PAGINE ESTERI
di Eliana Riva | 8 Feb 2024 |
Gli avvocati avvertono l’Eni: la licenza israeliana per il gas di Gaza è illegale
Gli avvocati avvertono l’Eni: la licenza israeliana per il gas di Gaza è illegale
Pagine Esteri, 8 febbraio 2024.
Due giorni fa lo studio legale Foley Hoag LLP, con sede a Boston, negli Stati Uniti, ha inviato un avviso all’Eni S.p.A perché non intraprenda attività nelle aree marittime della Striscia di Gaza che appartengono alla Palestina. Insieme alle società inglese Dana Petroleum Limited (una filiale della South Korean National Petroleum Company), all’israeliana Ratio Petroleum e altri tre enti, l’Eni ha ottenuto la licenza di operare all’interno della zona G, un’area marittima adiacente alle rive di Gaza. Il 62% della zona G rientra nei confini marittimi dichiarati dallo Stato di Palestina nel 2019, in conformità con le disposizioni della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare del 1982 (UNCLOS), di cui la Palestina è firmataria.
Il governo israeliano ha annunciato la concessione il 29 ottobre 2023, tre settimane dopo l’attacco di Hamas che ha causato circa 1.200 vittime e nel pieno dei bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza, che continuano fino ad oggi e che hanno causato al momento circa 27.800 morti.
Le concessioni sono state riconosciute in seguito alla quarta fase di offerte offshore lanciata dal Ministero dell’energia e delle infrastrutture israeliano nel dicembre 2022.
I gruppi palestinesi per i diritti umani Adalah, Al Mezan, Al-Haq e PCHR hanno fatto appello alle società coinvolte di astenersi immediatamente dalla partecipazione “ad atti di saccheggio delle risorse naturali sovrane del popolo palestinese”.
E hanno dunque dato mandato allo studio legale Foley Hoag LLP di agire per loro conto, avvisando gli enti coinvolti che “l’emissione della gara d’appalto e la successiva concessione di licenze per l’esplorazione in questo settore costituiscono una violazione del diritto internazionale umanitario (IHL) e del diritto internazionale consuetudinario“. Israele, in quanto Stato occupante, non ha il diritto di utilizzare le risorse naturali delle terre occupate per un proprio tornaconto economico.
Le associazioni fanno presente che “le offerte, emesse in conformità con il diritto interno israeliano, equivalgono effettivamente all’annessione de facto e de jure delle aree marittime palestinesi rivendicate dalla Palestina, in quanto cercano di sostituire le norme applicabili del diritto internazionale applicando invece la legge interna israeliana all’area, nel contesto della gestione e dello sfruttamento delle risorse naturali. Ai sensi del diritto internazionale applicabile, a Israele è vietato sfruttare le risorse finite non rinnovabili del territorio occupato, a scopo di lucro commerciale e a beneficio della potenza occupante, secondo le regole di usufrutto, di cui all’articolo 55 del Regolamento dell’Aia. Invece, Israele come autorità amministrativa di fatto nel territorio occupato non può esaurire le risorse naturali per scopi commerciali che non sono a beneficio della popolazione occupata”.
Oltre alle licenze concesse per la zona G, Israele ha pubblicato una gara d’appalto per la zona H, di cui il 75% rientra nei confini marittimi palestinesi.
La mappa 1 mostra i confini marittimi dello Stato di Palestina ai sensi della sua dichiarazione del 2019 in conformità con la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare.
La mappa 2 mostra le aree coperte dalla gara. Le linee rosse indicano ciò che Israele di fatto disegna come sua area di concessione, mentre le linee nere rappresentano i confini marittimi della Palestina, come mostrato nella mappa 1.
Alla questione, già dibattuta dalle organizzazioni nel settembre del 2019, il governo israeliano ha risposto che per principio consolidato, “solo gli Stati sovrani hanno il diritto alle zone marittime, compresi i mari territoriali e le zone economiche esclusive, nonché di dichiarare i confini marittimi”. Non essendo, dunque, quello palestinese uno Stato riconosciuto da Israele, non ha, secondo Tel Aviv, diritto legale sulle zone marittime.
