Descrizione di Tricarico – Raccolta di varie notitie historiche – 1675
Tricarico – Mappa
sotto la neve…Rocco Stasi
Tricarico (AFI: [triˈkariko], Trëcàrëchë in dialetto tricaricese, AFI: [trə’karəkə]) è un comune italiano di 5 133 abitanti[1]della provincia di Matera in Basilicata. Posta a 698 m s.l.m., è nota come città arabo–normanna[2] e possiede uno dei centri storici medioevali più importanti e meglio conservati della Basilicata[3]. È sede diocesana.
Palazzo ducale – corte superiore
Tricaricum Basilicatae Civitas – 1605
… Le prime notizie documentate della sua esistenza, risalgono all’epoca dei longobardi, con la presenza di una cittadella fortificata attestata nell’849[11]. Fu in seguito, tra il IX ed il X secolo, roccaforte araba e successivamente città fortificata (kastron) bizantina.
In seguito fu contea della famiglia normanna dei Sanseverino e sede di comestabilia (comando militare). Dal X secolo è sede dell’omonima diocesi.
Nel XV secolo vide la presenza di una consistente comunità ebraica e, nel XVI secolo di una comunità albanese, in concomitanza della presenza, alla guida del feudo, di Erina (o Irina) Castriota Scanderbeg, moglie del principe Pietro Antonio Sanseverino e nipote dell’eroe albanese Giorgio Castriota Scanderbeg. La sua importanza nel XVII secolo è testimoniata dalla menzione, unica città lucana, nella raccolta di stampe e vedute del Theatrum urbium praecipuarum mundi di G. Braun e F. Hogemberg, pubblicata a Colonia tra il 1572 e il 1618. La stampa di Tricarico è del 1605[12].
La moderna Tricarico è una città d’arte che conserva un consistente patrimonio artistico e storico-architettonico ed è sede di uffici e servizi comprensoriali, tra i quali l’Ospedale cui è collegato il Centro di eccellenza della Riabilitazione della Provincia di Matera.
Panorama del Centro storico
Cattedrale di Santa Maria Assunta, di originario stile romanico poi modificata nel ‘600, con l’ampliamento dell’edificio sulle navate laterali e con la collocazione dei due archi di sostegno sulla sua facciata
Torre normanna e monastero di S. Chiara
Stampa di Tricarico del 1703 dell’abatte Gio. Battista Pacichelli
Palazzo ducale da piazza Garibaldi, ala del Palazzo ducale che si affaccia su Piazza Garibaldi
“Scaramucce” tra mucca e toro
Mucche alla “questua”–Rocco Stasi
Le maschere di Tricarico ( L’màsh-k-r nel dialetto tricaricese), costituiscono un retaggio di culture ancestrali, legato, si ritiene, a riti di fertilità. Mucche e tori, impersonati da uomini (la partecipazione è interdetta alle donne) rappresentano una mandria in transumanza nella quale i partecipanti mimano l’andatura ed i movimenti degli animali, comprese le “prove di monta” dei tori sulle vacche.
Cucina
- Echi di sapori arabi, caratterizzati dall’unione del dolce con il salato, si ritrovano nelle “Làgane” con mollica e uva passa: la ricetta è un piatto di pasta (la làgana è simile alla tagliatella) condita con pane raffermo soffritto, uva passa e mandorle tritate.
Artigianato
Tra le attività più tradizionali e rinomate vi sono quelle artigianali, legate alla cultura contadina e pastorale. Queste attività, ben lungi dallo scomparire stanno invece rifiorendo, e si distinguono per la lavorazione del rame
qualche notizia sull’artigianato della Basilicata
http://www.aptbasilicata.it/L-artigianato.87.0.html