1956 — The Platters — Great Pretender + FREDDY MERCURY – testo e traduzione + altro

 

 

 

 

FREDDY MERCURY

 

 

Testo e traduzione The Great Pretender – Queen

Traduzione del brano The Great Pretender (Queen), tratta dall’album The Very Best of Freddie Mercury Solo: Lover Of Life, Singer Of Songs

Oh yes, I’m the great pretender (Ooh, ooh)

Oh sì, sono Il Grandioso Perdente (ooh ooh)

Pretending I’m doing well (Ooh, ooh)

Faccio finta bene (ooh ooh)

My need is such I pretend too much

il mio bisogno è tale che fingo troppo

I’m lonely, but no one can tell

Sono solo ma nessuno può dirlo

Oh yes, I’m the great pretender (Ooh, ooh)

Oh sì, sono Il Grandioso Perdente (ooh ooh)

Adrift in a world of my own (Ooh, ooh)

alla deriva in un mondo tutto mio (ooh ooh)

I play the game, but to my real shame

recito la parte ma con mia grande vergogna

You’ve left me to dream all alone

Mi hai lasciato nel sogno da solo

Too real is this feeling of make believe

È troppo reale questa sensazione di finzione

Too real when I feel what my heart can’t conceal

troppo reale quando sento cosa il mio cuore non può nascondere

Ooh, ooh yes, I’m the great pretender (Ooh, ooh)

oh si io sono il grande simulatore (ooh ooh)

Just laughing and gay like a clown (Ooh, ooh)

ridente e allegro come un clown

I seem to be what I’m not (You see)

sembro essere quello che non sono, capisci

I’m wearing my heart like a crown

Sto indossando il mio cuore come una corona

Pretending that you’re still around

fingendo che tu sia ancora qui

Yeah, ooh, hoo

sii ooh ohh

Too real when I feel what my heart can’t conceal

troppo reale quando sento cosa il mio cuore non può nascondere

Oh yes, I’m the great pretender

oh si, io sono il grande simulatore

Just laughing and gay like a clown (Ooh, ooh)

ridente e allegro come un clown

I seem to be what I’m not, you see

sembro essere quello che non sono, capisci

I’m wearing my heart like a crown

Sto indossando il mio cuore come una corona

Pretending that you’re

Facendo finta che tu

Pretending that you’re still around

fingendo che tu sia ancora qui

 

TESTO E TRADUZIONE DI ROCKOL.IT:
https://testicanzoni.rockol.it/testi/traduzione-di-queen-the-great-pretender-85220909

 

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FOTO : a Sanremo,  teatro Ariston, 3 febbraio 1984. Freddie Mercury durante l’esibizione dei Queen al Festival di Sanremo 1984.
ANSA – 1984 Queen Concert San Remo, su queenlive.ca.

 

Freddie Mercury, nato Farrokh Bulsara (Stone Town5 settembre 1946 – Londra24 novembre 1991), è stato un cantautore e compositore britannico di origini parsi.

Nel 1970, insieme al chitarrista Brian May e al batterista Roger Taylor, fondò i Queen, ai quali un anno più tardi si aggiunse il bassista John Deacon.

SEGUE : 

https://it.wikipedia.org/wiki/Freddie_Mercury

 

NOTA — ”  PARSI ” DA TRECCANI

Appartenenti alla comunità zoroastriana di Persia, emigrata in India nell’8° sec., dopo l’invasione arabo-islamica. I particolari storici di tale emigrazione sono poco noti, ma sembra attestata la loro diffusione soprattutto nel Gujarat dal 10° sec. e il successivo concentramento a Bombay (18° sec.), dove fondarono una colonia basata principalmente sul commercio. L’elevata cultura e la florida economia diedero loro la possibilità di ricoprire poi importanti cariche politiche all’interno del Congresso nazionale (1906). Nonostante i forti influssi indiani e il diffondersi di emigrazioni dall’India verso altri paesi del mondo (Canada, USA, Australia, Africa orientale), i p. hanno mantenuto il patrimonio spirituale, religioso e sociale dell’antica patria iranica.
La loro religione, il parsismo, continua la tradizione dello zoroastrismo quale fu praticato e inteso in Persia sotto i Sasanidi. I p. respingono l’appellativo di ‘adoratori del fuoco’ dato loro dagli Indiani, e dichiarano di adorare soltanto Dio (Ahura Mazdā), benché il fuoco abbia gran parte nelle loro cerimonie, come già in quelle degli antichi Persiani.

https://www.treccani.it/enciclopedia/parsi

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2 risposte a 1956 — The Platters — Great Pretender + FREDDY MERCURY – testo e traduzione + altro

  1. DONATELLA scrive:

    Indimenticabili queste musiche che hanno fatto da colonna sonora alla vita di tutti noi.

  2. DONATELLA scrive:

    Voglio segnalare un film francese uscito nel 2022. Nella versione italiana si intitola “Tra due mondi” (“Ouistreham” il titolo originale). Il regista è Emmanuel Carrère, più noto come romanziere, non nuovo ad esperienze dietro la macchina da presa. E’ tratto da un romanzo-inchiesta di Florence Aubenas, uscito circa dieci anni prima ( in Italia pubblicato da Piemme con il titolo ” La scatola rossa”). Nel romanzo e nel film l’interprete principale, Marianne ( interpretata da Juliette Binoche), di professione scrittrice, vuole rendersi conto direttamente delle condizioni dei lavoratori e della lavoratrici delle pulizie, al grado più basso nel mercato del lavoro. Si fa assumere da una di queste ditte, cambiando identità, che del resto non viene nemmeno chiesta. Comincerà da lì una specie di viaggio all’inferno in un mondo di totale sfruttamento, dove il lavoratore non ha praticamente diritti, deve eseguire lavori faticosi e anche un po’ umilianti in un tempo preciso, è semplicemente un ingranaggio a cui non viene riconosciuta nessuna umanità. Ci sono però i colleghi e le colleghe di lavoro, con cui nasce a poco a poco solidarietà e anche un po’ di affetto, con una in particolare, Christèle, tra le più “dure” del gruppo. L’amicizia, faticosamente nata tra la scrittrice Marianne e la lavoratrice Christèl si interromperà bruscamente quando questa verrà a sapere che Marianne ha mentito sulla sua vera identità lavorativa. La finzione da parte di Marianne viene presa da Christèl come un tradimento personale e non sarà possibile una ricucitura. Il gruppo delle ex-colleghe partecipa invece alla presentazione del libro che parla di loro: esprimono soddisfazione per la messa in luce della insostenibilità di quel tipo di lavoro, stringendosi affettuosamente intorno a Marianne. Il film si conclude con un ultimo drammatico incontro tra la scrittrice e Christel, che rompe definitivamente ogni legame di amicizia e di possibile chiarimento.
    La narrazione si snoda mano a mano cercando di entrare in quel mondo di proletariato o sottoproletariato, come si sarebbe detto una volta. Non si intravvede una possibilità di riscatto, non ci sono ideali o sogni possibili ma c’è solidarietà tra chi è costretto tutti i giorni ad orari e a tempi di lavoro disumani per sopravvivere. L’unico sogno di queste lavoratrici, soprattutto delle più giovani, è di andare lontano, in qualche posto dove poter vivere meglio la propria vita. La speranza, l’unica, che possiamo intravvedere, è proprio l’umana sensibilità e tenerezza che si sprigiona da queste donne offese ed umiliate da un’organizzazione del lavoro e della società che nega la sacralità della persona umana.

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