21 GIUGNO 2013 ORE 17:23 ++++ SALVATORE SETTIS NESSUNO TOCCHI LA COSTITUZIONE

 

 

NESSUNO TOCCHI LA COSTITUZIONE (Salvatore Settis)

DA JACK’S BLOG BY  ON 21 GIUGNO 2013

 

 

costituzione_italianaNel 2006 ben 16 milioni di italiani bocciarono una riforma costituzionale che ora si vuole rilanciare. Il vero problema è la mancata attuazione di diritti cruciali come quello al lavoro. Altro che le modifiche…

La Costituzione é sotto attacco su tutti i fronti. E nessun tema è “di nicchia”, perché la Costituzione non è una litania di articoli isolati, ma una sapiente architettura di principi. In essa, anche il diritto alla cultura (istruzione, ricerca, tutela) è strumento di eguaglianza, giustizia sociale, libertà, democrazia. Ma le modifiche costituzionali di cui si parla in clima di larghe intese non sono indirizzate a questi grandi traguardi. Tendono, invece, a consolidare l’impasse della politica, il “pilota automatico” che assoggetta i governi al potere finanziario, fuori da ogni controllo democratico.

Si inventano conventicole arbitrarie e si osa chiamarle “Costituente”: ma un Parlamento eletto con il Porcellum non è legittimato a esprimere nessuna Costituente. E perché Berlusconi non “stacca la spina”al governo Letta, se non perché punta a una riforma simile a quella bocciata dal referendum del 2006? Con il governo Monti, la modifica dell’art. 81 (pareggio di bilancio) fu approvata, senza referendum, dalla stessa maggioranza che appoggia ora il governo: è già pronta a varare una Costituzione presidenzialista ad personam?

L’unica vera Costituente, quella eletta dal popolo nel 1946 con l’espresso mandato di scrivere la Costituzione, fu l’esito di un’incubazione che cominciò sotto l’oppressione fascista, prese un ritmo febbrile con la guerra e la Resistenza e coinvolse importanti figure esterne. Grande fu l’attenzione per la pubblica opinione: nei governi Parri e De Gasperi il ministero per la Costituente, affidato a Nenni, promosse via radio e stampa un’intensa campagna di alfabetizzazione costituzionale.

In questo spazio pubblico del discorso, la Costituzione fu il progetto di un’Italia migliore: perché «ogni legislatore dev’esser guidato, sorretto, confortato dalla coscienza del suo popolo» (Jemolo), anzi deve cogliervi quella «vita nascosta di attese e speranze che pullula al di sotto degli affanni della vita quotidiana (…): un lampeggiare di rilievi, un affiorare spontaneo di idee e di scorci, che colpisce, e non può non rallegrare» (Nenni). Quanto sono lontane queste parole dalle manovre sotterranee di ingegneria costituzionale a cui ci tocca assistere!

Quello italiano é un “costituzionalismo debole”: lo Statuto Albertino del 1848, in vigore per cento anni, fu debole fin dall’inizio perché concesso dal re e poi avvilito dal fascismo. La Costituzione della Repubblica ha ben altra legittimazione, perché nata dalla Resistenza; ma il suo slancio ideale è mortificato dalla mancata attuazione di diritti cruciali (come il diritto al lavoro).

A questo “costituzionalismo debole” è tempo di contrapporre una Costituzione forte: lo richiede la crisi della democrazia rappresentativa, particolarmente grave per l’iniqua legge elettorale e per la ripetuta legittimazione di un leader (Berlusconi) che non dovrebbe esser tale per i conflitti di interesse. Chi governa dimentica il referendum del 2006, quando 16 milioni di italiani (il 62 per cento dei voti) bocciarono una riforma costituzionale che ora si rilancia.

Si ignora il responso delle urne, la crescita dell’astensionismo, il montare dell’indignazione, il rifugio nella protesta, il disagio sociale, la crescita della povertà. Si insegue insomma l’impossibile modello di una democrazia senza popolo. All’insegna di uno “sviluppo” che non crea ricchezza, ma la sposta e la concentra nelle mani di pochi, smontando lo Stato, svendendo i beni pubblici, socializzando le perdite e polarizzando i profitti.

Perciò non si può accettare nessuna “pacificazione”, nessuna forzata amnesia: perché la democrazia si nutre di conflitti, non di oblio. I partiti, è vero, non sono più un luogo di riflessione e di progettazione, ma un macchinario del consenso, fondato sulla perpetuazione delle caste al potere. Dei partiti c’è bisogno: è tempo di espugnarli con le ragioni della Costituzione, manifesto vivente dei nostri diritti, esigendone la piena attuazione.

