31 MAGGIO 2020 — IL FATTO QUOTIDIANO :: ” IL VOTO 5 STELLE IN ATTESA ” …OPINIONI DIVERSE :: ::: 1. MARCO REVELLI — 2. GIANFRANCO PASQUINO

 

 

IL FATTO QUOTIDIANO DEL 31 MAGGIO 2020 

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Recupero difficile. Una conferma: l’elettorato m5s non è di destra

Recupero difficile. Una conferma: l’elettorato m5s non è di destraMARCO REVELLI

Il voto 5 Stelle in attesa

 

 

Il fatto che pochissimi elettori delusi dal Movimento 5 Stelle si siano spostati verso la Lega o Fratelli d’Italia conferma il fatto che non fossero per niente fascisti o riconducibili a quella destra rozza, come in molti dicevano. Ho sempre pensato che l’elettorato dei 5 Stelle avesse una venatura libertaria, ambientalista, di certo molto diversa da quei partiti, anche se poi su alcuni temi – come l’immigrazione – possiamo dire che non prevale la sensibilità nei confronti di temi umanitari.

Ma Salvini e Meloni pescano in quello che una volta era soprattutto elettorato berlusconiano, i 5 Stelle si sono invece formati in aperta ostilità con quell’esperienza politica.

 

Passare da movimento di protesta radicale a forza di governo ha danneggiato i consensi dei grillini, perché la mediazione comporta una serie di docce fredde all’elettorato.

Lo abbiamo visto sul Tav o sull’Ilva, per esempio: il primo indicato come simbolo dello spreco di denaro pubblico e dello sfruttamento del territorio, la seconda indicata come “assassina”. Eppure sono proprio questi temi identitari quelli che potrebbero aiutarli a recuperare consensi, insieme alla capacità di far sentire rappresentata quell’Italia sacrificata delle periferie e del Sud.

Certo, a l’è dùra, come dicono in Val di Susa, perché manca un leader a cui affidarsi. Non lo è Di Battista e non credo lo sia neanche Chiara Appendino, nonostante io non sia tra quelli che le gettano la croce addosso per la sua amministrazione a Torino. Ma in generale sono molto scettico quando i sindaci si propongono come leader nazionali. Basti ricordarsi cosa è successo quando ci ha provato l’ex sindaco di Firenze.

Certo ci sarebbe Giuseppe Conte, che è stata una sorpresa e ha dimostrato statura notevole, ma non so se sarebbe il profilo giusto per gestire il Movimento: mi sembra una persona adatta a stare al di sopra della mischia, indicato per un ruolo di mediazione ma non alle prese con la leadership di una forza politica.

 

 

 

IL FATTO QUOTIDIANO DEL 31 MAGGIO 2020

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La suggestione. La soluzione è ancora grillo (o un’artista)

La suggestione. La soluzione è ancora grillo (o un’artista)

Il voto 5 Stelle in attesa

di Gianfranco Pasquino |

31 MAGGIO 2020

 

Già molti elettori dei 5 Stelle non avevano gradito l’esperienza di governo con Salvini, poi adesso, dopo l’accordo con il Partito democratico, altri ancora si sono ritratti e si mantengono in attesa, guardano come vanno le cose. Sono i cosiddetti “elettori disponibili”, ma per convincerli a venire dalla propria parte bisogna saper fare loro una offerta credibile ed è quello che il Pd in questi mesi non è riuscito a fare, forse perché cerca solo di salvare quel che si può salvare di questo governo.

All’interno del Movimento 5 Stelle servirebbe una figura “trascinante” per riprendersi quegli elettori delusi. Uno come Di Battista è in grado di “fare l’offerta” agli indecisi, ma di certo non si tratterebbe di un’offerta di governo. I 5 Stelle hanno avuto la fortuna di trovare Giuseppe Conte, ma il presidente è un governante, non credo farebbe il leader per raggiungere i consensi e gli elettori. C’è poi un altro aspetto: questo tipo di attività politica la si fa di solito a ridosso delle elezioni, esporsi adesso sarebbe rischioso per chiunque e si creerebbero dei conflitti interni.

Anche per questo motivo chi potrebbe mettersi in gioco è Beppe Grillo: non c’è dubbio che abbia la capacità di trainare i 5 Stelle e in questi anni non ha perso prestigio tra i suoi. Certo dipende da quanta voglia avrà lui, ma credo non abbia smesso di ritenere il Movimento una sua creatura e dunque se fosse necessario aiutarlo potrebbe tornare in campo. Più difficile proiettare a livello nazionale Chiara Appendino, anche se l’idea di affidare la guida a una donna è certamente importante: dentro al Movimento, però, credo ci siano altre esponenti che aspirerebbero alla leadership e non sarebbe facile gestire le spaccature. Nel caso scegliessero una donna, se posso dare un suggerimento ai 5 Stelle, cercherei un’artista, qualcuna che parta con una visibilità pregressa. Magari un soprano come Cecilia Bartoli, con la quale mi scuso immediatamente per averla coinvolta in questa suggestione.

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