ILAN PAPPE’ – 10 MITI SI SU ISRAELE – TAMU EDIZIONI, 2022 – + RECENSIONE di Michele Giorgio, Inventario storico di uno Stato tra genesi e molte leggende –IL MANIFESTO 22 MAGGIO 2022 + altro

 

 

 

 

TAMU EDIZIONI 2022

Ilan Pappé

traduzione di Federica Stagni
postfazione di Chiara Cruciati

Dieci miti su Israele sono dieci narrazioni storiche costruite per legittimare la fondazione di Israele in Palestina e il mantenimento di un’occupazione brutale. Dieci pilastri che affondano nel nazionalismo e nell’imperialismo europei, e, fatto apparentemente paradossale, nell’antisemitismo.

Con le armi della storiografia lo studioso ebreo israeliano Ilan Pappé confuta a uno a uno i dieci miti, attraversando le varie fasi del progetto sionista a partire dalle prime colonie del 19° secolo fino a oggi. Ci guida all’interno di una questione in cui riconosciamo i problemi più urgenti del nostro tempo: l’utilizzo di un discorso razziale per alimentare un regime coloniale, l’avanzata dell’estrema destra e dell’islamofobia, la guerra per il potere di tramandare la memoria storica e le sue fonti. La ricerca di una soluzione ci spinge allora ad aprire gli occhi sulle ferite aperte della nostra società.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

immagini dall’editore : link sotto

 

Tamu Edizioni

https://tamuedizioni.com/tproduct/467310025-775315736231-dieci-miti-su-israele

 

 

 

 

 

 

 

FOTO DA : en.wikipedia.org

Ilan Pappé  ( Haifa, 7 novembre 1954, da una famiglia di ebrei ashkenaziti. I suoi genitori erano ebrei tedeschi fuggiti dalla persecuzione nazista negli anni ’30),
è uno storico ebreo israeliano antisionista. Dopo aver insegnato a lungo nella sua città, per aver appoggiato la campagna di boicottaggio delle istituzioni accademiche israeliane ha dovuto proseguire la sua carriera altrove. Oggi è docente all’Università di Exeter, in Inghilterra, dove dirige l’European Centre for Palestine Studies. Tra le sue pubblicazioni più importanti troviamo Storia della Palestina moderna. Una terra, due popoli(Einaudi), La pulizia etnica della Palestina (Fazi), Palestina e Israele: che fare? (con Noam Chomsky, Fazi).

 

 

 

 

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RECENSIONE DI MICHELE GIORGIO

 

 

IL MANIFESTO 22 MAGGIO 2022
https://ilmanifesto.it/inventario-storico-di-uno-stato-tra-genesi-e-molte-leggende

 

Inventario storico di uno Stato tra genesi e molte leggende

SCAFFALE. «10 miti su Israele», un volume di Ilan Pappé tradotto dalle edizioni Tamu, con la postfazione di Chiara Cruciati. Il libro si inserisce e arricchisce il solco teorico già tracciato da Simha Flapan

 

 

Inventario storico di uno Stato tra genesi e molte leggende

Muhammad Al-Rakouie, «The Holy Woman of Jerusalem», La Santa di Gerusalemme, un pittore palestinese che adesso è diventato molto famoso — sempre che non mi sbagli — ma lo vedremo in seguito. Adesso è tardi per ch.

10 miti su Israele di Ilan Pappé del 2017 (pubblicato in italiano dalla Tamu Edizioni nella traduzione di Federica Stagni e con la postfazione della nostra Chiara Cruciati, pp.285, euro 16), non è solo un ulteriore tassello del mosaico che lo storico israeliano in decenni di studi e ricerche ha composto sulla genesi dello Stato ebraico e delle sue politiche nei confronti dei palestinesi. Il testo approfondisce lo studio di miti, suggestioni e visioni che avvolgono lo Stato di Israele, prendendo in esame anni più vicini a noi, al periodo della «pace di Oslo», alla condizione attuale dei palestinesi sotto occupazione e di quelli con cittadinanza israeliana e allo sviluppo della colonizzazione.

 

«10 MITI SU ISRAELE» arricchisce la già vasta produzione storica di Pappé e allarga il solco tracciato in The Birth of Israel. Myths and Realities da Simha Flapan, 1987 ( vedi nota al fondo ) uno dei primi «nuovi storici» israeliani. Offre elementi attuali per l’analisi dei rapporti tra israeliani e palestinesi.

«La leadership politica e strategica israeliana considera la memoria collettiva palestinese e la storiografia come strumenti pericolosissimi che possono rappresentare un’arma di erosione dell’immagine pubblica di Israele a livello internazionale, già peggiorata nel tempo», scrive Pappé nella prefazione all’edizione italiana del libro, affrontando uno degli sviluppi più significativi negli anni trascorsi dalla prima edizione del volume. La narrazione palestinese del conflitto, sottolinea, ha rivelato le sue potenzialità.

 

Lo scorso anno, ad esempio, durante le proteste contro l’annunciata espulsione di 28 famiglie dal quartiere di Sheikh Jarrah (Gerusalemme Est), i palestinesi furono in grado di riportare in superficie una pagina di storia rimasta sepolta come la confisca da parte dello Stato di Israele di terre e case palestinesi avvenuta dopo il 1948 e l’impossibilità per i proprietari di riaverle. Ai cittadini ebrei al contrario è permesso rivendicare beni ebraici precedenti anche alla nascita di Israele. Una pagina di storia che, grazie ai social, ha raggiunto e interessato la società civile a livello globale.

 

DA QUI LA NECESSITÀ, spiega lo storico, per i governi israeliani di offuscare la versione palestinese della storia che mette in discussione quella israeliana accettata in modo acritico dall’opinione pubblica occidentale.

Pappé spiega quanto siano stati decisivi per le politiche della destra israeliana più radicale, i quattro anni alla Casa Bianca di Donald Trump, il presidente Usa che, contro il diritto internazionale, nel 2017 ha riconosciuto Gerusalemme come capitale di Israele e, in seguito, anche l’annessione allo Stato ebraico del Golan siriano occupato nel 1967.

Trump ha anche messo a punto un «piano di pace» volto a trasformare i palestinesi da detentori di diritti nazionali in semplici fruitori di aiuti economici.

Certo, tutte le amministrazioni Usa, inclusa quella Biden, appoggiano lo Stato di Israele, principale alleato di Washington in Medio Oriente. Ma Trump e il suo entourage hanno svolto un ruolo concreto per la normalizzazione dell’occupazione israeliana dei Territori, lo dimostrano gli Accordi di Abramo del 2020 tra lo Stato ebraico e quattro paesi arabi. La colonizzazione israeliana della Cisgiordania e della zona araba di Gerusalemme ha ricevuto un impulso senza precedenti durante quella presidenza.

 

L’EX AMMINISTRAZIONE Usa ha anche favorito l’approvazione nel 2018, da parte della Knesset, di una Legge Fondamentale, voluta dall’ex premier Netanyahu e la sua coalizione di destra che proclama Israele, nero su bianco, uno Stato che appartiene al popolo ebraico e non a tutti i suoi cittadini.

Ilan Pappé in 10 miti su Israele affronta pregiudizi e distorsioni che pervadono i resoconti tradizionali dei media. Analizza miti vecchi e soprattutto quelli nuovi che giustificano agli occhi del mondo la negazione dei diritti dei palestinesi. Israele, afferma Pappé, non ha mai cercato una soluzione giusta al conflitto.

Piuttosto, spiega, ha lavorato a un semplice ridispiegamento militare in Cisgiordania e su Gaza. Lo Stato ebraico, aggiunge, è una potenza economica e militare, eppure si rappresenta come «David che combatte un Golia arabo». Ai lettori di orientamento progressista, ancora affascinati dall’immagine lontana del Kibbutz, Pappé dimostra che il socialismo come prassi e stile di vita in Israele è sempre stato condizionato al raggiungimento degli scopi fondamentali del movimento sionista: il controllo della terra e l’espulsione della popolazione palestinese.

 

 

 

 

nota da wikipedia su :

 

Simha Flapan ( 1911 – 1987 )

 

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Simha Flapan ( 1911 – 1987 )
Fotograaf Onbekend / Anefo – http://proxy.handle.net/10648/ab1c4946-d0b4-102d-bcf8-003048976d84

 

Opinioni sul sionismo

Nella prefazione al suo Zionism and the Palestinians (1979) Flapan scriveva:

 

«Per dissipare ogni malinteso, voglio che sia chiaro che la mia fede nella giustificazione morale e nella storica necessità del Sionismo rimane intatta, pur con i miei rilevi critici nei confronti della leadership sionista. La storia del Sionismo dimostra la dimensione dell’urgenza che una nuova società che incorporasse i valori universali della democrazie e della giustizia sociale, fosse impiantata nel movimento sionista e che fosse responsabile del suoi progressi (anche) in condizioni avverse.

Il problema d’Israele oggi consiste nella disintegrazione di questi valori, largamente dovuta all’intossicazione prodotta dal successo militare e dalla fede che la superiorità militare sia un sostituto della pace. Senza la restaurazione dei valori liberali e progressisti del Sionismo e senza il riconoscimento dei diritti dei Palestinesi all’auto-determinazione, all’interno d’una cornice di pacifica coesistenza, la ricerca della pace da parte d’Israele è destinata al fallimento. Io credo fermamente che questi orientamenti diventeranno infine la forza decisiva in Israele.»

 

 

*** il suo libro prinicipale del 1987 è stato pubblicato da RIZZOLI, 1 aprile 2004, in italiano.

 

Nello stesso anno  pubblica :

Mossad. Le guerre segrete di Israele

chiara : questo storico è particolarmente interessante perché non lotta contro il sionismo ma vuole  da questo un’altra propsettiva e anzi la propone; inoltre essendo ” l’iniziatore ” di questa “nuova storiogarafia “, è anche possibile che sia più equilibrato di quelli che sono seguiti.

Da giovane mi ribellavo al poeta latino che teorizzava la verità nel giusto mezzo, alla mia rada ( e tarda )  età sono più attratta da chi riesce a considerare diciamo le ragioni e i torti – addirittura –  delle due parti in conflitto.

Domani, se riesco a ricordarmi, metterò una citazione dal Diario di Tolstoj, sulla quale mi ero soffermata al tempo moltio soffermata,nella speranza di essere capita anche dai più rivoluzionari e senz’ altro  dai più  barricadeiri come la nostra cara Donatella, forse non da Marina, ma lei putroppo non è più.

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