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Meravigliosa Italia
Il bellissimo cortile di Palazzo Vecchio a Firenze.
Il progetto fu affidato nel 1453 al Michelozzo, mentre i decori furono realizzati nel 1556 da Giorgio Vasari su commissione di Cosimo I de Medici.
NOTA:
Cosimo I de’ Medici (Firenze, 12 giugno 1519 – Firenze, 21 aprile 1574) è stato il secondo e ultimo duca di Firenze, dal 1537 al 1569, e, in seguito all’elevazione dello Stato mediceo a Granducato di Toscana, il primo Granduca di Toscana, dal 1569 fino alla morte.
Figlio del condottiero Giovanni de’ Medici, detto delle Bande Nere, e di Maria Salviati, apparteneva per via paterna al ramo cadetto dei Medici detto dei Popolani, discendente da quel Lorenzo de’ Medici detto il Vecchio, fratello di Cosimo il Vecchio, primo Signore de facto di Firenze, mentre era discendente per via materna dal ramo principale stesso, in quanto la madre era figlia di Lucrezia de’ Medici, a sua volta figlia di Lorenzo il Magnifico, signore di Firenze.
In questo modo Cosimo I portò al potere il ramo cadetto dei Popolani e diede vita alla linea granducale.
Cosimo a 19 anni, ritratto del Pontormo, 1538
Sotheby’s
DA : https://it.wikipedia.org/wiki/Cosimo_I_de%27_Medici#/media/File:Cosimo_I_de_Medici_by_Jacopo_Carucci_(called_Pontormo).jpg
AGNOLO BRONZINO, COSIMO I CON L’ARMATURA, 1545– UFFIZI, FIRENZE
Fotografia autoprodotta di NikonZ7I
Palazzo Vecchio in Piazza della Signoria, Firenze | Ph. Javier_Rejon
Il progetto si deve ad Arnolfo di Cambio (1299). Fu inizialmente chiamato Palagio Novo, poi della Signoria. L’appellativo Ducale risale al 1540 quando Cosimo I vi fissò la propria residenza. Divenne Vecchio nel 1565 quando la corte si trasferì in Palazzo Pitti.
Tra il 1865 e il 1871 fu sede del Parlamento Italiano mentre oggi ospita gli uffici comunali.
Il cortile di ingresso, detto di Michelozzo, fu decorato per le nozze di Francesco I e Giovanna d’Austria con vedute di città dell’Impero asburgico, su progetto di Vasari. Nel Quartiere del Mezzanino è esposta la collezione Loeser, donata dal collezionista americano nel 1928.
DA SAPERE:
Alle finestre del palazzo furono lasciati penzolare i corpi dell’arcivescovo Francesco Salviati e di Francesco Pazzi, membri della celebre congiura ai danni dei Medici, consumatasi nel Duomo e in cui morì Giuliano, fratello di Lorenzo il Magnifico. Accorsi subito dopo l’accaduto in piazza della Signoria, contando nella protezione dell’autorità pubblica e della popolazione, furono immediatamente arrestati e impiccati.
Sull’angolo destro della facciata di Palazzo Vecchio è abbozzato, in bassorilievo, un profilo d’uomo che la tradizione attribuisce a Michelangelo. L’artista vi avrebbe ritratto o un condannato a morte o un debitore che lo annoiava con i racconti delle proprie disgrazie tutte le volte che passava in via della Ninna; pare, addirittura, che avesse tracciato le linee con le spalle al muro, mentre lo scocciatore lo importunava
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NOTA DA: — I VIAGGI DI RAFFAELLA BLOGSPOT.COM
https://iviaggidiraffaella.blogspot.com/2021/06/firenze-palazzo-vecchio-lesterno.html
Alla destra del portale d’ingresso, inciso sulla muratura quasi all’angolo con Via della Ninna, si trova il ritratto di uomo, che viene popolarmente chiamato “Importuno di Michelangelo”.
Si narrano infatti due versioni del perché il grande maestro abbia ritratto questo misterioso profilo. La prima versione racconta che ogni giorno Michelangelo, passando vicino Palazzo Vecchio venisse “importunato” dalle scuse avanzate da un uomo che gli doveva del denaro, e un giorno, facendo finta di ascoltarlo, incise il ritratto dell’uomo con le mani dietro la schiena, dando le spalle alla facciata del palazzo. Quando l’Importuno se ne accorse, si lamentò che Michelangelo gli avesse fatto un naso troppo grosso, e il maestro rispose che le sue mani non avevano occhi. La seconda versione racconta invece che, colpito dall’espressione di un condannato alla gogna che stava passando, Michelangelo sentì il bisogno di ritrarlo, e non avendo con sè la carta, lo incise sul muro.
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“Importuno di Michelangelo” (attr.Michelangelo) |
FINE DELLA NOTA
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Il Granduca Francesco I, figlio di Cosimo I e delle bellissima Eleonora di Toledo, aveva una grande e unica passione, oltre all’amore per la bella veneziana Bianca Cappello: l’alchimia.
Gli sportelli del suo studiolo in Palazzo Vecchio sono decorati infatti da soggetti mitologici e pagani, allusivi al tipo di materiale conservato all’interno dei rispettivi scaffali. Non a caso, in quello raffigurante Il laboratorio dell’alchimista di Giovanni Stradano, Francesco si è fatto ritrarre come un artigiano, seduto e intento al proprio lavoro, in primo piano sulla destra.
Nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, Leonardo aveva dipinto la famosa Battaglia di Anghiari con una tecnica sperimentale volta al recupero dell’encausto romano che utilizzava la cera come legante dei pigmenti. L’esito fu disastroso e la pittura si sciolse. Secondo alcuni studiosi Vasari avrebbe salvato ciò che rimaneva dell’opera, proteggendola con un intercapedine.
Nell’affresco con la Battaglia di Marciano sembra infatti avere inserito un indizio: un’insegna militare contenente le parole CERCA TROVA.
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SEGUE DA :
ABOUT ART ONLINE .COM — link al fondo
https://www.aboutartonline.com/
Giorgio Vasari ed aiuti La battaglia di Marciano in Val di Chiana – sito nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio a Firenze
Le fonti storiche sono concordi nel ritenere che Leonardo dipinse in una delle pareti della Sala del Consiglio (oggi Salone dei Cinquecento) ma nessuna certezza c’è in merito a quale sia stata la parete prescelta ed alle effettive dimensioni dell’opera.
Della Battaglia di Anghiari di Leonardo da Vinci si è perduta ogni traccia e nulla si sa in merito alla sua sorte.
RUBENS
Copia di Paul Rubens della parte centrale del dipinto
Peter Paul Rubens / Da Leonardo da Vinci
Studio per la Battaglia di Anghiari
SEGUONO ALTRE IMMAGINI DELLA BATTAGLIA DI ANGHIARI NEL LINK
DA:
Non mi ricordavo che fosse così affrescato nel soffitto, quasi in contrasto gentile con la severità elegante dei muri.