DORELLA CIANCI- CRIMEA :: Le minoranze di Crimea si dividono fra Russia e Ucraina –LIMESONLINE DEL 25 AGOSTO 2022 

 

LIMESONLINE DEL 25 AGOSTO 2022
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Le minoranze di Crimea si dividono fra Russia e Ucraina

 

Carta di Laura Canali - 2016

Carta di Laura Canali – 2016

Il summit internazionale Piattaforma Crimea solleva la questione delle minoranze etniche nella contesa penisola del Mar Nero. Non vi abitano solo i ben noti tatari “russofobi”, ma anche i dimenticati greci e armeni “russofili”.

 

di Dorella Cianci —

 

Quando si parla di Crimea occorre considerare che si è davanti all’anatomia di una zona multietnica, costantemente in cerca di equilibrio. Il vertice internazionale denominato “Piattaforma Crimea” –  iniziato a Kiev nel 2021 e riaperto in questi giorni, mentre si combatte non solo nel Donbas, ma anche nella seconda città più importante dell’Ucraina: Kharkiv –  assume contorni e sfumature ben più dense delle frasi dei leader mondiali, che vi hanno partecipato.


Il tema ci riporta all’anniversario dell’indipendenza dell’Ucraina stessa, alle minoranze presenti in quel lembo di terra, agli stessi rapporti storici fra l’est europeo e la Russia, senza tralasciare i rapporti con la Turchia, ma anche al punto di rottura fra la politica di Boris El’cin e quella (allora nascente) di Putin. Come si può chiaramente intuire, il capitolo “Crimea” è complesso e i toni utilizzati nel vertice da molti leader, non solo europei, sembrano andare in ben altra direzione rispetto al auspicabile lavoro diplomatico per la pace imperfetta o “a zone”, come chiamata da quelle parti.


Il voler a tutti i costi legare la riconquista della Crimea alla difficile pace fra Mosca e Kiev, così come espresso dal presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj (Zelensky), sembra azzerare ogni possibile lavoro diplomatico, anche sotterraneo, fra coloro che iniziano a essere in dissenso tanto con il potere del Cremlino che con quello ucraino.

Per comprendere a fondo il tema è opportuno innanzitutto ricordare il ruolo chiave della città di Sebastopoli e della sua base militare, che col Trattato di Parigi del 1856 fu smantellata da parte dei russi. Come tutti sanno, la concessione durò ben poco; Stalin, in più occasioni, citò quella città come splendore neoclassico del proprio popolo. La Crimea ha pagato e paga notevolmente il conto della sua fortunata posizione geografica. Sebastopoli è decisiva da un punto di vista geopolitico, tanto da rappresentare simbolicamente l’agognato attaccamento di Mosca agli interessi sul Mediterraneo. I porti della Crimea sul Mar Nero forniscono un rapido accesso al Mar Mediterraneo, ma anche ai Balcani e al Medio Oriente e sono stati ricercati dalla maggior parte degli imperi, tra cui quello romano, ottomano, britannico, francese,  tedesco e russo.


Carta di Laura Canali - 2022

Carta di Laura Canali – 2022


L’Orda d’Oro e il rimpiattino della Crimea

Come guardare alla questione della Crimea evitando dichiarazioni utili soltanto ad amplificare la dimensione bellica, che il Cremlino peraltro non ha alcun interesse a smorzare preferendo una lenta tattica di logoramento? Il ruolo delle minoranze è una buona e utile chiave di lettura, anche se spesso si tende a concentrarlo tutto sul popolo dei tatari, cioè quei turchi del gruppo musulmano sunnita, i quali parlano una lingua discendente dal ramo qypčaq della famiglia linguistica turca, anche se sintatticamente molto più vicina al ceppo russo.


I tatari oggi sono più vicini alle posizioni dell’Ucraina, anche a causa delle deportazioni subite sotto Stalin in Siberia e in Asia Centrale. La loro storia è stata utilizzata dalla Russia e dall’Ucraina per legittimare (o delegittimare) il dominio sulla Crimea. Per maggiore chiarezza bisogna focalizzare il discorso storico su una parte dell’Impero mongolo. Nel 1241, il nipote di Gengis Khan conquistò la regione stabilendo il dominio mongolo, ma nei decenni successivi l’enorme impero, che copriva una regione dall’Europa orientale alla penisola coreana, iniziò a frammentarsi.

La parte occidentale era governata da una confederazione di tribù turche e mongole, che divenne nota come l’Orda d’Oro. Questi nuovi sovrani iniziarono a sposarsi con le popolazioni native sia in Russia che in Ucraina. Utile ricordare la grande moschea Özbek Han a Staryj Krym, la più antica moschea della Crimea che fu costruita nel 1314.

