La prima volta che il Prof. Placidi di Pisa mi ha fatto questa diagnosi, mi sono stupita non poco.
E voi? Vi capita?
Io capisco il bisogno di non fare niente, l’inerzia che viene in primo piano, non sentire energia a niente perché anche la più piccola cosa è scalare il Monte Bianco.
Ma dormire, questa cosa sana, raccomandata da tutti (“mi raccomando, di notte e almeno sei ore!”) può essere malattia quando è troppa? “Il troppo stroppia”, lo dice anche voi?
Se uno si abbandona, l’ho fatto altre volte, ma adesso non posso, devo trovarmi un bilocale e fare il trasloco più o meno entro la fine di settembre, è felicissimo, soprattutto uno come me che si stanca sempre di più di quello che dovrebbe: non mi arriva lo stimolo della stanvchezza, o meglio, mi arriverà
Ormai è un buon periodo che non prendo più antidepressivi, né altri farmaci pesanti, e non ho intenzione di ricominciare
La depressione per me è la voglia di non fare niente, non muovere un dito e, per usare una frase familiare, farmi mangiare dalle mosche, cioè da Belzebù, che è il signore delle mosche. Mi fa sentire un niente che non conta nulla e vorrei solo dormire o comunque scavarmi una buca ( meglio il letto) e starmene lì. Per fortuna non dura molto, ma si sta davvero male. Mi pare di ricordare che anche da bambina avevo questi momenti, in cui la realtà mi sembrava estranea e non mi divertivo per niente. Se ricordo bene anche mia mamma aveva dei momenti di profonda scontentezza, quasi di disperazione, ma per lei c’erano dei motivi ben reali.