LA SARTA MERAVIGLIOSA, FAVOLA NATALIZIO-TERAPEUTICA DI DONATELLA


 

C’era una volta, in un paesino di cui non ricordo il nome, una sarta che campava a stento con il suo lavoro. Era una persona a modo, graziosa e gentile col prossimo. Il paese  era molto povero, per cui la sarta era modesta nei  prezzi e cercava sempre che le sue clienti fossero in grado di pagarla. Dato che era l’unica in paese che facesse  quel lavoro , aveva tante clienti, anche se alla fine della giornata era tanto se le usciva il pranzo con la cena. Era una che si accontentava di quello che aveva, ma a volte si sentiva stanca per il troppo lavoro e delusa per non potere mai mettere da parte qualche soldo. Avrebbe voluto andare anche lei un po’ in vacanza, ma quando arrivava l’estate non aveva un soldo da poter spendere per pagarsi un viaggio. Si autoconvinceva che il suo era il paese più bello del mondo e che in fondo era già un privilegio poter vivere tutto l’anno in un posto come quello. Un giorno venne da lei una cliente che le era particolarmente simpatica: si trattava di un tipetto sveglio ed intelligente, ma molto timido, che faceva quasi fatica ad esprimere quello che voleva. Alla sarta venne in mente che doveva fare qualcosa per quella donna, perché era ingiusto che  non fosse apprezzata per quello che valeva. “ Del resto-pensò- è un po’ la mia storia. Anch’io non sono pagata per quanto faccio. Forse è per questo che lei mi è così simpatica”. Detto questo, si mise a prenderle le misure e scelse una stoffa molto bella, che teneva nel suo baule da un  po’ di tempo. La cliente fu d’accordo che quel tessuto valorizzava il suo incarnato, fu contenta del modello scelto dalla sarta e disse che sarebbe tornata tra una settimana. Ringrazio, salutò molto gentilmente  e se ne andò. La sarta quella settimana lavorò soltanto a quel capo. Si disse che doveva metterci tutto l’impegno di cui era capace per creare un capolavoro. Tagliò, cucì, scucì, ricucì fino a che non si sentì intimamente soddisfatta. “ Adesso- pensò- deve solo indossarlo”.

Aspettò con ansia la cliente e quando finalmente arrivò il cuore le batteva forte. Il vestito andava a pennello, ma la cosa più bella e anche più strana era che quella persona, timida e insicura, come se la ricordava, non c’era più. La sua cliente era diventata sicura di se’, riusciva ad esprimere le proprie opinioni, aveva un’aria serena e sembrava in grado di affrontare il mondo. Naturalmente pagò il prezzo  pattuito, la ringraziò (perché fortunatamente era rimasta gentile), ma non si era accorta del grande cambiamento che il vestito le aveva procurato. La sarta un po’ fu delusa da quel mancato riconoscimento, ma poi si rincuorò. “ In fondo- si disse-  ho provato a me stessa quello che sono capace di fare. Farò anche per me un abito speciale, come alla mia cliente e poi vedremo”. Così fece e da allora è diventata una sarta richiestissima e pagatissima. Va in vacanza all’estero tutti gli anni, è piena di ammiratori, compare sulle copertine dei giornali di moda, però continua a lavorare anche per i suoi compaesani. Non si dà arie, ma si dà della stupida per non averci pensato prima.

 

 

 

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