 

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La Grande moschea del Khan (tataro della Crimea Büyük Han Cami) si trova a Bachčisaraj in Crimea, ed è parte del Palazzo dei Khan. È una delle più grandi moschee della Crimea e uno dei primi edifici del palazzo di Khan. La moschea fu costruita nel 1532 da Sahib I Giray e portò il suo nome nel XVII secolo.
A.Savin – Opera propria

 

Una cosa si dimentica fin troppo spesso, preferendo i toni da propaganda: con l’espansione dell’impero russo e ottomano su entrambe le sponde del Mar Nero, i tatari di Crimea hanno lottato per affermare sempre la loro indipendenza in mezzo alle manipolazioni imperiali delle potenze rivali.


La Crimea è sempre stata usata come ghiotto bottino, indipendentemente dal volere delle minoranze che vi abitano.

Nel 1954 e in occasione del trecentesimo anniversario dell’annessione ucraina a Mosca, quest’ultima decise di premiare la Repubblica socialista sovietica Ucraina donando a essa la Crimea. Nonostante ciò, e a differenza di numerosi altri popoli, ai Tatari di Crimea non fu concesso subito il diritto di ritornare nella propria terra.


Carta di Laura Canali - 2021

Carta di Laura Canali – 2021


La lingua della pace: il greco del Mar d’Azov

Tornando all’oggi, occorre considerare il fatto che in Crimea non ci sono solo i ben noti tatari, ma convivono altre minoranze, con punti di vista diversi e sempre più ignorati o strumentalizzati. Non va dimenticato che nelle prime settimane di questa nuova fase della guerra d’invasione russa, iniziata il 24 febbraio 2022, ai confini con la Crimea si son visti chiaramente carri armati russi con bandiere greche, come a voler utilizzare strategicamente i greci del Ponto a sostegno della politica del Cremlino. Questa minoranza ha subito preso le distanze rispetto all’episodio citato e trascurato da gran parte dei media; tuttavia i greci di quell’area, più volte intervistati, hanno chiaramente detto di non essere favorevoli alle politiche di riappropriazione della Crimea da parte di Kiev. Che cosa chiedono? Di poter vivere come vivono, senza ridiscutere continuamente il loro territorio, la loro identità, la loro organizzazione sociale.


In fondo, fra gli anni Sessanta e Settanta, i grecisti dell’Università Kiev pubblicarono una descrizione della loro lingua, coniugandola con i vari abitanti delle zone del Mar d’Azov. Linguisticamente i greci in Crimea hanno saputo realizzare una sintesi perfetta di integrazione: l’accademico Oleksandr Bіlec’kij mise a punto un sistema di scrittura basato sul cirillico russo e ucraino in maniera equilibrata.  Questa minoranza pretende un po’ di pace, senza mettere in discussione il potere di Mosca ma evitando saggiamente la strumentalizzazione. Quando qualcuno chiede loro l’appartenenza, rispondono: «Siamo figli degli Argonauti e delle Amazzoni».


Il dissenso degli armeni in Crimea

Sulla stessa linea si collocano gli armeni di Crimea, dimenticati e inascoltati da tutti, anche se radicati in quei territori da secoli. La Crimea fu una delle prime zone ad accogliere gli armeni della diaspora, i cosiddetti “armeni marittimi”. Gli stessi che nel 2014 hanno sostenuto l’annessione della Crimea, ma che prendono spesso le distanze dalle pretese del Cremlino sul resto dell’Ucraina. Le posizioni armene sono spesso ritenute contraddittorie e controverse, poiché ai vertici di Erevan il sostegno a Mosca è figlio delle giustificazioni per l’Artsakh (Nagorno Karabakh).


La popolazione armena di Crimea ha lo stesso semplice e autentico desiderio della minoranza greca: lasciare invariato lo stato delle cose che si è venuto a creare dal 2014 e che risente di radici antiche. Qualcuno ha osato accusare queste due minoranze di russofilia, ma la pretesa della vita in pace non ha etichette.


Carta di Laura Canali - 2022

Carta di Laura Canali – 2022

 

 

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1 risposta a DORELLA CIANCI- CRIMEA :: Le minoranze di Crimea si dividono fra Russia e Ucraina –LIMESONLINE DEL 25 AGOSTO 2022 

  1. DONATELLA scrive:

    E’ incredibile questo numero di etnie in un territorio relativamente piccolo.

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