REDAZIONE IL FATTO QUOTIDIANO –8 AGOSTO 2020 :: Beirut, guerriglia urbana contro il governo nel “sabato della rabbia”: oltre 100 feriti, morto un agente. Occupato il ministero degli Esteri

 

IL FATTO QUOTIDIANO –8 AGOSTO 2020

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Beirut, guerriglia urbana contro il governo nel “sabato della rabbia”: oltre 100 feriti, morto un agente. Occupato il ministero degli Esteri

Beirut, guerriglia urbana contro il governo nel “sabato della rabbia”: oltre 100 feriti, morto un agente. Occupato il ministero degli Esteri

I manifestanti hanno cercato di raggiungere il Parlamento e lanciato pietre contro gli agenti. Assaltata anche la sede del ministero dell’Economia. La protesta è contro politici e istituzioni per la tragedia del 4 agosto. Intanto nella zona del corteo salta la rete: per i media le autorità vogliono evitare che vengano diffuse le immagini delle violenze in corso. Contro-manifestazione di Hezbollah dopo l’impiccagione in piazza di un manichino che ritrae il leader Hasan Nasrallah

di F. Q. | 8 AGOSTO 2020

 

 

 

“Rivoluzione, rivoluzione”, “Impicchiamoli tutti”. Sono gli slogan che si alzano da piazza dei Martiri a Beirut, dove è esplosa la rabbia di migliaia di manifestanti contro politici e istituzioni, ritenuti responsabili dell’esplosione del 4 agosto che ha causato più di 150 morti e oltre cinquemila feriti, con circa cinquanta persone che risultano ancora disperse.

Negli scontri con la polizia a colpi di lacrimogeni e pallottole di gomma, riferisce la Croce Rossa libanese, 109 persone sono rimaste ferite: 22 sono state portate in ospedale e le altre sono state curate sul posto. Un agente delle forze dell’ordine ha invece perso la vita. Lo ha dichiarato un portavoce delle autorità citato dal quotidiano Asharq Al-Awsat.

Nel corso del pomeriggio in tutto il centro è esplosa la guerriglia urbana: da un palazzo antistante alla piazza si levano colonne di fumo nero, mentre vanno avanti le proteste nella strada che conduce al Parlamento.

Un drappello di cittadini ha anche assaltato la sede del ministero degli Esteri, dove è stata rimossa e gettata a terra la foto del presidente della Repubblica Michel Aoun. Sul posto è giunto l’esercito per avviare le trattative: dall’interno, i manifestanti chiedono che vengano processati i responsabili dell’esplosione e le dimissioni dell’attuale leadership politica. “Vogliamo che Beirut sia una città priva di armi”, si legge in uno striscione. Secondo quanto riferito dall’emittente al-Arabiya, il ministero è stato ribattezzato “sede della Rivoluzione”. Poco dopo è stata presa d’assalto anche la sede del dicastero dell’Economia.

 

 

Beirut, dopo l’esplosione al porto si accende la protesta. Decine di migliaia di persone manifestano contro il governo

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Quella di oggi è la prima grande manifestazione dopo la tragedia di martedì per protestare contro la classe politica, che ha portato sul lastrico il Paese, piegato da una gravissima crisi economica. Gli scontri con gli agenti sono iniziati nel primo pomeriggio, quando l’esercito è intervenuto per disperdere un corteo che cercava di dirigersi verso la sede del Parlamento. I manifestanti sono riusciti a rimuovere le barriere di cemento che le forze della sicurezza avevano posto attorno al palazzo per proteggerlo. Hanno lanciato pietre contro la polizia e sono stati respinti da lacrimogeni e pallottole di gomma.

Internet è saltato proprio nell’area del corteo per cause ancora da accertare: anche nelle scorse settimane la rete era stata interrotta per malfunzionamenti tecnici, ma i media ipotizzano che l’interruzione di oggi sia stata decisa dalle autorità per limitare la capacità dei manifestanti di comunicare via Internet tra loro e diffondere immagini delle violenze in corso.

Intanto il premier Hassan Diab ha invitato in diretta tv i partiti politici a risolvere la crisi del paese in due mesi altrimenti ci saranno le elezioni anticipate. Niente dimissioni, quindi, ma un ultimatum a tutta la classe dirigente: “Ora è il momento della responsabilità collettiva. Vogliamo una soluzione per tutti i libanesi”.

 

Beirut cerca i desaparecidos risucchiati nel cratere dell’esplosione. Sono i martiri di “Beirutshima”

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I manifestanti, che secondo video diffusi sui social media sfilano nelle strade scandendo slogan contro il governo e l’elite politica, protestano per denunciare – per l’ennesima volta – lo sfacelo economico che da mesi ha disintegrato la classe media e provocato il default del Paese, dove migliaia di bambini sono ridotti alla fame e i prezzi dei beni di prima necessità sono ormai alle stelle. I manifestanti hanno allestito in piazza una serie di finti patiboli, a simboleggiare la volontà popolare di impiccare gli uomini al governo e i rappresentanti istituzionali per le loro responsabilità. Tra gli slogan diffusi sui social network e in piazza “Montate i patiboli”e “Impicchiamoli tutti!”, con sullo sfondo l’immagine delle gru del porto trasformate in forche.

Un manichino che ritrae Hasan Nasrallah, leader degli Hezbollah libanesi e considerato un discendente del profeta Maometto, è stato appeso a un finto-patibolo di legno in piazza dei Martiri. Un gesto che ha subito provocato la reazione dei seguaci di Hezbollah, i quali sono scesi a loro volta in strada, nel vicino quartiere di Zoqaq al Blatt, contro i manifestanti anti-governativi. Per ora l’esercito libanese si è frapposto tra le due fazioni, impedendo lo scontro.

 

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