ELEONORA CAPELLI, INTERVISTA AL PRESIDENTE USCENTE DELL’EMILIA ROMAGNA, STEFANO BONACCINI ( MODENA, 1967 ) CANDIDATOSI NUOVAMENTE CON VARIE LISTE DI APPOGGIO: ” La gente mi chiede di sanità scuola ambiente lavoro, non di equilibri del governo “.—REPUBBLICA 29 DICEMBRE 2019—pag. 11

 

 

REPUBBLICA 29 DICEMBRE 2019—pag. 11

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L’intervista/2

Bonaccini “La Lega non vince Vuole solo mandare a casa il governo”

 

di Eleonora Capelli

 L'immagine può contenere: una o più persone, occhiali, barba e primo pianoSTEFANO BONACCINI –FOTO DAL SUO FACEBOOK

 Stefano Bonaccini (Modena, 1º gennaio 1967) è un politico italiano, presidente della Regione Emilia-Romagna dal 2014.

 https://it.wikipedia.org/wiki/Stefano_Bonaccini

 

BOLOGNA – «Voglio parlare di persone e territori, non di alchimie politiche e lo farò oggi con Beppe Sala che è un ottimo sindaco di una grande città. Il governo e la maggioranza? Dovrebbero valorizzare le cose buone che hanno fatto invece di dedicare energie a quelle che dividono». Stefano Bonaccini, presidente uscente del Pd , presenta oggi a Imola tutti i candidati delle sei liste che lo sostengono per il secondo mandato alla guida dell’Emilia-Romagna. Prende la riconcorsa verso il voto del 26 gennaio, la madre di tutte le battaglie.

Bonaccini, come si riflette la sua idea di Regione nella composizione delle liste?

«A sostenermi è una coalizione larga, aperta al civismo. Nata da un confronto iniziato con l’appello per la mia ricandidatura di 209 sindaci, tanti dei quali non di centrosinistra.

Uno schieramento che va dalla sinistra ai moderati che non si riconoscono in questa destra sovranista ed estremista, dagli ambientalisti ai giovani, fino alla mia lista civica, che raccoglie esperienze e competenze che ho incontrato negli anni. Un campo largo e aperto che vuole fare un passo avanti, non tornare indietro».

È la nascita di un nuovo modello di centrosinistra?

«Ho deciso di parlare di Emilia-Romagna, mentre i miei avversari continuano a indicare un solo obiettivo: vincere qui per mandare a casa Conte. Zero proposte, solo insulti. A partire dal definire pattumiera d’Italia la regione che più sta crescendo e che funziona meglio, come dicono tutti gli indicatori. Questo è il rispetto per gli emiliano-romagnoli? La nostra coalizione ha un progetto che parte dal buon governo di oggi».

Che rapporti ci sono con il Pd di Zingaretti? Lei ha detto di non volere passerelle di politici nazionali, preferisce mantenere le distanze?

«Con Nicola c’è un’amicizia vera, che dura da oltre 30 anni e una comune militanza politica. Sarà qui più volte nel prossimo mese. Certo, il candidato sono io e non c’è alcun bisogno che Zingaretti venga a sostituire me, come invece Matteo Salvini sta facendo con Lucia Borgonzoni. Chi si candida a governare una grande regione dovrebbe metterci la faccia».

Le dinamiche interne al governo si rifletteranno sul voto emiliano?

«Le persone che incontro sono tantissime e tutte mi chiedono di sanità e scuola, di ambiente e lavoro.

Nessuno mi chiede di equilibri interni di partito o delle alleanze politiche a Roma. Sono persone che vogliono fare “un passo avanti” . Mi interesso della nostra regione non perché il resto non conti, ma perché l’Emilia-Romagna è importantissima e fa la differenza».

Lei non ha risparmiato critiche all’esecutivo, dalla plastic tax all’autonomia. Crede che questo governo sia destinato a durare?

«Non era facile completare una finanziaria partendo dall’evitare un aumento dell’Iva di 23 miliardi. Io mi sono fatto sentire contro la plastic tax, che danneggiava le imprese della regione, dove si concentra la packaging valley. È stata ridotta di molto e rinviata, confido che in questi mesi si possa fare meglio.

Credo che governo e maggioranza dovrebbero valorizzare e ripartire dalle cose buone che hanno fatto invece di dedicare energie a quelle che dividono».

Metterebbe nella sua giunta un esponente delle Sardine?

«Chiamerò a far parte della giunta persone competenti e capaci, che rispondono al telefono quando un sindaco chiama. Quanto alle Sardine, stanno facendo del bene alla politica, senza urlare o attaccare qualcuno. Pongono domande, il nostro compito è quello di dare risposte e partono da principi e valori nei quali mi riconosco».

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