La rosa di Bagdad è un film d’animazione del 1949 diretto e prodotto da Anton Gino Domeneghini.
È il primo film italiano in Technicolor (titolo conteso da I fratelli Dinamite di Nino Pagot, uscito lo stesso anno) e uno dei primi film europei e, nonostante sia considerato da alcuni il primo lungometraggio d’animazione europeo, è in realtà il secondo in quanto nel 1926 venne prodotto Achmed, il principe fantastico di Lotte Reinige
Trama
La principessa Zeila, figlia del califfo di Bagdad, è in procinto di sposarsi, per scegliere i pretendenti vengono invitati i principi dei paesi vicini. Il perfido visir Jafar, che vede nel matrimonio con Zeila il mezzo per impadronirsi del regno, ben sapendo che la principessa non acconsentirebbe mai alle nozze, pianifica di infilarle al dito un anello stregato che la farà innamorare di lui. Amin, il giovane maestro di musica della principessa, scopre il piano e ruba l’anello; Jafar però lo imprigionerà in un castello e il mago Burk con un incantesimo lo renderà scuro di pelle, e quindi irriconoscibile perfino a sua madre. Neanche i tre ministri consiglieri del sultano, i buffi Zirco, Tonko e Zizzibè, bonaccioni e altrettanto pasticcioni, riescono a proteggere la principessa e cadono essi stessi vittime di un maleficio che li rende innocui. Ma la bontà di Amin verrà premiata, infatti una sconosciuta mendicante, a cui aveva fatto la carità, gli regalerà la lampada di Aladino e con l’aiuto del genio il ragazzo riuscirà a sconfiggere il cattivissimo visir e liberare la principessa con cui convola a nozze.
Dopo aver visto Biancaneve e i sette nani, Anton Gino Domeneghini ne rimase molto colpito e pensò che anche l’Italia potesse produrre un lungometraggio animato. Domeneghini, attraverso la sua rete di conoscenze, riuscì a reperire i fondi necessari per la realizzazione, il film venne finanziato anche dal Ministero della Cultura Popolare. Dopo i bombardamenti del 1942 la sede della IMA Film venne in gran parte distrutta, la produzione si spostò nella Villa Fè d’Ostiani e a Villa Secco a Bornato, in Franciacorta. Una volta terminati i disegni, tutto il materiale venne spedito nel Regno Unito per la ripresa in Technicolor. Nel complesso ci vollero 7 anni per terminare la realizzazione.
Presentato nel 1949 alla 10ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, venne distribuito nelle sale italiane nel 1950.
Riconoscimenti
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1949 – Mostra internazionale d’arte cinematografica
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Primo premio assoluto al festival dei ragazzi ex aequo con Tant Grön, Tant Brun och Tant Gredelin
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Dopo decenni di oblio, il film viene riscoperto e restaurato alla fine degli anni ’90 dalla Cineteca Nazionale ed editato oggi in un cofanetto in Alta Definizione da Cinecittà Luce, che ha avuto una menzione speciale agli Italian DVD Awards per aver realizzato con La rosa di Bagdad il primo Blu-ray di un film d’animazione italiano.
PER CHI FOSSE INTERESSATO–SONO IMMAGINI, TESTO, FOTO DEL FILM –pdf
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Che bei disegni! I film di animazione hanno fatto la nostra gioia quando eravamo piccoli: entravamo in un mondo meraviglioso, dove tutto era possibile e soprattutto dove i cattivi non vincevano. Anche ora i “cartoni animati” ci rapiscono con i loro disegni bellissimi e , una volta tanto, fanno vincere i buoni.