The Rosicrucian Fraternity–La fraternita dei Rosacroce
PARACELSO
BLOG DELLA RITMAN BIBLIOTECA– BIBLIOTECA FILOSOFICA ERMETICA
https://www.ritmanlibrary.com/collection/424-2/
UNO DEI MOLTISSIMI DOCUMENTI ORIGINALI
QUESTA E’ LA SUA SEDE AD AMSTERDAM
Particolare dell’edificio con le teste degli Dei.—André from Amsterdam
La casa delle Teste venne eretta come residenza per il ricco mercante e collezionista Nicolas Sohier. Il progetto venne commissionato nel 1621 al grande architetto Hendrick de Keyser il Vecchio e venne ultimato nel 1622. E’ classificata come monumento nazionale.
Sorge sul Keizersgracht e rappresenta un notevole esempio dell’architettura rinascimentale olandese.
Nel 2006, la casa fu ceduta all’uomo d’affari e collezionista d’arte Joost Ritman, che vi trasferì alcuni volumi sull’alchimia e il misticismo provenienti dalla Biblioteca Philosophica Hermetica, di cui è proprietario.
ENTRATA
nota :: Il Keizersgracht (“Canale dell’Imperatore”) è – insieme al Prinsengracht e allo Herengracht – uno dei tre canali (in olandese, al singolare: gracht) principali del centro storico di Amsterdam: iniziato nel 1612intitolato all’imperatore Massimiliano d’Austria è il largo canale del centro cittadino e il più centrale dei tre canali principali.
ECCOLO:
Amsterdam: il Keizersgracht—© Jorge Royan / http://www.royan.com.ar
Veduta aerea di un tratto del Keizersgracht—Jorge Royan / http://www.royan.com.ar
Pattinaggio sul Keizersgracht–Amsterdam Municipal Department for the Preservation and Restoration of Historic Buildings and Sites (bMA)
Edifici lungo il Keizersgracht con “De Rode Hoed“( IL CAPPELLO ROSSO, UN FAMOSO RISTORANTE)—Rijksdienst voor het Cultureel Erfgoed
Il Museo Van Loon, casa-museo lungo il Keizersgracht— – Opera propria
repubblica del 25 febbraio 2019, pag. 28-29
Esther Ritman, figlia del collezionista che compro’ La case delle Teste, insieme a Dan Brown davanti alla sede della Biblioteca Ermetica
Il reportage
Joost R. Ritman, founder of the Ritman Library in Amsterdam
JOOST RITMAN, PADRE DI ESTHER, ATTUALE DIRETTRICE DELLA BIBLIOTECA, FONDATORE DELLA BIBLIOTECA RITMAN
Nella biblioteca segreta di Dan Brown
PIETRO DEL RE,
Dal nostro inviato
INTERNO DELLA BIBLIOTECA
AMSTERDAM
INTERNO DELLA BIBLIOTECA
Un antico palazzo nel cuore di Amsterdam ospita “L’Ambasciata del libero pensiero”, con i suoi 25mila testi ermetici e gnostici. Che ora vengono digitalizzati grazie al suo frequentatore più celebre: l’autore del ” Codice da Vinci”
È Dan Brown uno dei più assidui frequentatori della Bibliotheca Philosophica Hermetica, ribattezzata “Ambasciata del libero pensiero” da quando, due anni fa, i suoi venticinquemila volumi sono stati trasferiti nel seicentesco Palazzo delle Teste del Keizersgracht, uno dei canali più eleganti di Amsterdam. Grato per avervi forse scoperto un’oscura setta satanica o qualche formula esoterica da inserire nei suoi romanzi, l’autore di Inferno e del Codice da Vinci ha donato alla biblioteca 300mila euro, subito impiegati per digitalizzare la sua straordinaria collezione di testi ermetici, mistici, cabalistici, rosacrociani, massonici, gnostici e alchemici. «Grazie a quei soldi sono già online quasi cinquemila opere e trecento manoscritti, tutti pubblicati prima del Novecento», mi spiega la direttrice Esther Ritman, una gigantessa bionda con gli occhi azzurro ghiaccio e il sorriso gentile. «Conserviamo soprattutto trattati di filosofia ermetica, che sono anche la parte predominante del nostro programma di acquisizioni».
