ANSA.IT — 14 -03-2019 NAPOLI E CAMPANIA:: TEATRO FESTIVAL– 8 GIUGNO/ 4 LUGLIO :: 37 GIORNI DI PROGRAMMI –OLTRE 150 EVENTI, DIRETTORE CAPPUCCIO–DEDICATO A NEKROSIU–ART. DI REPUBBLICA SU NEKROSIU, CHI E’ ?

 

ANSA.IT — 14 MARZO 2019

http://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/teatro/2019/03/14/napoli-teatro-festival-oltre-150-eventi_8a116e71-2808-440a-8902-cd625f4adc19.html

 

Napoli Teatro Festival, oltre 150 eventi

8 giugno-4 luglio, direttore Cappuccio, dedicato a Nekrošiu

 

 

 

(ANSA) – NAPOLI, 14 MAR – Oltre 150 eventi, 37 giorni di programmazione (8 giugno-4 luglio), 40 i luoghi tra Napoli e altre città della Campania che ospiteranno teatro, danza, letteratura, cinema, video/performance, musica, mostre e laboratori: sono i numeri della dodicesima edizione del Napoli Teatro Festival Italia, la terza diretta da Ruggero Cappuccio, realizzata con il sostegno della Regione Campania e organizzata dalla Fondazione Campania dei Festival guidata da Alessandro Barbano.
    La dedica è al grande regista lituano Eimuntas Nekrošius, recentemente scomparso, da sempre legato a Napoli e al Festival.
Confermata la politica dei prezzi (da 8 a 5 euro) e le agevolazioni assolute per le fasce sociali deboli. Palazzo Reale sarà la sede principale del Festival che coinvolgerà molti teatri cittadini e spazi di pregio storico. ”Dei festival di teatro la crisi è nota. Grazie alla Regione Campania siamo in controtendenza e possiamo avere ‘biglietti popolari”’ dice Cappuccio.

 

NOTA DEL BLOG::

 

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Eimuntas Nekrošius (Pažobris1952 – Vilnius20 novembre 2018) è stato un regista teatrale lituano.

REPUBBLICA DEL 20 NOVEMBRE 2018

È morto Eimuntas Nekrosius, maestro del teatro europeo

È morto Eimuntas Nekrosius, maestro del teatro europeo
 

Il regista lituano aveva 65 anni. Tra i suoi lavori più applauditi la trilogia shakespeariana con Macbeth, Otello e un Amleto visionario e barbarico

Se ne è andato improvvisamente Eimuntas Nekrosius un artista importante per il teatro europeo, uno dei maggiori registi. Magari poco conosciuto al grande pubblico italiano, ma uno di quei temperamenti che hanno inciso e contato molto nel teatro degli ultimi 30-20 anni. Lituano – avrebbe compiuto 66 anni proprio domani, il 21 novembre –  fisico possente, occhi chiari di ghiaccio, la testa sempre rapata a zero, personalità solitaria e appartata, più propensa al tormento che al sorriso, Nekrosius è stato un artista rigoroso e innovatore nel linguaggio della scena e culturalmente importante per diverse generazioni di attori.

Aveva studiato all’Istituto Lunarski di Mosca e per anni era stato il direttore del Teatro dei Giovani di Vilnius. Quando nell’84, giovanissimo regista, si presenta alla sua prima tournée internazionale con lo spettacolo Pirosmani, Pirosmani, pubblico e critica capiscono immediatamente il talento che hanno di fronte, riconfermato qualche anno dopo dai successi in Usa e al Bitef-22 di Belgrado e poi in moltissimi Paesi del mondo, tra cui Austria, Iugoslavia, Italia, Finlandia, Israele, Norvegia, Svezia, Svizzera e Usa.

 

 

L’esordio in Italia a Teatro Due di Parma nel 1989

 

 

L’Otello, la sfida di Nekrosius

 

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Cechov (Ivanov, Zio Vanja) è stato sicuramente uno dei suoi primi autori di riferimento insieme a Shakespeare. E proprio con il Bardo e i suoi meravigliosi attori della compagnia Meno Fortas, il teatro-studio che aveva fondato nel ’98 a Vilnius, si spalancano per lui le porte del successo in Italia a partire da una trilogia shakespeariana visionaria e barbarica, dove la carica energetica, la fisicità, la chimica che si muove in palcoscenico tra gli attori prevalgono sulla parola. Tanto che nella memoria resteranno per sempre uno straordinario Amleto attraversato di inquietudine e autodistruzione (come il celeberrimo lampadario di ghiaccio che si scioglie davanti al pubblico), un Macbeth folle e magico e Otello che ormai sono considerati lavori da antologia. Perché ciò che colpisce in Nekrosius è l’approccio alla scena: il profondo lavoro espressivo con gli attori che non scade mai in ripiegamenti introspettivi o psicologici, ma diventa carica comunicativa e ricchezza umana.

 

In Italia, Nekrosius ha ricevuto molti riconoscimenti  a cominciare da 4 premi Ubu (il primo nel ’96), applausi (a Taormina 30 anni fa folgorò tutti con le Tre sorelle di Cechov) e molto ha lavorato sia con produzioni di prosa (dalla Biennale di Venezia ai Teatri Stabili) che di lirica, e anche come direttore del Ciclo dei Classici all’Olimpico di Vicenza nel  2012 e 2013, sia per l’attività didattica in numerosi laboratori per attori e registi, tra i più recenti dei quali a Matera per “Matera capitale della cultura” e al Napoli Teatro Festival dove proprio lo scorso giugno aveva condotto il secondo anno del progetto laboratoriale triennale concentrandosi in particolare sul Riccardo II di Shakespeare.

“In Italia stupisce la densità, l’abbondanza di persone che scelgono di lavorare in teatro. E la varietà ovviamente, dal Nord alla Sicilia. È sempre bello circondarsi di attori italiani perché sono capaci di creare personaggi fantastici”, diceva da Maestro quale è stato per moltissimi attori che lo hanno preso come punto di riferimento. Tra le esperienze didattiche più importanti va ricordata sicuramente quella nell’estate del 2000 con i giovani dell’École de Maître, il corso di perfezionamento teatrale internazionale diretto da Franco Quadri, suo estimatore della prima ora, che si concretizzò in una versione del Gabbiano di Cechov di una fisicità toccante, e come sempre nel teatro di Nekrosius, caratterizzato da una forte componente visionaria, l’uso di elementi scenici naturali (acqua, legno, terra, metallo), una recitazione quasi “quotidiana”, e la capacità di  esplorazione e indagine del testo pari forse solo a quella ronconiana.

Una costante che ha segnato tutta la sua produzione, di cui si ricordano trai lavori recenti: Il giardino dei ciliegi (2003), Cantico dei cantici (2004), Faust di Goethe (2006), Anna Karenina (2008), Idiotas (2009), Divina Commedia ( 2012). In futuro ci sarebbe stato un Edipo a Colono per il Festival di Napoli dove intendeva anche continuare il laboratorio per trasmettere – senza nulla di retorico –  ai giovani la sua passione teatrale. “Ogni cosa ha il suo tempo – aveva dichiarato in una intervista all’Huffintgon Post – A un certo punto della vita inizi a capire che non puoi o non hai tempo sufficiente per realizzare tutte le tue idee, per mancanza di energia e di tempo. Per questo le trasferisci a persone molto più giovani con la speranza che le idee stesse possano fare da guida, e che i ragazzi sviluppino le proprie idee in maniera più libera e coraggiosa. Questo è un processo naturale, inevitabile, come il passaggio di un testimone nella staffetta”.  Grazie Nekrosius.

 

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