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Decreto sicurezza, “I sommersi dell’accoglienza”, risultato: ghettizzazione e criminalità 

 

REPUBBLICA DEL 22 GENNAIO 2020

 

 

Decreto sicurezza, “I sommersi dell’accoglienza”, risultato: ghettizzazione e criminalità

Il dossier di Amnesty International per la modifica dei Decreti Sicurezza. L’instabilità dell’inserimento dei migranti assieme a discriminazioni e xenofobie

 

 

di FLAVIA CARLORECCHIO video di LIVIA CRISAFI

22 gennaio 2020

Decreto sicurezza, “I sommersi dell’accoglienza”, risultato: ghettizzazione e criminalità

ROMA – L’organizzazione per la difesa dei diritti umani Amnesty International Italia ha presentato il report I sommersi dell’accoglienza – conseguenze del DL 113/2018 sul sistema di accoglienza italiano”. Il “Decreto sicurezza” ha introdotto pesanti modifiche in un sistema di accoglienza già zoppicante. La ricerca è stata condotta da Marco Omizzolo, sociologo e ricercatore per Amnesty international Italia, che ha esposto la ricerca e ha trattato il tema assieme ad altri due esperti del settore e al presidente di Amnesty International Italia. Il panel si è concluso con le raccomandazioni affinché il governo italiano modifichi sostanzialmente l’attuale Decreto.Migranti, la denuncia di Amnesty: “Coi decreti sicurezza  80mila irregolari in più”

Ghettizzazione e povertà. Fin dall’approvazione del Decreto sicurezza, e poi delle successive modifiche, le Ong italiane e gli esperti di settore si sono detti molto preoccupati per le possibili conseguenze sulla pelle dei migranti e sul tessuto sociale e civile. Non avevano torto. Secondo Amnesty, si moltiplicano le situazioni di grave disagio e marginalizzazione. Non solo si sono irrigidite le procedure di accoglienza, ma gli stessi attori occupati a fornire servizi di assistenza si sono trovati privi degli strumenti più basilari per compiere il loro lavoro. Un percorso di inserimento fragile e frammentato che quasi sempre porta allo sfruttamento lavorativo e all’ingrossamento delle fila della criminalità organizzata su tutto il territorio nazionale.

I tagli ai centri di accoglienza. L’eliminazione della protezione umanitaria è solo uno dei fattori che rende instabile l’inserimento. I tagli ai finanziamenti penalizzano i CAS (Centri di accoglienza straordinaria), che sono sempre più in difficoltà a fornire un servizio adeguato. Viene penalizzata l’assistenza sanitaria e psicologica, nonché i percorsi di insegnamento professionale e i corsi di italiano per stranieri. I tagli più gravi riguardano i piccoli centri (fino al 39%) la cui attività è stata riconosciuta come virtuosa anche a livello europeo. In questo modo il percorso di inserimento è compromesso fin dall’inizio.

Vento autoritario europeo. Gli effetti sul territorio si concretizzano nella sfiducia e nell’aumento dell’irregolarità. Massimo Moratti, vicedirettore dell’Ufficio regionale per l’Europa di Amnesty conferma che si tratta di un fenomeno europeo e non solo italiano. Fenomeni di criminalizzazione della solidarietà per esempio, che sfociano in sanzioni amministrative o penali, interessano paesi come la Francia, il Regno Unito, la Grecia, la Croazia. Un approccio apertamente aggressivo, che è spesso sanzionato e bloccato dai tribunali locali ed europei, ma ha effetti devastanti sul territorio e sulla capacità di azione dei singoli. Proprio questo testimonia Michele Rossi, direttore del Ciac di Parma e coordinatore della rete nazionale Europasilo. Lavora con i migranti da anni, promuovendo con il Ciac percorsi di inserimento e di accompagnamento all’autonomia. Secondo Rossi, l’effetto tangibile degli ultimi anni di politiche autoritarie è la perdita di fiducia da parte di migranti e richiedenti asilo nelle istituzioni e nella possibilità di migliorare la propria condizione.

Il ruolo delle associazioni e della società civile. Dopo viaggi ed esperienze al limite della sopravvivenza, molte persone si scontrano con una burocrazia contraddittoria dai tempi lunghissimi e molti si arrendono alla via dell’illegalità. Si stima che gli irregolari alla fine del 2020 saranno 140.000, contro i 60.000 stimati prima dell’adozione del DL 113/2018. Le associazioni si trovano a svolgere attività extra-istituzionali, in regime di quasi totale volontariato. La notizia positiva è che la società civile sta dando una risposta molto positiva e rumorosa.

L’urgenza del ritorno di una società umana e solidale. Come ricorda il direttore di Amnesty Gianni Rufini nel suo intervento conclusivo, in Italia si dibatte da almeno dieci anni di migrazione ed immigrazione, e non certo in modo costruttivo. L’obiettivo di associazioni come Amnesty è quello di sollecitare le forze politiche ed in particolare il governo affinché affronti le giuste questioni in modo deciso e costruttivo. L’ausilio della società civile in questo ruolo di coscienza collettiva è importantissimo e deve continuare con forza. Rufini conclude con una frase che è insieme un monito e una raccomandazione: “vogliamo tornare ad essere una società umana, civile, solidale”.

Le richieste di Amnesty.Sulla base dei dati raccolti Amnesty chiede con urgenza profonde modifiche alla normativa vigente. In particolare, si richiede di:

– garantire a chi entri in Italia il diritto fondamentale a chiedere ed ottenere protezione ed accoglienza;

– garantire adeguati finanziamenti ai centri di accoglienza;

– regolarizzare lo status di chi si è trovato in condizione di illegalità per effetto del Decreto sicurezza e non per causa propria;

– garantire la registrazione anagrafica anche ai richiedenti asilo;

– Ristabilire servizi professionali nell’ambito della prima e seconda accoglienza, volti all’inclusione sociale ed economica qualificata;

– considerare le possibili violazioni di diritti umani prima di procedere ad ogni modifica del sistema di accoglienza.

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1 risposta a MARINA GORI, grazie a ! :: IL DOSSIER AMNESTY PER LA MODIFICA DEI DECRETI SICUREZZA::: SEI RICHIESTE FONDAMENTALI ALLA POLITICA

  1. Donatella scrive:

    Se volesse dare una svolta, questo governo dovrebbe eliminare le leggi razziste del periodo giallo- verde e sostituirle con leggi che guardino al futuro del nostro Paese e non solo.

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