https://www.youtube.com/watch?v=qrazWuIyty8
Marek Weber (Leopoli, 24 ottobre 1888 – Chicago, 9 febbraio 1964)
è stato un violinista e direttore d’orchestra austriaco di origine
poi naturalinizzato statunitense
LEOPOLI ( LVIV )
LEOPOLI
Piazza Rynok
– Opera propria
Viale Ševčenko
– Opera propria
Teatro dell’Opera e del Balletto.
– Opera propria
Piazzale esterno della stazione ferroviaria centrale
– Opera propria
DA : https://it.wikipedia.org/wiki/Leopoli
nota su LEOPOLI
Nel 1772, in seguito alla prima spartizione della Polonia, passò — dalla Polonia — nelle mani degli Asburgo e divenne capitale del Regno di Galizia e Lodomiria e rimase tale fino alla caduta dell’Impero Asburgico nel 1919 alla fine della prima guerra mondiale-
Fu quindi riunita alla Polonia, ricostituitasi come Stato indipendente, e rimase polacca per vent’anni, ma divenne un’arena di battaglia tra la popolazione polacca locale e i fucilieri ucraini Sich. Entrambe le nazioni percepivano la città come parte integrante delle loro nuove statualità che a quel tempo si stavano formando negli ex territori austriaci. La notte tra il 31 ottobre e il 1º novembre 1918 fu proclamata la Repubblica popolare ucraina occidentale con Leopoli come capitale. 2 300 soldati ucraini dei fucilieri ucraini Sich, che in precedenza erano stati un corpo militare dell’esercito austriaco, presero il controllo della città. La maggioranza polacca della città si oppose alla dichiarazione ucraina e iniziò a combattere contro le truppe ucraine. Durante questo combattimento un ruolo importante fu assunto dai giovani difensori polacchi chiamati Aquilotti di Leopoli.
Le forze ucraine si ritirarono fuori dai confini di Leopoli entro il 21 novembre 1918, dopo di che elementi di soldati polacchi iniziarono a saccheggiare e bruciare gran parte dei quartieri ebraici e ucraini della città, uccidendo circa 340 civili. Le forze ucraine in ritirata assediarono la città. I fucilieri Sich si erano trasformati nell‘esercito ucraino della Galizia (UHA). Le forze polacche aiutatate dalla Polonia centrale, incluso l’Armata blu del generale Haller, equipaggiata dai francesi, sollevarono la città assediata nel maggio 1919 costringendo l’UHA a est.
Nonostante la mediazione dell’Intesa tentasse di fermare le ostilità e di raggiungere un compromesso tra belligeranti, la guerra polacco-ucraina continuò fino al luglio 1919 quando le ultime forze UHA si ritirarono a est del fiume Zbruč. La frontiera sul fiume Zbruč fu confermata dal trattato di Varsavia, quando nell’aprile 1920 il feldmaresciallo Piłsudski firmò un accordo con Symon Petljura in cui fu convenuto che per il sostegno militare contro i bolscevichi la Repubblica popolare ucraina rinunciasse alle sue rivendicazioni nei territori della Galizia orientale.
Nell’agosto 1920 Leopoli fu attaccata dall’Armata Rossa sotto il comando di Aleksandr Egorov e Stalin durante la guerra polacco-sovietica, ma la città respinse l’attacco. Per il coraggio dei suoi abitanti Leopoli ricevette la croce Virtuti Militari da Józef Piłsudski il 22 novembre 1920.
Il 23 febbraio 1921, il consiglio della Società delle Nazioni dichiarò che la Galizia (compresa la città) si trovava al di fuori del territorio della Polonia e che la Polonia non aveva il mandato di stabilire un controllo amministrativo in quel paese e che la Polonia era semplicemente l’esercito occupante della Galizia, la cui sovranità rimaneva alle Potenze alleate e il destino sarebbe stato determinato dal Consiglio degli ambasciatori presso la Società delle Nazioni. Il 14 marzo 1923, il Consiglio degli ambasciatori decise che la Galizia sarebbe stata incorporata nella Polonia «mentre è riconosciuto dalla Polonia che le condizioni etnografiche richiedono un regime autonomo nella parte orientale della Galizia» e che «Questa condizione non è mai stata onorata dal governo interbellico». Dopo il 1923, la Galizia fu riconosciuta a livello internazionale come parte dello Stato polacco.
prossima puntata in seguito, oppure nel link :
https://it.wikipedia.org/wiki/Leopoli
nel 2022
Davanti alla stazione centrale di Leopoli. Ucraina, 3 marzo 2022. (Dan Kitwood, Getty Images)
Ricordo che mia mamma, negli anni immediatamente posteriori alla fine della seconda guerra mondiale, diceva sovente, quasi come un’invocazione:” Basta ghère!” ( Basta guerre!). E’ un’invocazione che nasce spontanea anche da noi e, credo, dalla stragrande maggioranza dell’umanità.