Cappella di Sant’Eldrado
La Valle di Susa si presenta particolarmente ricca dal punto di vista dei cicli affrescati che vi sono conservati. Tra i più antichi quelli della cappella di Sant’Eldrado (una della quattro cappelle presenti nel complesso dell’Abbazia di Novalesa), che sono datati alla fine dell’XI secolo.
La piccola cappella, costruita nell’XI secolo su una presistenza del IX secolo, è dedicata a Sant’Eldrado, abate di Novalesa che governò l’Abbazia fino alla sua morte (intorno all’anno 840); le reliquie del Santo sono custodite in un’urna d’argento nella chiesa parrocchiale di Novalesa. A Sant’Eldrado è attribuito il miracolo di aver liberato dai serpenti la regione di Briançon, rinchiudendoli in una grotta.
Sono due gli straordinari cicli di affreschi che la cappella ospita, entrambi di anonimo autore: uno dedicato a San Eldrado, raffigurante episodi della sua vita ed esaltandone le virtù di umiltà e dedizione ai poveri, ed un altro dedicato a San Nicola di Bari, rappresentato anche nel momento in cui, secondo la leggenda sulla sua vita miracolosa, rifiutò il seno materno per obbedire al precetto di penitenza della Chiesa cattolica.
Nell’abside i due Santi sono raffigurati accanto al Cristo Pantocratore in trono, accompagnati dagli Archangeli Michele e Gabriele.
Visite guidate: sabato e domenica alle ore 10:30 e alle ore 11:30
Informazioni: Abbazia della Novalesa
Abbazia di Novalesa TO— –
NOTIZIE ::: http://it.wikipedia.org
abbazia di Novalesa ( Torino ) – Opera propria
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Clemente Rovere
Abbazia di Novalesa chiostro
Abbazia di Novalesa vista da Nord— – Opera propria
Il cortile d’ingresso— – Opera propria
Cappella S.Eldrado— – Opera propria
Vista absidale della cappella di Sant’Eldrado. Da Filippo Ceragioli, Aldo Molino «Montagna nascosta Piemonte».
ALTARE
SOFFITO
AFFRESCHI DELLA VOLTA
L’edificio più notevole e più noto del complesso è sicuramente la CAPPELLA DI SANT’ELDRADO.
Molto povera all’esterno, dove solo l’abside presenta una serie di archetti binati, indice della sua ricostruzione nella prima metà dell’XI secolo. All’interno è stata individuata una tomba a cassa in muratura in parte scavata nella roccia, interamente rivestita in cocciopesto. Tutto induce a identificarla con la tomba di sant’Eldrado, l’abate del secondo quarto del IX secolo, morto in fama di santità. Presenta all’interno uno straordinario ciclo di affreschi, che ricoprono l’intera superficie muraria disponibile, tanto nelle due campate che nel catino absidale e nella controfacciata. Sulla controfacciata vi è una raffigurazione del Giudizio Universale che si rivela di notevole interesse per l’iconografia usata, che richiama ad opere di ambiente ottoniano per la comparsa del simbolo della croce accanto alla figura del Cristo, e per la presenza della folla dei giudicati; tale iconografia è lontana da quella che si può ammirare solitamente in area padana. La prima campata è dedicata alle storie di sant’Eldrado: sulle quattro vele della volta è raffigurato il cammino di Eldrado verso la sua vocazione al monachesimo. Dapprima l’abbandono della propria vita passata, raffigurata attraverso il proprio luogo natale, il Locus ambillis; poi il santo intraprende la vita del pellegrino ed è rappresentato al momento dell’investitura da parte di un sacerdos; il santo giunge poi alla Novalesa e là veste l’abito monastico. Sulla parete meridionale è rappresentato uno dei miracoli più noti del santo, la liberazione della città di Briançon infestata dai serpenti; sulla parete opposta la morte del santo. La seconda campata ospita episodi della vita di san Nicola: sulle vele della volta il santo che rifiuta il latte materno, l’aiuto da lui prestato ad una fanciulla povera, la sua elezione a vescovo di Mira e la sua consacrazione sul seggio vescovile; sulle pareti, due miracoli operati dal santo. Nel catino absidale un maestoso Cristo Pantocratore inscritto entro una mandorla tra gli arcangeli Michele e Gabriele e i santi Nicola ed Eldrado. (Maestro di sant’Eldrado, 1096-1097)
Cristo Pantocratore— – Opera propria
Cristo Pantocratore, dal ciclo di pitture della cappella di sant’Eldrado, abbazia della Novalesa (XI secolo)
I Santi Eldrado e Nicola — – Opera propria
Sant’Eldrado entra in monastero—- – Opera propria
Vita di Sant’Eldrado—- – Opera propria
Chiostro dell’abbazia di Novalesa— – Opera propria
LE IMMAGINI CHE SEGUONO NON SONO GRANCHE’, MA SONO LE UNICHE CHE ABBIAMO TROVATO, E VENGONO DAL LINK:: http://www.abbazianovalesa.org/ciclo_snicola.htm
DOVE ABBIAMO TROVATO IMMAGINI PIU’ NITIDE LE ABBIAMO MESSE
LA NAVATA
La navata è divisa in due sezioni, determinate da due semicolonne. Ognuna di esse abbraccia un proprio ciclo iconografico: il primo, verso l’altare, di s. Nicola; il secondo, verso l’ingresso, di S. Eldrado. |
Nella volta
Un agnello che regge la croce, simbolo del Cristo morto in croce.
Una leggenda racconta che S. Nicola, quand’era in fasce, rifiutava, di Venerdì, il seno materno, simbolo della sua fedeltà alle leggi della Chiesa.
LA MORTE DI SANT’ELDRADO E I FRATI TRISTI
sotto : S. Nicola è eletto vescovo di Mira.
Un ricco mercante, caduto in miseria, non ha denaro sufficiente per la dote delle figlie che dovrebbero sposarsi. Per rimediarvi egli progetta di avviarle alla mala vita. S. Nicola le salva, provvedendo, di notte, la somma necessaria.
S. Nicola è consacrato vescovo.
NELLA PARETE DI SINISTRA::
S. Nicola salva con il suo intervento miracoloso tre ragazzi , che stanno per essere uccisi da un crudele barbaro.
NELLE PARETE DESTRA::
S. Nicola ha debellato a Mira, il culto degli dei, particolarmente di Diana. Questa, sotto le sembianze di una strega si unisce ad un gruppo di pellegrini diretti al sepolcro del Santo e offre loro dell’olio pestifero. Il Santo appare ai suoi devoti, mentre navigano, e li convince a disfarsi dell’olio gettandolo in mare.