L’ufficio della Ritman è al primo piano di questo palazzo ultimato nel 1622, dieci anni dopo che ad Amsterdam si cominciarono a scavare i canali.
Salvo poche modifiche è rimasto uguale ad allora, con pavimenti di legno lucidato, porte in noce e ampi camini in ogni stanza. È qui che la direttrice mostra a Repubblica alcune gemme della sua collezione, cominciando con un’opera del XVII secolo nella cui epigrafe si rende omaggio alla famiglia dei ricchi e illuminati mercanti De Geer, primi proprietari del palazzo.
Oltre a importare spezie e sete dalle Indie Orientali, i De Geer ospitavano artisti e letterati, offrivano rifugio a chi era perseguitato e custodivano in casa oltre cinquemila libri, che per l’epoca era una cifra da primato. «Un po’ come mio padre Joost, brillante uomo d’affari e insieme appassionato di spiritualismo, che colleziona testi ermetici dall’età di 23 anni, e cioè da quando mia nonna gli regalò Aurora del filosofo e teologo tedesco Jacob Böhme, uno dei principali esponenti del misticismo cristiano moderno.
Nel 1984, mio padre decise di aprire al pubblico la sua biblioteca privata per condividere con il resto del mondo i tesori di saggezza che vi aveva accumulato.
L’Ambasciata del libero pensiero è frutto della sua passione per chi si è dedicato alla ricerca del significato dell’esistenza, in particolare per chi considera l’uomo un miracolo, “una vera meraviglia, alla quale si deve onore e venerazione” come scrissero gli ermetici, perché specchio sia della natura sia della sfera divina».
La collezione del Palazzo delle Teste è anche un tributo ad Amsterdam, che secondo la Ritman è la capitale mondiale dell’ermetismo assieme a Firenze e Venezia, città dove ha recentemente partecipato all’allestimento di due mostre: una su Giordano Bruno, l’altra su un personaggio leggendario di età preclassica, Ermete Trismegisto, ritenuto l’autore del Corpus hermeticum.
Ora, nella sua biblioteca sono conservate anche molte opere sulla libertà d’opinione, pubblicate proprio nella prima città d’Olanda. «Già, perché se il Seicento è stato in Europa un secolo funestato dalle guerre di religione, ad Amsterdam si stampavano i libri messi all’indice altrove, ognuno poteva credere in ciò che voleva e i governanti dell’epoca già cercavano di accontentare il filosofo Baruch Spinoza quando chiedeva loro di garantire la libertà ai cittadini senza mai opprimerli», dice ancora Esther Ritman. «È del resto lo stesso Spinoza che nel suoTrattato teologico- politico del 1670 asserisce che i miracoli non sono segnali divini bensì fenomeni naturali, perché uno come lui che voleva liberare il popolo dalla superstizione tollerava soltanto la religione del raziocinio».
Grazie ai tesori della biblioteca che si affaccia sull’esclusivo Keizersgracht è stata anche creata la cattedra di Ermetica all’Università di Amsterdam, con studenti e professori che possono gratuitamente consultare tutte le opere in catalogo. Ma questa raccolta di libri antichi è importante anche per un altro motivo. Infatti, sostiene la direttrice, se siamo abituati a credere che la filosofia occidentale dipenda solo da alcuni grandi pensatori quali Platone, Cartesio o Kant, non va dimenticato che il pensiero moderno s’è forgiato anche grazie all’influenza della corrente ermetica, immaginata quasi duemila anni fa da pensatori sconosciuti.
«All’inizio del Rinascimento, questa filosofia riapparve. E fu anch’essa strettamente legata al processo di modernizzazione della società occidentale, con la riscoperta di opere dell’antichità e trovando divenute così fonte l’ispirazione per un progetto di rinnovamento culturale. Nel 1471, l’umanista Marsilio Ficino tradusse dal greco la summa dell’ermetica di Trismegisto e la consegnò nelle mani di Cosimo de’ Medici. Ebbene, quel testo divenne una sorta di bestseller dei suoi tempi influenzando radicalmente tutto il secolo successivo», aggiunge la direttrice.
