Puglia, il voto segreto affossa le donne
no alla legge 50/50 in Consiglio regionale
Bocciata la proposta di legge di iniziativa popolare sulla parità di genere che prevedeva liste elettorali composte per il 50per cento da donne e la doppia preferenza alle elezioni. Decisive anche le assenze nella maggioranza
di ANTONELLO CASSANO
Il Consiglio regionale pugliese affossa la proposta di legge di iniziativa popolare sulle parità di genere e la doppia preferenza. Decisivo il voto segreto chiesto da sette consiglieri dell’opposizione. Determinanti anche le assenze nella maggioranza di Fabiano Amati, Lorenzo Nicastro e di Arcangelo Sannicandro e i voti contrari di due consiglieri della maggioranza. Bocciati i primi due articoli della legge: il primo articolo obbligava i partiti a creare liste composte per il 50 per cento di uomini e il restante 50 di donne. Il secondo garantiva la doppia preferenza al momento del voto. Le liste elettorali composte in maniera diversa sarebbero state dichiarate inammissibili.
Entrambi gli articoli sono stati bocciati dal Consiglio con voto segreto. Tanti i franchi tiratori presenti in entrambi gli schieramenti. Decisione fortemente contestata dalle donne presenti in aula. Tante le associazioni territoriali che avevano collaborato per raccogliere trentamila firme e proporre in Consiglio la legge di iniziativa popolare: da Un desiderio in comune a Sui generis di Lecce, da Donne in rete di Foggia al Centro di documentazione donne.
Delusa Magda Terrevoli, portavoce del comitato promotore della legge e componente della Commissione Pari opportunità: “Settanta consiglieri hanno affossato la volontà di 30mila persone. Non hanno neanche avuto il coraggio di esprimere un voto palese, facendo ricorso al voto segreto. Tutto ciò è vergognoso”.
Il comportamento dei consiglieri della Regione Puglia è vergognoso e vigliacco: perché chiedere il voto segreto su una questione che avrebbe dovuto passare tranquillamente , direi per alzata di mano? Sono queste le cose che fanno male alla politica, perché fanno vedere l’interesse personale dei singoli, altro che interesse politico! La questione dovrebbe diventare nazionale e penso che si vincerebbe.