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Roberto Herlitzka, FAMOSO ATTORE DEL CINEMA–
Antonello Boassa / Una parola contro le guerre
Ugo Foscolo, nato Niccolò Foscolo (Zante, Venezia, 1778 – Turnham Green, Londra, 1827), è stato un poeta, scrittore e traduttore italiano, uno dei principali letterati del neoclassicismo e del preromanticismo. Egli fu uno dei più notevoli esponenti letterari italiani del periodo a cavallo fra Settecento e Ottocento, nel quale si manifestano o cominciano ad apparire in Italia le correnti neoclassiche e romantiche, durante l’età napoleonica e la prima Restaurazione.
Costretto fin da giovane ad allontanarsi dalla sua patria (l’isola greca di Zacinto/Zákynthos, oggi nota in italiano come Zante), allora territorio della Repubblica di Venezia, si sentì esule per tutta la vita, strappato da un mondo di ideali classici in cui era nato e cresciuto, tramite la sua formazione letteraria e il legame con la terra dei suoi antenati (nonostante un fortissimo legame con l’Italia che considerò la sua madrepatria).
https://it.wikipedia.org/wiki/Ugo_Foscolo
ALLA SERA
Forse perché della fatal quïete
Tu sei l’imago a me sì cara vieni
O sera! E quando ti corteggian liete
Le nubi estive e i zeffiri sereni,
E quando dal nevoso aere inquïete
Tenebre e lunghe all’universo meni
Sempre scendi invocata, e le secrete
Vie del mio cor soavemente tieni.
Vagar mi fai co’ miei pensier su l’orme
che vanno al nulla eterno; e intanto fugge
questo reo tempo, e van con lui le torme
Delle cure onde meco egli si strugge;
e mentre io guardo la tua pace, dorme
Quello spirto guerrier ch’entro mi rugge.
Testo dell’opera
1. Forse perché della fatal quïete
2. Tu sei l’immago a me sí cara vieni,
3. O Sera! E quando ti corteggian liete
4. Le nubi estive e i zeffiri sereni,
5. E quando dal nevoso aere inquïete
6. Tenebre e lunghe all’universo meni
7. Sempre scendi invocata, e le secrete
8. Vie del mio cor soavemente tieni.
9. Vagar mi fai co’ miei pensier su l’orme
10. Che vanno al nulla eterno; e intanto fugge
11. Questo reo tempo, e van con lui le torme
12. Delle cure onde meco egli si strugge;
13. E mentre io guardo la tua pace, dorme
14. Quello spirto guerrier ch’entro mi rugge.
Parafrasi affiancata
1. Forse perché della pace eterna
2. tu rappresenti l’immagine mi sei così cara
3. O Sera! Sia quando ti accompagnano felici
4. le nuvole estive e i venti che rasserenano il cielo,
5. sia quando dall’aria nevosa
6. porti sulla terra tenebre minacciose e lunghe,
7. scendi sempre, da me invocata, e le parti più nascoste
8. del mio animo dolcemente raggiungi.
9. Mi fai viaggiare con i miei pensieri sulla strada
10. che porta verso l’idea della morte, che annulla tutto, per sempre;
11. e intanto questo tempo infelice passa velocemente e se ne vanno via insieme a lui le grandi quantità di preoccupazioni,
12. a causa delle quali insieme me anche il tempo presente si consuma;
13. e mentre io contemplo la tua pace, si tranqillizza
14. anche il mio spirito ribelle che ruggisce dentro di me.
Il lessico è altamente letterario, costruito con parole auliche e poetiche; molte di queste sono latinismi (“reo”, “aere”, “secrete”, “torme”, “cure”), che conferiscono al sonetto una forma neoclassica, mentre i sentimenti espressi sono decisamente romantici