Auld Lang Syne – Robert Burns, 1779 – Dougie MacLean (lyrics) – Valzer delle candele ++ GIORGIO BALLARIO:: LA STAMPA DEL 23 DICEMBRE 2013

 

Nel 1792 Robert Burns, poeta nazionale scozzese, pubblicò Select Collection of Original Scottish Airs, un libro che raccoglieva circa 100 ballate scozzesi da lui trascritte e rielaborate. Tra queste figurava Auld Lang Syne riadattato in forma di valzer. La melodia originale della canzone sarebbe invece opera del compositore piemontese Davide Rizzio.

 

 

testo originale:

Auld Lang Syne

 

Should auld acquaintance be forgot,

And never brought to mind?

Should auld acquaintance be forgot,

And auld lang syne?

Chorus For auld lang syne, my dear,

For auld lang syne,

Well tak a cup of kindness yet,

For auld lang syne!

And surely yell be your pint-stowp

And surely Ill be mine,

And well tak a cup o kindness yet,

For auld lang syne!

We twa hae run about the braes

And poud the gowans fine,

But weve wanderd monie a weary fit,

Sin auld lang syne.

We twa hae paidld in the burn

Frae morning sun till dine,

But seas between us braid hae roard

Sin auld lang syne.

And theres a hand my trusty fiere,

And gies a hand o thine,

And well tak a right guid-willie waught,

For auld lang syne

 

 

Traduzione:

I giorni trascorsi

Credi davvero che i vecchi amici si debbano dimenticare e mai ricordare?

Credi davvero che i vecchi amici e i giorni trascorsi insieme si debbano dimenticare?

Ritornello

Perché i giorni sono ormai trascorsi, mio caro,

Perché i giorni sono ormai trascorsi

Faremo un brindisi per ricordare con affetto i giorni ormai trascorsi

Tu puoi pagare il tuo boccale di birra e io pagherò il mio

Faremo un brindisi per ricordare con affetto i giorni ormai trascorsi

Noi due abbiamo scorrazzato per le colline e strappato margherite selvatiche

ma ora siamo lontani l’uno dall’altro

Perché i giorni sono ormai trascorsi

Noi due abbiamo navigato nel fiume

Da mattina a sera

Ma ora vasti oceani si frappongono tra noi

Perché i giorni sono ormai trascorsi

Per questo prendi la mia mano, amico mio fidato

E dammi la tua

Faremo un brindisi pieno d’affetto insieme

In ricordo di quei giorni trascorsi

 

 

LA STAMPA DEL 23 DICEMBRE 2013

https://www.lastampa.it/torino/2013/12/23/news/il-valzer-delle-candele-1.35949359

 

Il valzer delle candele

La canzone di Natale fu composta dal liutista Davide Rizzio

 

 

 

GIORGIO BALLARIO

 

Chi non si è mai commosso guardando il film natalizio per eccellenza, «La vita è meravigliosa» di Frank Capra? In particolare quando il protagonista James Stewart, dopo le innumerevoli peripezie affrontate con l’angelo di «seconda classe» Clarence, riceve l’abbraccio della famiglia, degli amici e dei vicini che ha contribuito a salvare dal disastro economico voluto dallo speculatore Potter?

Nella scena finale del film tutti intonano un’aria molto popolare nei Paesi anglosassoni: «Auld Lang Syne», che in inglese moderno significa più o meno «I bei tempi andati» e in italiano è conosciuta come il «Valzer delle candele», oppure «Il canto dell’addio». È una canzone molto popolare in Scozia e Inghilterra, cantata soprattutto a Natale, Capodanno e in occasione di congedi, separazioni e addii (per esempio dai compagni di classe, o dai commilitoni al termine del servizio militare, o dai colleghi di lavoro in occasione del pensionamento).

 

«Ai bei tempi andati»

Il testo della canzone – un invito a ricordare con gratitudine i vecchi amici e il tempo lieto passato insieme a loro – è opera del grande poeta scozzese Robert Burns, che alla fine del XVIII secolo pubblicò «Select Collection of Original Scottish Airs», un libro che raccoglieva circa 100 ballate scozzesi da lui trascritte e rielaborate.

Se il testo è del poeta nazionale scozzese, pochi sanno che la melodia – struggente e malinconica – è opera di un musicista piemontese, torinese addirittura. Davide Rizzio (o Riccio, come riportano alcuni documenti), liutista di origine nobile, nato a Torino nel 1533, dapprima musicista alla corte del Duca di Savoia e poi a Nizza. Grazie ai buoni uffici di alcuni amici musicisti francesi, Rizzio entrò nelle grazie della regina di Scozia Maria Stuarda, cattolica ed educata in Francia, e quindi si trasferì con il fratello Giuseppe ad Edimburgo.

 

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DAVIDE RIZZIO

 

Alla corte di Scozia

Il liutista torinese era tutt’altro che bello (il ritratto a fianco pare non sia molto somigliante), ma a quanto pare, oltre ad essere un buon musicista ed un eccellente cantante, era anche un tipo affascinante. Doti che gli valsero l’attenzione della regina. Nel 1564 Davide Rizzio divenne il segretario personale della regina per le sue relazioni con la Francia. Ben presto il giovane straniero attirò i sospetti e le invidie di parte della corte di Edimburgo: troppo ambizioso, troppo «cattolico romano» e troppo presente nel cuore della regina. Per i maliziosi, non solo nel cuore…

La congiura

Il 9 marzo del 1566 alcuni notabili protestanti, con l’assenso del re consorte Henry Stuart, decisero di farla finita con lo straniero «papista» e lo uccisero nella sala da pranzo del palazzo reale con cinquantasette pugnalate. Maria Stuarda cercò di difenderlo fino all’ultimo, ma alla fine fu costretta dai congiurati ad accettare la morte del segretario.

La tomba

Davide Rizzio venne sepolto in fretta e furia nel cimitero di Holyrood, ma anni dopo, per ordine della regina, il suo corpo fu traslato e tumulato nel sepolcro dei re di Scozia: quasi a confermare che il rapporto fra i due andasse al di là della semplice amicizia.

Secondo lo storico e scrittore peruviano Eric Frattini, autore di svariati libri sul Vaticano, Rizzio e suo fratello furono in effetti spie mandate in Scozia dal Papa; mentre un altro scrittore, l’americano Caleb Carr, ha di recente pubblicato un romanzo – «The Italian Secretary» – in cui Sherlock Holmes e il dottor Watson indagano a distanza di due secoli sull’assassinio di Rizzio.

 

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