Ci risiamo ? —- — —- m.b.

 

 

Una scena antologica tratta dal film di Hitchcock “ Corrispondente straniero”.

 

 

 

Joel  McCrea, giovane giornalista americano viene mandato in Europa alla fine degli anni trenta come corrispondente. Appena arrivato, in men che non si dica, ti scopre una losca trama degli Imperi del Male. Gli agenti dei quali, comprensibilmente, cercano di farlo fuori. Prima che sfondino la porta della sua camera d’albergo, scappa dalla finestra ( ottavo piano, come minimo). Mentre si arrampica sulla facciata dell’albergo urta la colossale scritta luminosa che in parte si spegne. Così mentre prima diceva Hotel Europe, adesso dice Hot Europe.

Questo pezzo di bravura cinematografica è anche una maniera bonaria per dire che questi benedetti europei con i loro problemi scottanti, ogni vent’ anni vengono a rompere le scatole degli americani turbando il loro way of life. Hitchcock era inglese, ma in via di diventare americano. Comunque se non era il suo pensiero, senz’altro era il pensiero della maggioranza del suo pubblico americano. Il film è del 1940, in Europa fino alla fine della guerra si sarà potuto vedere solo in Svizzera, Svezia, Irlanda e Gran Bretagna.

Film del 1940, ma azione ambientata verosimilmente negli anni 38-39.

Vi ricorda qualcosa?

Allora c’era un tizio con i baffetti, somigliava un po’ a Chaplin, che si sentiva chiamato a risollevare le sorti sia spirituali che materiali di un grande popolo umiliato perché sconfitto, ma sconfitto perché era stato pugnalato alle spalle da un complotto giudaico-bolscevico.

Molto apprezzato in patria, ma non solo. Come campione della razza germanica si preoccupava per la sorte di tutte le comunità tedesche fuori Germania. E ce ne erano un bel po’ nell’Europa centro-orientale, zone di pacifica colonizzazione tedesca fin dal Medio Evo. Una che era contigua al territorio tedesco era proprio la regione cecoslovacca dei monti Sudeti, dove c’era una forte minoranza di lingua tedesca. Anche Kafka, era teutofono, anche se preferiva che la sua Milena chattasse con lui in ceco. Ma Kafka non veniva dai Sudeti e poi era ebreo, per cui non c’entra niente.

Insomma questa comunità di  discendenti di coloni tedeschi viveva abbastanza pacificamente nella comunità ospitante, prima austro- ungarica, poi cecoslovacca. Ma improvvisamente venne loro la fregola  di riunirsi  al  Reich Millenario, e figuriamoci se Baffetto poteva rimanere insensibile al loro grido di dolore, anche perché verosimilmente il loro grido era stato stimolato e implementato dai sodali di Baffetto. E Baffetto pretese che la regione cecoslovacca dei Sudeti venisse incorporata alla Germania.

Non che la Cecoslovacchia fosse una nazione inerme, aveva un rispettabile esercito per numero e armamento, se avesse potuto contare sull’appoggio di Francia e Gran Bretagna, e magari dell’Unione Sovietica, avrebbe potuto resistere benissimo a qualsiasi prepotenza del Grosso Vicino.

Ma Francia e Gran Bretagna  non solo non offrirono il loro appoggio alla Cecoslovacchia, ma in pratica la obbligarono a regalare la regione dei Sudeti a Hitler, che graziosamente accettò. Il tutto nella ridente città  di Monaco di Baviera, con la benedizione del nostro Mascellone. I sovietici non erano stati invitati.

Nel giro di pochi mesi Hitler si prese tutta l’attuale Repubblica Ceca, Praga inclusa, senza colpo ferire. Solo la Slovacchia non trovò grazia ai suoi occhi (troppi slavi, anche nel nome). La diede in gestione a un bieco prelato, tale monsignor Tiso, più nazista dei nazisti. E così fu la fine della Cecoslovacchia, per lo meno fino al 1945. Strano destino di questa nazione: sorta dopo la prima guerra mondiale, risorta dopo la seconda. Ma non era ancora finita perché dopo la caduta del muro di Berlino si divisero in Repubblica Ceca e Slovacchia, stavolta consensualmente, pare.

Nei giorni precedenti a Monaco si era sfiorata la guerra. Quando gli accordi (si fa per dire) furono firmati molti tirarono un sospiro di sollievo e apprezzarono la “pace per il nostro tempo”. Non tutti. Il sempre citato Churchill tuonò contro Chamberlain e Halifax, primo ministro e ministro degli Esteri che avevano firmato i “patti di Monaco”, suoi compagni di partito, e di loro disse ::”Avevano la scelta fra il disonore e la guerra. Hanno scelto il disonore e avranno anche la guerra”. Per la verità la guerra la ebbero tutti, un anno dopo.

Dicevo: ricorda qualcosa della attuale situazione? Non c’è chi non veda che somiglianze e  parallelismi ci sono. Ma c’è una piccola differenza. Hitler non aveva la bomba atomica. Nessuno ce l’aveva, allora.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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1 risposta a Ci risiamo ? —- — —- m.b.

  1. ueue scrive:

    Con cinismo autodistruttivo, si potrebbe dire che l’umanità, pur ripetendo la stessa trama, ha trovato il modo di accelerare, grazie al nucleare, la fine del pianeta.

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