19 SETTEMBRE 2012 ORE 15:31 SONO QUASI (QUASI) SICURA DI USCIRE DA QUESTA DEPRESSIONE, EVIDENTEMENTE LEGGERA, COSI’ APPARE ADESSO, FACENDO CONTO CHE LA DEPRESSIONE (E NON LO E’) SIA SOLO UN ESAURIRSI DI ENERGIE, QUINDI RIPOSANDOMI SENZA PRENDERE FARMACI. SE NE ESCO, L’HO SCAMPATA BELLA!

Già da anni, scrivo per chi si interessa di depressione, da oltre dieci anni, forse quindici, a me, ex-psicotica di psicosi maniaco-depressiva o disturbo bipolare (viaggi tra due poli: sei un po’ sulle vette più alte un po’ nei bassifondi), la depressione mi è sempre presentata esclusivamente come un sonno inguaribile che mi prendeva, dopo faticoso alzarsi, anche alle nove di mattina. Rimango, quando ce l’ho, con gli occhi chiusi, alzata e vestita, ce l’ho anche in questo istante, ma scrivo, il sonno è leggero e ora si manifesta più che altro come lieve angoscia, agitazione, ma sempre leggera.
Come sempre, a me, ma sarebbe interessante sapere come succede a voi, a chi poveretto gli succede, evidentemente, la depressione arriva in genere (“come sempre”/ “in genere”, ma è giusto perché non si sa mai) quando qualcuno mi offende. Una persona che mi tratta male, anche non troppo male per un altro, anche una persona che so che “in fondo in fondo” mi vuole bene, specie se mi grida, mi fa sentire umiliata. Non sono ancora riuscita ad indagare a fondo cosa c’è dietro questa umiliazione: un’immagine depauperata perché non riesco ad arrestare la fiumana nonostante i miliardesimi tentativi di tutti questi anni? Odio di me stessa perché non so urlare più forte? Ma non so proprio urlare più forte. Questa persona, che in genere è quella che mi fa star peggio, dopo mia figlia che detiene il vessillo, è anche dotato di virtù canore non da poco. Un tenore, lo diresti, con sottofondo di baritono russo. Specie quando si arrabbia. Come succede a tanti uomini (lo confesso, è un uomo, nel senso corto di “genere maschile”) l’uso della ragione è piuttosto povero: sono dei grandiosi matematici, ma ragionare si può proprio dire che ragionano con l’utero mentale, come dicevano a noi, anni fa, dell’utero fisico. Una cosa non gli va: urla su urla, e guai a cercare di interrompere: è un attacco di lesa maestà! Sembra di interromper Dio stesso che detta le leggi a Mosé! Tu zitta, prendi appunti, ma tanto non ti ricorderai proprio di nulla perché alla fine, tanto, mai ti sarà data la chance di controbattere. Tutto si risolverà in un silenzio angoscioso. Da secoli e secoli non dici più che non ne puoi più, perché tanto l’altro lo sa benissimo e magari ti fa il verso. Stai zitta. E ti chiedi, in silenzio: “perché non te ne vai?”. Prima di tutto: dove vai a 68 anni, vecchia, brutta, grassa denti finti ecc ecc…? D’accordo, con un meraviglioso nipotino che compensa tutto, ma ti dovresti rassegnare a stare da sola. Senza ciabattine eleganti che risuonino per casa. Anche col nipotino bellissimo, dieci mesi, per cui un altro nonno farebbe a tempo ad abituarsi, e il piccolo a lui…non lo so, quando lo vede gli fa: “Presidente!!!”  (parla il nonno) con un tono di voce che il piccolo, anche imbronciato, se mai lo fosse, come immaginate mio nipote vive ridente, scoppia a ridere! Sempre.
