Miguel Calabria @MiguelCalabria3 — 21.10 — 9 aprile 2023 — bellissima, grazie ! + altro

 

 

 

 

Segue un bel commento alla Scala Celeste:

DA:

LUCE ORTODOSSA MARCO MANNINO. BLOGSPOT – OTTOBRE 2010

http://luceortodossamarcomannino.blogspot.com/2020/10/spiegazione-dellicona-della-scala.html

 

L’icona della Scala Celeste appare per prima nei monasteri egiziani ispirati al trattato teologico di san Giovanni Climaco, importante figura del monachesimo sinaita. La scala, centro della composizione, ha 30 gradini, come trenta sono infatti i capitoli della principale opera del Climaco, chiamata appunto La Scala Celeste, il quale si trova nel Libro IX della Filocalia. In particolare, i soggetti raffigurati sulla scala sono quasi sempre monaci, questo perché in particolare col giuramento monastico si decide di prendere la propria croce personale e si cerca di salire questa scala delle virtù in un simbolismo molto profondo:

Chiamata a sé la folla con i suoi discepoli, disse loro: «Se uno vuol venire dietro a me, rinunci a se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi perderà la sua vita per amor mio e del vangelo, la salverà.  E che giova all’uomo se guadagna tutto il mondo e perde l’anima sua? [Marco 8:34-36]ù

Non è raro trovare pitturati anche un vescovo, dei chierici e dei laici, per dimostrare come in realtà tutti sono chiamati alla ascesi.

L’icona qui sotto fa parte della collezione del monastero di santa Caterina del Sinai, prodotta nel XII secolo. 

 

Fra i vari protagonisti dell’immagine vi sono sempre gli Angeli ai lati superiori della composizione, i quali cercano di aiutare gli astanti con la preghiera, e i demoni raffigurati in nero  e armati, i quali tentano i monaci che cercano di salire la Scala con le tentazioni e i peccati. In ogni esemplare, in un angolo, è rappresentato un gruppo di monaci in basso, talvolta accompagnato dall’immagine di una chiesa, simbolo del Monastero del Sinai dove il Climaco ha svolto la sua ascesi e dove per primi hanno ricevuto la Scala. Tutti i personaggi umani guardano verso l’alto, verso il Cristo, Colui che ha detto venite a me voi che siete oppressi e affaticati, e io vi ristorerò (Mt. 11:28). Gli unici a guardare in basso sono coloro che cadono dalla Scala, coloro che perdono la battaglia della vita spirituale.

Questa icona è spesso messa in chiesa per la venerazione pubblica durante la Quaresima che ci prepara alla Pasqua.

 

 

Santa Caterina d'Alessandria; affresco di Bernardino Luini. Chiesa di San Maurizio, Milano

SANTA CATERINA DA ALESSANDRIA– BERNARDO LUINI – 1530

CHIESA DI SAN MAURIZIO – CORSO MAGENTA 13

 

Una leggenda è all’origine del culto di questa santa del IV sec.; una leggenda priva di autorità storica ma che impressionò vastamente il sentimento e la immaginazione popolare. Tale leggenda racconta che l’imperatore Massenzio, recatosi ad Alessandria, ordinò che tutti i sudditi immolassero agli dèi, ma Caterina, diciottenne, di stirpe regale, si recò al tempio per incoraggiare i sudditi alla resistenza. Fu arrestata e portata alla presenza all’imperatore che, per confondere i suoi propositi di fedeltà al credo cristiano, la pose a confronto con filosofi e retori. Ma ella, confortata dall’apparizione dell’arcangelo san Michele, persuase i sapienti ad aderire alla fede cristiana. In modo analogo respinse i propositi dell’imperatore, attirato dalla sua bellezza, e convertì alla fede i soldati mandati a sorvegliarla in prigione.
A conclusione di strabilianti vicende, che riproducono stereotipi della letteratura agiografica antica, venne martirizzata, il 25 novembre del 305, con la decapitazione; il suo corpo fu trasportato dagli angeli sul monte Sinai. Una sua passio greca, priva di riferimento ad Alessandria, risale ai secoli VI-VII. In Occidente il suo culto risale all’VIII secolo, e venne molto incrementato dalle Crociate, fino a diventare molto popolare nel basso medio evo. Chiese, altari, icone splendide vennero dedicati al suo nome – in greco Aikaterina, Catharina in latino – e fu anche scelta come patrona delle scuole filosofiche. Pellegrini d’ogni epoca successiva venerano la sua tomba presso il Monastero del Monte Sinai.
L’iconografia, soprattutto rinascimentale, ritrae, oltre al martirio simboleggiato dai due strumenti di tortura, la ruota e la spada, anche due momenti caratteristici della vita della santa: l’infanzia e il matrimonio mistico. La devozione a questa santa, la cui memoria segna la soglia della stagione invernale, è all’origine anche di una ricca produzione letteraria, di drammaturgia popolare.

 

Santa Caterina d’Alessandria, martire

 

nota :

Bernardino Scapi, detto Bernardino Luini (Dumenza1481 circa – Milanogiugno 1532), è stato un pittore italiano di scuola rinascimentale lombarda, riferibile al gruppo dei Leonardeschi.

segue : https://it.wikipedia.org/wiki/Bernardino_Luini

 

 

Map of comune of Dumenza (province of Varese, region Lombardy, Italy).svg

Dumenza, sul Lago Maggiore provincia di Varese, in Lombardia

 

 

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Bernardo Luini, Milano, chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore, ritratto di Ippolita Sforza e santi

 

Susanna e i vecchioni, Isola Bella, collezione Borromeo

Susanna e i vecchioni, Isola Bella, collezione Borromeo–frammento
Bernardino Luini – liechtensteincollections.at

 

 

Sposalizio di Maria, Santuario di Saronno

Sposalizio di Maria, Santuario di Saronno
user:Laurom – Opera propria

 

 

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Bernardino Luini, Ritratto femminilePinacoteca MalaspinaPavia.

 

 

 

Due Disegni di Bernardo Luini — e un quadro con dettagli

 

 

Ritratto di una signora con ventaglio – 1520-1525 — dettaglio

 

 

 

 

 

 

Head of a Woman

 

 

Matrimonio mistico di Santa Caterina d’Alessandria – 1519

uQEtMNCYK6aS7g at Google Cultural Institute

 

 

dettaglio

 

quadro completo

disegni e questo quadro da :

https://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Google_Art_Project_works_by_Bernardino_Luini?uselang=it

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1 risposta a Miguel Calabria @MiguelCalabria3 — 21.10 — 9 aprile 2023 — bellissima, grazie ! + altro

  1. DONATELLA scrive:

    Le immagini femminili in questi quadri hanno qualcosa di particolarmente morbido e dolce.

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