ALESSIA CANDITO, INTERVISTA AL CANDIDATO DI CENTRO-SINISTRA PER LA REGIONE CALABRIA : PIPPO CALLIPLO ( PIZZO, 1946 ), IMPRENDITORE :: ” PUNTIAMO TUTTO SU DIRITTI E LEGALITA’ ” — REPUBBLICA DEL 29 DICEMBRE 2019 –pag- 11

 

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Pizzo Calabro, dove è nato Callipo

 

 

REPUBBLICA DEL 29 DICEMBRE 2019 –pag- 11

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L’intervista/1

Callipo “Possiamo farcela puntando tutto su diritti e legalità”

di Alessia Candito

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Filippo Callipo, detto Pippo (Pizzo, 22 giugno 1946), è un imprenditore e politico italiano.

vale dare un’occhiata ::

https://it.wikipedia.org/wiki/Filippo_Callipo

REGGIO CALABRIA — Tre liste, forse una quarta, ancora in bilico per un intoppo burocratico. Dopo giorni di battaglie e trattative, di controlli quasi maniacali su ogni aspirante consigliere, il candidato governatore per il centrosinistra Pippo Callipo ha la sua squadra per la corsa alle regionali calabresi del prossimo 26 gennaio. Granitico nel pretendere l’ultima parola sui nomi in tutte le liste, Callipo ha procurato più di una cocente delusione fra i tanti che si sentivano certi di una candidatura. «Ma per noi il rinnovamento era un criterio irrinunciabile».

È stato complicato farlo passare?

«Il “no” è sempre una cosa difficile da far digerire, ma quando serve, bisogna avere il coraggio di dirlo a qualsiasi costo e a qualsiasi rischio.

Alla fine però, insieme agli alleati siamo riusciti a fare questa svolta storica per la politica calabrese e puntare su nomi nuovi».

Il rischio di rottura era concreto?

«Quando sono arrivate le prime bozze di liste ho pensato “qui salta tutto”. Non potevo presentarmi ai calabresi con compagni di viaggio che smentivano i principi di legalità e rinnovamento che mi hanno portato a candidarmi. Non sono il personaggio malleabile buono per ogni occasione e ai miei ricordo sempre che ho un biglietto aperto per le Maldive. Piuttosto che farmi mettere con le spalle al muro, vado in vacanza. Il buonsenso degli interlocutori ha fatto sì che questo rischio non ci fosse e il Pd ha fatto uno sforzo davvero importante».

Ma in cosa consistevano questi criteri irrinunciabili?

«Credo abbia ragione il presidente della commissione parlamentare antimafia Nicola Morra nel dire che non basta il certificato penale o dei carichi pendenti per valutare l’integrità di una persona. È fondamentale analizzare gli atteggiamenti, le frequentazioni che possono non essere penalmente rilevanti, ma socialmente opinabili.

Noi che viviamo in questa terra siamo tenuti anche a guardare queste cose».

Crede che questa sia una sensibilità condivisa nella politica calabrese?

«Purtroppo c’è ancora chi preferisce portatori di voti e di consensi, senza troppo badare al perché questi consensi arrivino, o esponenti di dinastie politiche che detengono il potere per decenni. Non mi permetto di giudicare le scelte altrui, ma sono certo che lo faranno i calabresi».

Il centrodestra ha schierato sei liste e lei al momento solo tre. La preoccupa la sproporzione?

«Ho visto che hanno fatto tantissime liste e hanno imbarcato gente di ogni genere. Ma la cosa non mi spaventa, né ho mai chiesto a qualcuno quanti voti fosse in grado di portare per decidere se candidarlo».

Quindi quello che fanno gli altri non le interessa?

«Guarderemo cosa succede al di fuori della nostra coalizione, ma per noi è imperativo mostrarci coerenti e andare avanti sulla nostra strada di legalità. Insieme agli alleati abbiamo impresso una svolta importante e la gente inizia a capire la portata della nostra “rivoluzione”, in tanti si stanno avvicinando offrendo sostegno e appoggio».

Sarà una campagna elettorale brevissima. Quali saranno le sue parole d’ordine?

«Libertà, onestà, servizio, coerenza, cambiamento».

Ce le spieghi

«Qui per vedersi riconoscere qualsiasi diritto bisogna andare a bussare alla porta di boss, onorevoli o ras di turno, che così hanno facoltà di disporre delle persone. Io vorrei liberare i calabresi dalla sudditanza e questo è possibile amministrando con onestà, vivendo la politica come servizio alla comunità. Se saremo coerenti con i principi che abbiamo sempre, il cambiamento è possibile».

Purtroppo in Calabria c’è ancora chi preferisce mettere in lista portatori di consensi senza farsi domande sull’origine di questi voti

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