Sono nato in un piccolo paesino del nord Sardegna dove gli alberi sono piegati
dal vento, ho 37 anni e dal 2007 ho iniziato a dedicarmi principalmente all’illustrazione.
Ora disegno esclusivamente su iPad con una penna fatta da me.
da : https://www.frizzifrizzi.it/2012/10/10/7am-toni-demuro/
Il paesino dove è nato Tony Demuro è Biancareddu in provincia di Sassari, da cui dista 40 km ca- Il paese aveva 94 abitanti nel 1991 —
Earth 015 (Burkina Faso)
SILENZIO
Nel cuore della Sardegna, mentre le prime luci dell’alba accarezzano le cime delle montagne, un’atmosfera carica di attesa avvolge il paese di Gavoi. Tra le antiche case di pietra e i vicoli stretti, una ragazza si aggira, cullata dai racconti del passato e dal richiamo di quelli del futuro.
C’è qualcosa nell’aria tra le pieghe del tempo e dello spazio. Un’energia invisibile, forse è solo l’emozione del festival imminente, o forse c’è qualcosa di più. Lei sa che a breve quelle stradine ospiteranno per la diciottesima volta L’isola delle Storie
L’illustrazione ufficiale, creata da Toni Demuro Illustrations, rivela solo una piccola parte di ciò che sarà la versione integrale. A poco a poco vi sveleremo la sua visione fiabesca, il programma e tutti i dettagli della nuova edizione.
Non prendete impegni dal 4 al 7 luglio
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Gavoi, 4-7 luglio 2024
isoladellestorie.it
#GavoiFest24
{Grafica di Sabina Era su illustrazioni di Toni Demuro}
http://web.tiscali.it/taloronews/
GAVOI IN BARBAGIA
CARTINA DA : BERTOK
La Barbagia (Barbàgia o Barbaza in sardo) è una vasta regione montuosa della Sardegna centrale che si estende sui fianchi del massiccio del Gennargentu. La regione è costituita dall’areale del Gennargentu e dell’Ogliastra, dal Supramonte e al nuorese.
Così Diodoro Siculo descrive le popolazioni iliensi che, abbandonate le pianure e le coste, si rifugiarono nell’interno per sfuggire alle dominazioni straniere.
«Quantunque i Cartaginesi nell’auge somma della loro potenza si facessero padroni dell’isola, non poterono però ridurre in schiavitù gli antichi possessori, essendosi gli Iolei rifugiati sui monti ed ivi, fattesi abitazioni sotto terra, mantenendo in quantità il bestiame, si alimentarono di latte, di formaggio e di carne, cose che avevano in abbondanza. Così, lasciando le pianure, si sottrassero alle fatiche di coltivare la terra e seguitano a vivere sui monti, senza pensieri e senza travagli, contenti dei cibi semplici, come abbiamo detto. I Cartaginesi dunque, sebbene andassero con grosse forze spesse volte contro codesti Iolei, per le difficoltà dei luoghi e per quegli inestricabili sotterranei dei medesimi, non poterono mai raggiungerli ed in tal modo quelli si preservarono liberi. Per la stessa ragione poi, infine, i Romani, potentissimi per il vasto impero che avevano, avendo loro fatto spessissimo la guerra, per nessuna forza militare che impiegassero, poterono giungere a soggiogarli.»
La regione appartiene quasi interamente alla provincia di Nuoro. I principali comuni oltre a Nuoro sono: Olzai, Ollolai, Aritzo, Atzara, Bitti ,Belvì, Gadoni, Gavoi, Ollolai, Lodine, Fonni, Desulo, Teti, Tiana, Ovodda, Orani, Oniferi, Orgosolo, Sarule, Ortueri, Orotelli, Orune, Mamoiada, Meana Sardo, Tonara, Austis, Sorgono, Oliena, Dorgali e la sua frazione Cala Gonone. Questi comuni sono centri fortemente conservativi della lingua e delle tradizioni.
Lo studioso Antonello Mattone nella prefazione al libro del Lilliu La Costante resistenziale sarda, così si esprime:
«L’incipit del saggio è di rara efficacia. Lilliu ne sintetizza in modo icastico il contenuto: «La Sardegna, in ogni tempo, ha avuto uno strano marchio storico: quello di essere stata sempre dominata (in qualche modo ancora oggi), ma di avere sempre resistito. Un’isola sulla quale è calata per i secoli la mano oppressiva del colonizzatore, a cui ha opposto, sistematicamente, il graffio della resistenza». Egli è convinto che i Sardi, nonostante «l’aggressione di integrazioni di ogni specie», siano «riusciti a conservarsi sempre se stessi» nella «fedeltà alle origini autentiche e pure». È nella resistenza sarda dell’antichità, nel conflitto perenne con Cartagine e Roma che va ricercata «la sostanza della formazione del tessuto culturale, del contesto socioeconomico, della struttura spirituale e dell’ordinamento giuridico dell’attuale mondo sardo delle zone interne»: l’accerchiamento «culturale coloniale» ha suscitato negli «antenati barbaricini la psicologia della frontiera», la «carica eroica del balente, lo spirito del ribelle allo statuale che non è il suo». Ai valori della propria cultura il barbaricino è legato «con un rigore etico da anabattista, con la chiusura completa ad ogni acculturazione, diventando una specie di chiesa segregata, una repubblica di santi nuragici». Lilliu trova accenti di epico lirismo per descrivere la resistenza del «mondo barbaricino d’oggi»: un mondo «in tensione continua, aggressivo e braccato insieme, teso verso una frontiera paradiso (le antiche terre perdute con la conquista punica e romana)» che avrebbe rivisto nelle bardane, nelle «temporanee incursioni» e nelle «ricorrenti transumanze pastorali»; un mondo «sempre ritornante, sempre in ritirata verso l’antica riserva, verso la sua casa-guscio […]».»
di Giovanni Lilliu (Autore) —A. Mattone (Curatore) —Ilisso, 2002
IMMAGINI DA GAVOI – DAL FACEBOOK GAVOI TURISMO
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Toni Demuro Illustrations
Meditation
Toni Demuro Illustrations
Capiterà certamente anche a voi di avere il classico blocco dell’artista, è una condizione piuttosto frustrante e io da qualche anno ho trovato una soluzione trasformando la difficoltà in una risorsa. Così il blocco dell’artista diventa il tema della nuova illustrazione.
E voi, come superate la paura del foglio bianco?
Toni Demuro Illustrations
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