Dopo la rivolta operaia del 17 giugno 1953 Brecht scrisse: «Il popolo, si disse, ha perso la fiducia del governo / e deve riconquistarla raddoppiando il lavoro. / Non sarebbe più semplice, allora, / che il governo sciolga il popolo?». Perché nulla di simile accada in Italia la nostra arma è la Costituzione. Questa, e non un’altra.

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4 risposte a 21 GIUGNO 2013 ORE 17:23 ++++ SALVATORE SETTIS NESSUNO TOCCHI LA COSTITUZIONE

  1. nemo scrive:

    La difesa che Settis fa della Costituzione, dell’ Ambiente ( che sono la stessa cosa ) e dei Beni Culturali mi ‘consola’, quando sono politicamente sfiduciato e a terra. Mi era molto piaciuto il suo intervento alla Repubblica delle Idee di Bologna, un pomeriggio all’ Archiginnasio. In quell’ occasione, gli ho voluto stringere la mano e l’ ho ringraziato per il suo ‘lavoro’ culturale e per l’ impegno civico.

  2. D 'IMPORZANO DONATELLA scrive:

    Sono completamente d’accordo con la difesa intransigente della Costituzione, che purtroppo è stata già violata con l’approvazione del pareggio di bilancio senza alcun referendum, come sarebbe previsto costituzionalmente. Bisognerebbe decidere poi che valore si dà ai referendum: se è quello che la Costituzione assegna al popolo su decisioni importanti ( la nostra Repubblica è nata dal referendum Monarchia-Repubblica!), oppure se è un meccanismo obsoleto, che si può tranquillamente far sparire silenziosamente. Ci ricordiamo il referendum sull’acqua e quello sul nucleare? Il popolo italiano si era espresso con molta chiarezza, eppure si fa finta che non ci siano stati quegli importanti pronunciamenti. Ho letto oggi sull”Unità” che la più grande banca privata mondiale, la Morgan, ha dichiarato pubblicamente di considerare una iattura la vittoria della democrazia nella parte sud dell’Europa. Per l’alta finanza era molto più semplice trattare con i dittatori, i vari Mussolini, Franco, Salazar, i colonnelli greci! Del resto queste brave persone che purtroppo regolano la vita di miliardi di individui non hanno vergogna nel dichiarare che la lotta di classe l’hanno vinta loro. Spero che dicendolo facciano i dovuti scongiuri!

  3. D 'IMPORZANO DONATELLA scrive:

    Ho ritrovato il pezzo dell”Unità” che riguarda, anche se non esclusivamente, la nostra Costituzione : si tratta di giudizi contenuti nel documento del 28 maggio 2013 del think-tank della J.P.Morgan, una delle due più potenti banche private del mondo. Secondo questo documento la presenza di Costituzioni che “mostrano una forte influenza delle idee socialiste” costituisce il maggior ostacolo all’integrazione dei Paesi del Sud nell’area europea”. In questi Paesi sono previste ” tutele costituzionali dei diritti dei lavoratori” e ” la licenza di protestare se vengono proposte sgradite modifiche dello status quo”. Gli esecutivi sono stati così “limitati nella loro azione dalle Costituzioni (Portogallo), dalle autorità locali ( Spagna) e dalla crescita di partiti populisti ( Italia e Grecia)”. Solo il Wall Street Jaournal ha pubblicato il testo, il Financial Times ne ha accennato senza entrare nei dettagli, ora lo sitrova nei siti. ( da “l’Unità” di sabato 22 giugno 2013, pag.15, in fondo a sinistra, articolo firmato, ahimè, da Cesare Salvi).

    • Chiara Salvini scrive:

      Molto divertente, questa notizia! E’ difficile che “proprio il nemico” ti offra le armi “fondate” su dati “scientifici” o fattuali per combatterlo. Era stata pubblicata, non so più se su 24 ore o su Repubblica, ma, come tantissime altre, non sono riuscita a comunicarla. Grazie e mille di averlo fatto tu! mia Doddo do dò! Ti minaccio: “non avrai mai il re…” ciao, chiara
      PS. Che bello che stai di nuovo tanto al compiu-tér. Che bello per noi, che ne usufruiamo, ma anche perché, come per me, significa che stai meglio o, forse forse, addirittura bene? LA TUA B.B….senza tette…sono ferme al ginocchio! io e la bella BB!

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