Amnesty Italia @amnestyitalia — 17.55 — 29 ottobre 2021 — FA RIFERIMENTO A REPUBBLICA DEL 28 OTTOBRE 2021, FABIO TONACCI, Tripoli, l’appello all’Italia di 3.000 migranti: “Non finanziate più la guardia costiera libica”

 

 

 

REPUBBLICA DEL 28 OTTOBRE 2021

https://www.repubblica.it/cronaca/2021/10/28/news/libia_
protesta_tripoli_migranti_guardia_costiera_
libica-324100222/?ref=RHTP-VS-I270681067-
P17-S7-T1&__vfz=medium%3Dsharebar

 

Tripoli, l’appello all’Italia di 3.000 migranti: “Non finanziate più la guardia costiera libica”

di Fabio Tonacci

 

Per la prima volta i richiedenti asilo si sono organizzati in un presidio davanti alla sede dell’Unhcr. Sono lì dal 2 ottobre. “Dopo il raid della polizia nel quartiere di Gargadesh, non ci sentiamo più sicuri”, dicono, in un forum organizzato da Mediterranea e Amnesty International. “Aprite i corridoi umanitari, o moriremo qui”

Da 26 giorni a Tripoli, davanti agli uffici dell’Alto Commissariato Onu per i rifugiati, tra materassi e sporcizia sono accampati oltre 2.700 richiedenti asilo. Soprattutto eritrei, ma ci sono anche somali, malesi, gambiani, senegalesi.

Almeno trecento sono donne, alcune delle quali incinta. Sono gli scampati della retata del 2 ottobre.

All’inizio del mese una maxi operazione di polizia a Gargadesh, uno dei quartieri più poveri della città, ha portato nel centro di detenzione di Ghout al-Shaal – secondo fonti ufficiali – cinquemila migranti. Accusati di violazione della legge

 

Chi è scampato al raid adesso è in strada. “Abbiamo paura a tornare nel quartiere, perché non ci fidiamo più di nessuno, possono venire a prendere anche noi, gli arrestati sono stati il doppio dei cinquemila dichiarati”, racconta David Yambio, un ventiquattrenne sudanese in collegamento da Tripoli durante il forum organizzato da Mediterranea Saving Humans (la piattaforma civica impegnata nei soccorsi in mare) e Amnesty International Italia. “Durante il raid del 2 ottobre ci sono stati sei morti, altri fratelli sono spariti e non ne sappiamo più niente. Per favore, aiutateci: dobbiamo essere evacuati, qui non siamo al sicuro”.

Missioni smantellate, così l’Ue ha abbandonato mezzo Mediterraneo

https://www.repubblica.it/cronaca/2021/04/23/news/missioni_smantellate_cosi_l_ue_ha_abbandonato_mezzo_mediterraneo-301055775/

di Fabio Tonacci ,  Alberto D’Argenio,  23 Aprile 2021

 

Per la prima volta, i richiedenti asilo di Tripoli si sono organizzati in un’assemblea permanente e si sono dati un nome: “Refugees in Lybia”. Yambio, che come gli altri manifestanti aveva trovato una sistemazione di fortuna a Gargadesh, ne è il portavoce, anche perché sa parlare inglese.

 

 

“Il nostro obiettivo è duplice”, spiega. “Da una parte denunciare le violenze,gli omicidi, gli stupri, le torture che subisce chi viene intercettato dalla guardia costiera libica e riportato nei centri di detenzione irregolari. Dall’altra mandare un messaggio all’Italia e all’Europa: smettete di finanziare quella guardia costiera. Dando milioni di euro a questa gente, vi rendete complici di un’enorme e sistematica violazione dei diritti umani. Nelle prigioni ci sono stato, so di cosa parlo”.

IL CASO

 

Ventidue milioni a Tripoli. Le Ong: “Con quegli aiuti violano i diritti umani”

https://www.repubblica.it/cronaca/2021/07/13/news/ventidue_milioni_a_tripoli_le_ong_con_quegli_aiuti_violano_i_diritti_umani_-310238271/

di Alessandra Ziniti–13 Luglio 2021

 

Yambio è al presidio davanti alla sede dell’Unhcr, ogni tanto gira la telecamera del telefonino e mostra cosa gli sta intorno. Bambini che dormono, donne stese a terra, uomini che parlano in piedi, materassi, tende, sacchi a pelo, sacchetti, coperte, resti di cibo, poco più avanti il via vai delle macchine lungo una strada polverosa. Nessun servizio igienico. “Siamo qui dal 2 ottobre, e resisteremo fino a quando avremo la forza. Non abbiamo altra scelta. L’Unhcr e l’Iom (l’Organizzazione mondiale per le migrazioni) sanno che siamo qui, ma dicono di non poter fare niente per noi. Ripeto: l’unica nostra via di salvezza è l’evacuazione coi corridoi umanitari.Non è che vogliamo venire per forza in Europa, ci basta di vivere in un Paese che rispetti i diritti umani”.

 

l presidio ritengono che il 2 ottobre sia stato un rastrellamento dimostrativo. “Hanno accusato donne incinte di essere prostitute”, racconta Majed, che dopo il raid è riuscito a scappare dal centro di detenzione dove è stato per una settimana. “Gli abitanti del quartiere dove ci troviamo ora all’inizio ci portavano pane e ci aiutavano, ora stanno diventando più aggressivi perché temono che gli attacchiamo malattie. Mercoledì notte una macchina ha investito un uomo che era con noi, l’abbiamo portato in ospedale. Stamattina abbiamo saputo che è morto”.

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