E già lì vedete un ostacolo. Oh bella ! Vi devo proprio raccontare questa: conosco una signora eccellente, Fernanda, vedova inconsolabile da quindici anni, con il solito marito eccellente che urla: ci credete?! Quello di cui ha più nostalgia sono le urla. Be’, allora: “ciù in là ghe tapau” (ligure ponentino, come tradurre? letteralmente: “più in là c’è chiuso chiusissimo, tappato, appunto)
Io so che per me non sarà così, lo so di certo anche perché sicuramente morirò prima: il mio sistema nervoso già frusto con la malattia e, non paia strano, ancor più con la lotta immane che ho fatto per uscirne, da quasi cinquant’anni (dicembre prossimo) – con piccolo intervallo di quattordici anni di vita – è sottoposto a questo trattamento di urla sconnesse di persona che non sa ragionare. Dialogo? Scambio di idee? Apprendimento reciproco? Cose da froci. Non lo dice, perché persino lui diventerebbe blu dalla vergogna, ma si vede dalla pratica. La verifica è che: non c’è apprendimento. Ogni scena è sempre la prima scena. Ma ci credete a tanta eternità di noia!
Oggi scherzo, sono allegra, adesso vedo Marco (la prossima vi dico chi è, ma dovreste saperlo…), ho trovato l’appartamento visto che di qui mi sbattono fuori, vado anche stare meglio allo stesso prezzo, padrona di casa meravigliosa si chiama anche lei Chiara, lei è la dott. Chiara, è psichiatra, e poi vivo in un periodo di luna di miele perché, ora, “lui”, eh sì, è il mio convivente, è in espiazione: attenzione bene, non è pentito, se no avrebbe qualche chances di cambiare, e ci sarebbe da ridere a vedere la fatica!…deve solo lavarsi la coscienza che, grazie al cielo, quando la usa (in genere si trova in naftalina) è molto severa… così il periodo di luna di miele dura a lungo, sarebbe meglio il contrario, ma insomma, avrete capito, qui è proprio “pomì o pomì”…e poi, mi sta passando la depressione senza farmaci, come vi ho detto, proprio come avevo scommesso con un altro marito. Eh be’, non pretenderete anche che sia monogama! Un altro marito non basta: data la forma a stampino con cui sembrano fatti questi nostri uomini vecchi (classe ’40), dobbiamo avere più possibilità al nostro picciuol arco. Io mi sto guardando intorno, e voi?
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4 risposte a 19 SETTEMBRE 2012 ORE 15:31 SONO QUASI (QUASI) SICURA DI USCIRE DA QUESTA DEPRESSIONE, EVIDENTEMENTE LEGGERA, COSI’ APPARE ADESSO, FACENDO CONTO CHE LA DEPRESSIONE (E NON LO E’) SIA SOLO UN ESAURIRSI DI ENERGIE, QUINDI RIPOSANDOMI SENZA PRENDERE FARMACI. SE NE ESCO, L’HO SCAMPATA BELLA!