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Michele Giorgio (1940) è nato a Bitonto, dove vive. Ha insegnato Storia e Filosofia nei licei ed è stato preside fino al 2007; ha ricoperto l’incarico di cultore della materia presso la cattedra di Filosofia del diritto dell’Università degli Studi di Bari; ha partecipato alla vita pubblica del suo paese come consigliere comunale e come assessore alla cultura; è stato uno dei fondatori dell’Università dell’anziano di Bitonto ed è stato responsabile della Pastorale della cultura per la diocesi di Bari-Bitonto.
Si è sempre occupato di studi storici, filosofici, pedagogici e letterari collaborando con varie riviste: «Pugliascuola», «Rivista dell’Istruzione», «The Lion», «Studi Bitontini».
Ha al suo attivo numerose pubblicazioni, fra cui: Poesie (Gabrieli 1970); Realtà ed utopia tra storia e poesia (Adda 2002); studi monografici su personaggi storici come Gaetano Salvemini, Vincenzo Rogadeo, Giandonato Rogadeo; saggi su tematiche riguardanti l’autonomia scolastica, la stampa politica, la scuola e l’occupazione a Bitonto e in Terra di Bari.ù
https://www.stiloeditrice.it/scheda-libro/michele-giorgio/venti-di-resistenza-9788864790909-64.html
da anni vive in Medio oriente da dove è del quotidiano il manifesto. Per Alegre ha pubblicato nel 2012 Nel baratro. I Palestinesi, l’occupazione israeliana, il Muro, il sequestro Arrigoni e nel 2017 insieme a Chiara Cruciati Cinquant’anni dopo.
https://edizionialegre.it/autore/giorgio-michele/
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qualche libro
Youcanprint, 2023
La Malafoglia è una raccolta di poesie che esplora diversi temi da sempre rilevanti per l’esperienza umana. Da una prospettiva ciclica e pessimistica della realtà viene affrontato un viaggio introspettivo che toccherà le corde della nostalgia e che avrà come capolinea una violenta disillusione da cui sembra difficile scappare. Attraverso un percorso pieno di riflessioni e provocazioni, la raccolta indaga concetti molto delicati come il tempo, la fede e l’amore. Si esplorano delusioni e ansie dei giorni nostri, ma anche le speranze che aiutano ad alleviare le frenetiche rincorse quotidiane.
2012
2017
Graus Edizioni, 2022
Clelia, una bella e sensibile ragazza, cresce a Maiori in una famiglia amorevole e premurosa che la ricopre di attenzioni e affetto. I suoi genitori sono commercianti, gestori di un negozio di prodotti artigianali e, durante la sua infanzia, Clelia trascorre l’estate aiutandoli. Spesso fa visita alla famiglia un vecchio amico, Lucio, un uomo molto affettuoso che riempie la bambina di regali. Crescendo, per Clelia appare sempre più evidente di non assomigliare né a sua madre né a suo padre. Malgrado la sofferenza e i mille dubbi, la ragazza cresce credendo di essere figlia dei suoi genitori, laureandosi e avviando una carriera professionale dopo gli studi di biologia. Tutto procede per il meglio finché Ida, la madre di Clelia, viene colta da un malore. La malattia spinge la donna a voler confessare la verità a sua figlia. Lucio, il vecchio amico di famiglia, è la sola persona a conoscere tutta la verità, che è molto più complessa di quanto possa sembrare. In poco tempo Clelia e tutte le persone che, mano a mano, si scoprono coinvolte nelle vicende celate, a quel punto, dovranno scegliere tra il perdono o la condanna.
Gaetano Vacca. Medico scrittore
Adda , 2020
Adda , 2018
Tabula Fati , 2011
Realtà e utopia tra storia e poesia
Adda , 2002

La politica predatoria di Israele sembra inarrestabile.