

MARCO PREVE

 

Il detonatore dell’inchiesta sulla Lega che ha provocato le clamorose perquisizioni presso i due commercialisti di Bergamo, è contenuto in una mezza dozzina di pagine con una doppia intestazione: quella della giustizia italiana e di quella del Lussemburgo.

Nei tre giorni fra il pomeriggio del 18 e la mattina del 22 novembre nella capitale del Granducato viene sentito in rogatoria, dal procuratore aggiunto di Genova Francesco Pinto e dal colonnello Maurizio Cintura comandante del nucleo di polizia tributaria, un teste fondamentale per il futuro dell’indagine.

Si chiama Vito Luciano Mancini, è nato a Polignano in provincia di Bari nel 1978, si è laureato alla Bocconi e, dopo un’esperienza in Unicredit, si è trasferito in Lussemburgo dove ha iniziato a lavorare in diversi fondi e fiduciarie. Una presenza, quella di Mancini, che non è circoscritta alla fase lussemburghese dell’inchiesta ma anche a quella di Bergamo. E, infatti, di recente si sono intensificati gli incontri di coordinamento fra la procura del capoluogo ligure che indaga per l’ipotesi di riciclaggio e quella orobica.

Mancini diventa per gli inquirenti una sorta di “filo di Arianna” per muoversi in un tortuoso intreccio di banche, fiduciarie e società fra Bolzano il Lussemburgo e Bergamo.

Alla Sparkasse di Bolzano, infatti, secondo la ricostruzione dei magistrati finirebbero alcuni dei 49 milioni che sarebbero stati allontanati dalle casse del Carroccio temendo s equestri e confische. E dalla Sparkasse (perquisita a giugno dalla finanza) nel 2016 sarebbero partiti in direzione di un fondo del Lussemburgo: Pharus Management.

«Denaro di proprietà della banca» hanno sempre sostenuto i vertici della Cassa di Bolzano, ma la procura ha dei dubbi. Tre di questi milioni investiti in Pharus, a gennaio di quest’anno rientrano in Italia facendo scattare l’allarme dell’antiriciclaggio lussemburghese prima e di quello italiano subito dopo.

Nella Pharus rivestiva un ruolo di primo piano Vito Luciano Mancini. Così come risulta essere il “risk manager” della Arc Asset Management, fiduciaria del Granducato attraverso la quale, secondo gli inquirenti, sarebbe passata parte dei soldi ai quali viene data la caccia.

Il collegamento con Bergamo è, seppur frazionato in varie società, piuttosto semplice ed evidente.

Mancini detiene le quote della Sevenbit, srl italiana che controlla interamente la Seven Fiduciaria di Bergamo che ha sede presso la Dea Consulting, di proprietà dei due commercialisti perquisiti Andrea Manzoni e Alberto Di Rubba.

La Seven Fiduciaria, a sua volta, controlla la Growth and Challenge, che ha come amministratore l’onorevole Centemero. La Sevenbit è presieduta da Angelo Lazzari e lo 0,2% del suo capitale è nelle mani della lussemburghese Arc Asset Management. I cui amministratori – e così il cerchio si chiude – sono Vito Mancini, Angelo Lazzari e Giorgio Balduzzi.

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1 risposta a MARCO PREVE, REPUBBLICA 11-12-2018, pag. 8 ::: IL RETROSCENA::: INTERROGATO IL FINANZIERE MANCINI, IL MANAGER CHE COLLEGA I SOLDI IN LUSSEMBURGO AI FIDUCIARI DEI LUMBARD

  1. Donatella scrive:

    Il paradosso è che la Lega si presenta come un nuovo partito, anche se è stata al governo per decenni e ha debiti, riconosciuti, per milioni di euro con lo Stato italiano e quindi con i suoi cittadini, a nome di cui ( i sessanta milioni di italiani) osa parlare.

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