ansa.it / 31 marzo 2019 –UN CAPODOGLIO TROVATO MORTO A PORTO CERVO, NEL VENTRE UN FETO E 22 CHILI DI PLASTICA… IL MINISTRO DELL’AMBIENTE SERGIO COSTA — CAPRI E DE MAGISTRIS A NAPOLI– +++ UN DELFINO DEFORME ADOTTATO DAI CAPODOGLI VICINO ALLE AZZORRE–morte e un po’ di vita…

 

ansa.it — 31 marzo 2019

http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/animali/2019/03/31/costa-trovato-un-capodoglio-morto-un-feto-e-22-kg-di-plastica-nel-ventre-_365fe82a-3256-4bdc-a969-dc126c59ef64.html

 

 

Capodoglio morto, nel ventre un feto e 22 kg di plastica

A Porto Cervo in Sardegna. Costa, “La guerra alla plastica è solo all’inizio”

 

 

“Un capodoglio è stato trovato morto a Porto Cervo, in Sardegna: nella pancia aveva un feto e 22 chili di plastica… C’è ancora qualcuno che dice che questi non sono problemi importanti? Per me sí, e sono prioritari”. Lo scrive in un post su Facebook il ministro dell’Ambiente Sergio Costa. “Il marine litter, la poltiglia di rifiuti in mare – continua – affligge tutto il mondo marino, non solo l’Italia, certo, ma ogni Paese nel mondo ha il dovere di applicare le politiche per contrastarlo: non oggi mai ieri”. E ancora: “Abbiamo usato in un modo spensierato la “comodità” dell’usa-e-getta in questi anni e oggi ne stiamo pagando le conseguenze, anzi le stanno pagando soprattutto gli animali”. Il ministro dell’Ambiente aggiunge che “il disegno di legge #SalvaMare, che proprio nei prossimi giorni arriverà al Consiglio dei ministri, aiuterà queste creature marine perché troveranno molta meno plastica nei mari, grazie ai pescatori che finalmente potranno portare a riva tutta la plastica pescata, mentre adesso sono praticamente obbligati per legge a ributtarla in mare”.

“Dal 2021 si comincerà a vietare l’uso e il commercio dell’usa-e-getta in plastica. La direttiva europea che lo stabilisce è stata approvata e vi prometto che l’Italia sarà uno dei primi Paesi a recepirla e metterla in atto”, ricorda Costa, “in più invito tutti i sindaci a fare e firmare ordinanze sul divieto delle plastiche usa-e-getta nelle proprie città e sui lungomare italiani come hanno fatto a Capri e il sindaco Luigi de Magistris a Napoli. La guerra alla plastica usa-e-getta è iniziata. E non ci fermeremo qui”.

 

 

mammiferi,cheversofa

Capodoglio illuminato dalla luce del sole—(Fotografia di Brian J. Skerry)

 

 

Dimensioni rispetto a un autobus

 

http://www.nationalgeographic.it/

 

Il delfino deforme adottato dai capodogli

Un tursiope solitario, con la spina dorsale malformata, adesso viaggia insieme alla sua nuova famiglia adottiva: un gruppo di capodogli

di Linda Poon

Immagine correlata

Il tursiope malformato mentre si “strofina” con uno dei capodogli. Fotografia per gentile concessione di Alexander Wilson e Aquatic Mammals

 

Quando nel 2011 Alexander Wilson e Jens Krause, ricercatori dell’Istituto Leibniz per l’ecologia e la pesca (Germania), hanno scoperto che un gruppo di capodogli (Physeter macrocephalus) – animali che non amano molto stringere legami con altre specie – aveva adottato uno sfortunato delfino tursiope (Tursiops truncatus) sono rimasti molto sorpresi.

I ricercatori per otto giorni hanno osservato il gruppo di capodogli, adulti e piccoli compresi, nel mare che circonda le isole Azzorre (circa 1.600 chilometri al largo della costa portoghese) mentre interagisce, si muove e gioca con il giovane delfino. Addirittura hanno notato che quando il delfino si strofina contro i capodogli, questi gli restituiscono il gesto.

Tra gli animali terrestri le interazioni tra specie diverse non sono affatto rare e, come ha spiegato Wilson, favoriscono il procacciamento del cibo e aiutano a difendersi meglio dai predatori. Oppure semplicemente soddisfano il desiderio di godere della compagnia di altri animali, ha aggiunto il biologo marino John Francis, vice presidente per la ricerca, la conservazione e l’esplorazione di National Geographic Society . Chi non ha mai visto le fotografie o i video della cagnolina che allatta i cuccioli di

tigre abbandonati, del gorilla che ha adottato un gattino o del leopardo che ha salvato un cucciolo di babbuino?

“Una rara alleanza”

E anche se i delfini sono noti per essere degli animali socievoli, Wilson ha definito “rara” l’alleanza tra i capodoglio e il delfino.

Secondo Francis, questa particolare interazione potrebbe essere iniziata magari mentre il delfino cavalcava le onde create dai capodogli, un comportamento piuttosto comune per questi animali che sono molto abili a sfruttare le onde generate dalle prue delle navi o, come forse in questo caso, anche da altri animali. “Stare vicino a delle creature un po’ più lente per trovare l’onda giusta potrebbe essere stato il primo vantaggio di questi strano comportamento. Anche se forse è iniziato tutto con un semplice incontro amichevole”.

Wilson ha spiegato che probabilmente è stata la forma particolare della colonna vertebrale del delfino a favorire l’interazione con degli animali più grandi e più lenti. “Forse non è più riuscito tenere il passo degli altri delfini, o magari è stato preso di mira dai membri del suo gruppo”.

Una “domanda da un milione di dollari”

Ma la “domanda da un milione di dollari” come ha detto Wilson, è perché le balene hanno accettato il delfino solitario nel loro gruppo? Tra le diverse ipotesi presentate in un articolo che sarà pubblicato su Acquatic Mammals una suggerisce che il delfino non sia stato considerato minaccioso e quindi sia stato accettato a causa del modo in cui i capodogli sorvegliano i loro cuccioli. I capodogli, infatti, si alternano nelle loro immersioni lasciando sempre un adulto vicino alla superficie che controlli i più giovani. “Probabilmente la presenza dei cuccioli, che non si possono immergere molto in profondità e per molto tempo, ha permesso al delfino di mantenere il contatto con il gruppo”, ha detto Wilson.

Di certo Wilson non crede che il delfino si sia avvicinato ai capodogli in cerca d’aiuto contro i predatori, dal momento che nelle acque delle Azzorre non ce ne sono, mentre Francis crede che i capodogli abbiano accettato il delfino proprio per una maggiore sicurezza contro i predatori come le orche (Orcinus orca). “Non posso credere che in tutta la loro esistenza delfini e capodogli non incontrino qualche minaccia intorno alle Azzorre. Vedono le orche al largo e, anche se quest’ultime non vengono avvistate regolarmente, non servono molti incontri ravvicinati per mettere sulla difensiva un capodoglio”.

(25 gennaio 2013)

http://www.nationalgeographic.it/natura/animali/2013/01/25/news/delfino_deforme_adottato_da_capodogli-1478909/

Condividi
Questa voce è stata pubblicata in GENERALE. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *