Ansa.it / Roma. I radicali ricordano Giorgiana Masi e i 50 anni del referendum sul divorzio — 12 maggio ’24 +++ Angela Bernardini🌈 🇵🇸✊☮ @ChiranAngelgela – 12.15 – 12 maggio 2024 — grazie cara Angela ! + Andrea Colombo- RICOSTRUZIONI. La cornice scrostata di un omicidio senza alcun mistero, IL MANIFESTO  12 MAGGIO 2017 + altro

 

Radicali ricordano l’anniversario della morte di Giorgiana Masi

E i 50 anni del referendum sul divorzio. Corona da Comune Roma

ANSACheck

 

“Il 12 e 13 maggio 1974 – ricordano i radicali – si tenne, in Italia, il referendum abrogativo della Legge Fortuna, parlamentare Socialista e Radicale padre della legge sul divorzio. Quasi il 60% degli italiani disse no all’abrogazione, ribadendo un netto sì al divorzio. Oggi come allora la politica istituzionale continua ad essere lontana anni luce dalle persone: lo vediamo sui tanti temi in cui la maggioranza dei cittadini ha opinioni ben diverse dalla classe politica (immobile) che li rappresenta. E, oggi come allora, ci sono ancora molti passi in avanti da fare, anche sul divorzio: l’obiettivo per noi Radicali rimane l’esempio francese, dove è possibile divorziare senza dover passare dalla separazione”.
Anche il comune di Roma ha ricordato la morte di Giorgiana Masi con una corona deposta dall‘assessore Miguel Gotor sulla lapide che ricorda l’omicidio.

ANSA.IT/ ROMA — 12 MAGGIO 2024 –15.56

https://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2024/05/12/radicali-ricordano-lanniversario-della-morte-di-giorgiana-masi_49778000-8bff-47a9-8ebf-71ae90c88ed6.html

 

 

 

****Angela Bernardini🌈 🇵🇸✊☮ @ChiranAngelgela 

 

Roma, Ponte Garibaldi. Il 12 maggio 1977 si teneva una manifestazione pacifica per i 3 anni dalla vittoria del referendum sul divorzio. Ma la questura l’aveva vietata.
Cariche violente della polizia. Un agente sparò. Lei morì. Aveva solo 19 anni.

#GiorgianaMasi fiore di maggio.

 

 

 

 

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video, 4.49

Tano D’Amico: “Il mio ’77 e l’omicidio di Giorgiana Masi”

Rep. tv– 12 maggio 2017

https://www.facebook.com/watch/?v=1394883273912161

 

 

 

ììììììììììììì

 

 

*** Andrea Colombo, Il Manifesto- maggio 2017

 

 

IL MANIFESTO  12 MAGGIO 2017
https://ilmanifesto.it/la-cornice-scrostata-di-un-omicidio-senza-alcun-mistero

 

La cornice scrostata di un omicidio senza alcun mistero

RICOSTRUZIONI. Quarant’anni dopo l’uccisione, un libro di Concetto Vecchio racconta la giornata della morte di Giorgiana Masi

 

La cornice scrostata di un omicidio senza alcun mistero

Cecilia Fabiano/EIDON

 

 

Giorgiana Masi fu assassinata quarant’anni fa, intorno alle 20 di una bella serata romana. Era appena arrivata all’altezza di ponte Garibaldi, dopo uno di quei pomeriggi di caos e battaglia che erano all’epoca frequenti. Aveva 18 anni, era una militante del movimento. Era inerme: la sua sola colpa era essere andata in piazza nonostante il divieto di manifestare per cinque settimane deciso dal prefetto su ordine del ministro degli Interni.

Giorgiana stava scappando insieme a tanti altri: fu colpita alle spalle, stramazzò a pochi metri dall’estremità del ponte che porta verso Trastevere. Il fidanzato che la precedeva di pochi passi fu tra i primi a soccorrerla. La caricarono su una macchina. Morì prima di arrivare in ospedale.

Le forze dell’ordine erano a metà di ponte Garibaldi. Avevano espugnato la barricata che lo bloccava all’altra estremità, esitavano ad attaccare la seconda. Nessuno vide chi fu a sparare, ma le testimonianze furono unanimi e Giorgiana non fu la sola a essere colpita alle spalle. Gli spari partirono da lì. Quel giorno c’era in piazza, armato, un numero mai chiarito di poliziotti in borghese, furono immortalati in numerose fotografie, molti giornali fecero per una volta il dovere loro e sbugiardarono la versione addomesticata che negava l’innegabile.

 

FRANCESCO COSSIGA che era allora ministro degli Interni e che sostenne, forse mentendo, forse perché lui stesso ingannato, che in piazza di agenti travestiti da manifestanti non ce n’erano è tornato con la memoria a quegli anni decine di volte prima di scomparire. Di Giorgiana non ha quasi mai parlato nelle tante interviste o nelle memorie. In privato sostenne che si era trattato di «fuoco amico», e forse se ne era convinto davvero perché fare i conti con i sensi di colpa non è mai facile, ma messo alle strette ammetteva che si trattava solo di un’ipotesi.

Anche se i radicali non hanno mai smesso di ricordare Giorgiana e Marco Pannella fece l’impossibile per inchiodare la polizia e Cossiga alle loro responsabilità, lui stesso di Giorgiana parlava poco e malvolentieri. Sostenne fino all’ultimo che la decisione di sfidare il divieto per celebrare il terzo anniversario della vittoria referendaria sul divorzio e raccogliere le firme per una nuova ondata di referendum era stata giusta e che non avrebbe esitato a fare la medesima scelta in circostanze analoghe. Non c’è ragione di dubitare della sua parola, ma se non un rimorso di certo un dolore profondo se lo portava dietro.

SU QUELL’OMICIDIO ormai antico e non dimenticato ha scritto un libro Concetto Vecchio, firma pregiata di Repubblica: Giorgiana Masi. Indagine su un mistero italiano (Feltrinelli, pp. 226, euro 18). È un bel libro, a cui non rendono giustizia le anticipazioni a effetto centrate sull’intervista a Giovanni Santone, l’agente di polizia le cui immagini in abiti civili e con la pistola in pugno impazzano da decenni.

 

Vecchio, che all’epoca del fatto aveva sette anni, pur avendo alle spalle un libro sul ’77, cade in un certo numero di equivoci quando parla del Movimento, come quando parla di autonomi «infiltratisi» nelle manifestazioni, modello black block da vulgata, o come quando scrive che Lama all’università di Roma, nell’episodio chiave di quell’anno, «voleva invitare gli studenti a non disperdere nella brutalità la loro forza». Ma se la cornice è scrostata, il quadro è invece nitido, soprattutto nella prima parte del libro, e agghiacciante anche a 4 decenni di distanza.

 

Pur senza mai dirlo apertamente, Concetto Vecchio racconta e descrive perfettamente una giornata quasi unica nella storia della Repubblica, perché quel giorno, per molte ore, la democrazia fu sospesa, proprio come sarebbe avvenuto 24 anni dopo, il 21 luglio 2001 a Genova: le botte e gli insulti ai parlamentari, gli agguati e gli attacchi contro manifestanti ancora inoffensivi, la presenza massiccia e illegale di agenti in borghese armati, i colpi d’arma da fuoco sparati sin dal primo pomeriggio, e poi le bugie, le reticenze, gli inganni.

GLI AGENTI, come disse Cossiga, «erano inaspriti». Volevano vendicare il collega Settimio Passamonti, ucciso in uno scontro di piazza il 21 aprile. Il Pci premeva sul ministro perché si dimostrasse più fermo. Cossiga decise di lasciar fare, e in fondo importa poco sapere se lo fece coscientemente o chiudendo gli occhi

Chi abbia materialmente premuto il grilletto per uccidere Giorgiana non si è mai saputo e non si saprà. Ma dietro il suo omicidio non c’è nessun mistero, e in realtà, nonostante il titolo, il libro di Concetto Vecchio lo dimostra.

 

libro citato nell’articolo:

 

Giorgiana Masi

Feltrinelli, 11 maggio 2017

pp. 224-

euro 17.10

 

Podcast —   22.30 minuti

https://www.feltrinellieditore.it/podcast/un-libro-di-concetto-vecchio/

 

 

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Cacciateli!

 

 

CONCETTO VECCHIO ( nato 1970 a Aarau ( vedi sotto )- Svizzera, figlio di emigrati )

adesso segue da Beast BLOG – be a student! -. dati al fondo

Concetto Vecchio – foto da un sito svizzero-tedesco : 10 febbraio 2021-
scrive Lisa Gianotti– intervista sul libro di Concetto Vecchio : ” Cacciateli via “- la storia dell’emigrazione dei suoi genitori in Svizzera negli anni ’60

«A metà degli anni Sessanta in Svizzera vivevano oltre mezzo milione di italiani. Quando scendono alle stazioni con questi nomi ingombranti come Winterthur, Sciaffusa, Dietikon, lasciano solo un bagaglio: nella valigia c’è tutta la loro vita. ”

 

video, 1.42

– SIAMO ITALIANI
Switzerland 1964
Directed by Alexander J. Seiler, Rob Gnant, June Kovach
Camera by Rob Gnant
Produced by Seiler + Gnant

Il film documentario del 1964 segna l’inizio del Nuovo Cinema Svizzero. È la prima volta che un film si focalizza sui migranti, i lavoratori italiani che allora erano considerati un “problema” in Svizzera.

 

 

tutto sopra dal link :

Università Basel

Beast Blog…be a student!

(sii uno studente!)

 

titolo del link:

“Stanze in affitto, ma niente italiani”-

– In conversazione con Concetto Vecchio

Mercoledì 10 febbraio 2021 

di Lisa Gianotti

 

https://beast.unibas.ch/zimmer-zu-vermieten-aber-keine-italiener-im-gespraech-mit-concetto-vecchio/

 

 

 

 

 

 

Mappa MICHELIN Aarau - Pinatina di Aarau ViaMichelin

AARAU  nel nord della Svizzera tedesca

 

 

Aarau (toponimo tedesco) è un comune svizzero di 21 503 abitanti del Canton Argovia.

Sorge nella valle dell’Aar, da cui prende il nome, su una piana alluvionale sulla riva del fiume ai piedi dei monti del Massiccio del Giura

 

Aarau Svizzera Città - Foto gratis su Pixabay - Pixabay

una sola foto di questa città che, come tutte, deve essere bella: AARAU

 

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LA CITTA’ VECCHIA DI AARAU

DA : /war.wikipedia.org

 

 

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EDIFICI DEL CENTRO STORICO

AUTORE: G. Salluzzi

da : https://it.wikipedia.org/wiki/Aarau

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