A lungo gli storici hanno trattato l’ermetica come una curiosità di poca importanza. Così come l’astrologia e la magia, essa non combaciava con la loro immagine del Rinascimento, fondamento del mondo razionale e moderno, sebbene lo stesso Isaac Newton scrivesse più di alchimia che di qualsiasi altro argomento. Dice ancora la Ritman: «Negli ultimi decenni s’è finalmente capito l’errore. E sappiamo oggi che il pensiero ermetico costituisce un elemento essenziale nell’evoluzione del nostro pensiero, poiché indissolubilmente legato alla modernità della cultura occidentale».
L’Ambasciata del libero pensiero contiene anche un museo di tele e sculture che raffigurano temi sacri e filosofici, allestito in un palazzo che è un luogo incantato.
ZERO E’ UGUALE A DUE…
Quest’imponente edificio con sei teste romane che ne ornano la facciata fu costruito secondo i criteri armonici del Rinascimento olandese. E anche secondo i canoni estetici di una certa “saggezza mercantile”, tipica della città che da quattrocento anni esalta la tolleranza.
ERMETE TRIMEGISTO–DA PINTEREST
La direttrice Esther Ritman: “Con il nostro patrimonio vogliamo tenere alta la bandiera della tolleranza e dell’incrocio tra saperi, nello spirito che fu di Spinoza”
PARACELSO, VISSUTO TRA IL ‘400 E IL ‘500, E’ STATO UN GRANDE FILOSOFO ALCHEMICO, HA AVUTO UNA GRANDE IMPORTANZA NELL’EVOLUZIONE DEL PENSIERO MEDICO IN GERMANIA ( TRECCANI)
Mi piace questa dichiarazione per la libertà di pensiero anche per argomenti che, almeno finora, non sono stati visti come razionali. E’ così poco quello che sappiamo che è meglio non emettere giudizi, come fanno alla biblioteca di Amsterdam.
Sembra che in altre parti d’Europa tengano di più al proprio patrimonio culturale, ambientale ed artistico rispetto all’Italia. E’ notizia pubblicata da “Il Fatto” del 14 gennaio 2019, pag.11 dal solito Montanari e intitolata ” Non c’è pace tra i cipressi”:”… non hanno pace nemmeno i cimiteri di campagna… E’ quanto sta per accadere a Santa Maria a Dofana: minuscolo, meraviglioso borgo conficcato nella Toscana centrale, quella per secoli disputata ( perfino a colpi di omicidi) dai vescovi di Siena e da quelli di Arezzo)”. Il sindaco vorrebbe ampliare il cimitero, contro il parere delle maggiori associazioni ambientaliste. A queste voci si è aggiunta quella del Magistrato delle Contrade di Siena, che è parte in causa in quanto proprietario del Cippo di Montaperti, che si staglia all’orizzonte proprio dietro al piccolo borgo. L’articolo prosegue riportando le parole di Piero Calamandrei: “Voi lo sapete che specialmente in Toscana, ogni borgo, ogni strada, ogni collina ha un volto come quello di una persona viva: non vi è curva di poggio o campanile di pieve che non si affacci nel nostro cuore con il nome di un poeta o di un pittore, col ricordo di un evento che conta per noi quanto le gioie e i lutti della nostra famiglia”. Non distante da questo piccolo cimitero c’è un altro piccolo paese, Monterchi, nel cui cimitero di campagna c’era la Madonna del Parto, di Piero della Francesca. Il dipinto si salvò dalla guerra, ma poi venne stravolto e cementificato al punto che qualcuno trovò naturale staccare l’affresco di Piero dal suo originale contesto. Il danno grave non lo si fa soltanto ai singoli artisti, ma a quello che ha contribuito a renderli grandi: “… la Toscana, il suo paesaggio, la sua misura, il suo inestricabile intreccio tra natura, arte e storia”.