  1. nemo scrive:

    Utile, importante ‘cacciar fuori’ le cose che amareggiano la nostra esistenza. Occorre, però, impegnarsi a vedere il mezzo pieno del bicchiere, consapevoli che la vita per nessuno è una ‘passeggiata’.

    • Chiara Salvini scrive:

      PER ORA RIPORTO SOLO IL COMMENTO DI MARIO AL TUO: “perché c’era qualcosa che non andava? Anzi, mi hai dipinto come un Humphrey Bogart…!”!

    • Chiara Salvini scrive:

      una scarica di schioppo in un bosco ancora addormentato, mi è parso il tuo commento. Che è un giudizio, un giudizio morale, e negativo. Hai ragione, la vita per nessuno è una passeggiata, ma c’è chi passeggia di più e meglio e chi meno e peggio. La discriminante per me sono le malattie, prima di tutto, e poi i soldi, che se non danno la felicità, ti permettono di curarti anche malattie difficilissime da curare come è stata la mia. I miei, e poi io ho continuato, hanno speso letteralmente una fortuna. Ci sono poi gli strumenti intellettuali e morali che contano, forse, ancora- lo dico adesso da vecchietta- forse ancora di più dei fattori che ho nominato prima. Tu per esempio, hai degli eccellenti strumenti intellettuali e morali che, certamente, ti sei fatto, ma molto ti viene già da una base familiare negli antenati addirittura. Una specie di aristocrazia culturale, anche se non sei nato ricco. Il giudizio è mio e me ne assumo la paternità, data tutta la relatività dei giudizi.
      La tua mi è sembrata-sotto sotto- una difesa di categoria. Il mezzo pieno del bicchiere sta nella cordialità con cui in fondo accetto queste cose, questo modo di essere strampalato così caratteristico del mio compagno di vita, come non puoi non rilevare nel commento che ha fatto al tuo, che gli ho riferito. Aveva letto per primo il testo e non ci aveva trovato niente. Nella mia piccolezza, o è scemo e non è, o vede tutto talmente dall’alto che questa formichina che si arrabatta con i suoi umori (e degli altri), gli fa lo stesso effetto che avrebbe, la stessa, sulla pelle spessa di un elefante. Un leggero solletico, magari piacevole come in questo caso. Ti sarà impossibile figurarti una situazione del genere perché, se mai l’hai vissuta, l’hai vissuta anche tu “dall’alto dell’elicottero” da cui molti uomini sembrano sorvolare la vita, a meno che non si tratti di loro “in prima persona”, o meglio, della loro immagine. E’, in realtà, l’uso che fate di un emisfero cerebrale, come -pare-che le donne ne usino prevalentemente un altro. Entrambi carenti. Da tantissimi anni, ci sono stati terapeuti che hanno invitato gli uomini a sviluppare la loro parte femminile (promuovendo anche l’uso di bambole per educare i maschi) e viceversa. I giovani di oggi, quei pochi che conosco, sono un po’ così. Intermedi, se si può dire. Ma, come dici sempre tu citando Picasso, trovare oggi un vecchietto che è già diventato giovane… Così come forse trovare vecchiette passionali e razionali insieme.
      Pensa poi che io non pensavo neanche di “cacciar fuori niente”, hai voluto vedere un racconto-verité dove forse c’era, è vero, ma non così tanto. Da due piccoli scritti, mi sono accorta che sembro imparare a scrivere più soft, senza tutti i macigni che mi porto sempre addietro: anche la Do riconosce che sto un po’ migliorando; strada da fare ce n’è, ma pensa che io mi credevo di aver scritto una specie di “raccontucolo” con pretese letterarie! E mi arriva un giudizio morale che forse merito forse no. Caro Nemo, io non ti so dire, ringrazio ogni momento il Signore per la vita e la felicità privilegiata che mi concede e mi ha sempre concesso anche nei momenti bui, ma ho un gran vuoto di solitudine che, credo, però, vada ricercata non nei miei simili, che mi circondano, ma nella mia malattia: tutto il nucleo più grosso della mia vita, non ho un mio “familiare” con cui “condividerlo”, se non Marco, a cui sono così affezionata, ammesso tu abbia letto il suo scritto che ho pubblicato. Non trovare una “risonanza” in tanto emotivo-cerebrale ecc. che abbiano vissuto per oltre trenta-quarant’anni della nostra vita, può dare un certo estraneamento che, poi, è una solitudine specifica che si aggiunge al fatto che tutti nasciamo e moriamo soli. ciao, ti voglio bene, ch.

  2. nemo scrive:

    Non so misurare la solitudine degli altri ( la tua ). Sono convinto che siamo tutti molto soli e che l’ unica compagnia la possiamo trovare nei nostri interessi ( purtroppo, per molti solo economici ). Sulle differenze (maschi/femmine) penso che molto sia dipeso dalla religione ( da noi Chiesa ) più che dall’ uso di emisferi diversi (?). Ho letto Marco che mi pare simpatico e sereno. Rileggerò ….

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