9 giugno 2013 ore 17:52 CARO PD, RIVOGLIO IL MIO VOTO INDIETRO DI FURIO COLOMBO—CHIARA LO PUBBLICA PERCHE’ CI SARANNO MOLTI COMPAGNI SU QUESTE POSIZIONI, MA DA TEMPO, DA ANNI, NON SEGUO PIU’ FURIO COLOMBO. PER UN FATTO PRECISO, SI CAPISCE.

CARO PD, RIVOGLIO INDIETRO IL MIO VOTO (Furio Colombo)

da JACK’S BLOG DI  IL 9 GIUGNO 2013 • ( 22 )

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Caro Furio Colombo,
come me, tanti compagni hanno seguito il partito che di sinistra aveva sempre meno, fino ad approdare al Pd. Alle ultime votazioni mi sono convinto che, dopo una vita a sinistra, quello doveva essere per forza il mio voto. Adesso, dopo quello che vedo accadere, voglio farti una domanda. Come posso riavere indietro il mio voto? Mi sento umiliato, derubato e offeso, dal fatto che governiamo insieme al peggior avversario che avevamo. Ed è qui che voglio arrivare. Sento parlare di presidenzialismo o di semi presidenzialismo. Come fanno a non vedere che, lungo questa strada, fra poco al Colle ci sarà lui, il cavaliere Silvio Berlusconi? Io sono laico e di sinistra. Ma temo che, contro una situazione così pazzesca che noi stessi stiamo costruendo, mi resti solo la preghiera. “Dio, se ci sei, pensaci tu”.
Daniele Bolzano
 

 

Ho pubblicato questa lettera esemplare perché ne rappresenta e ripete moltissime altre e perché racconta bene l’incredibile frustrazione non tanto per il passato di sinistra quanto per la tranquilla violazione del voto, proprio nel mezzo di un guado nel quale tutta la partita, persino per tanti elettori più cauti di Daniele e di me, sembrava giocarsi sul “sì o no” a Berlusconi. Ha ragione l’autore della lettera. Non avevamo votato per uno scherzo incomprensibile agli italiani, o almeno ai dieci milioni che hanno creduto di votare a sinistra. Neppure la fantasia più distorta avrebbe immaginato un governo Enrico Letta-Angelino Alfano (con Quagliariello ‘il buono’ come mite messaggero e Berlusconi che annuncia “la fine della guerra civile” ). È una storia che qualunque produttore cinematografico avrebbe giudicato oltre ogni limite persino per un film satirico di cattiveria e irrisione. Purtroppo se guardi, in cerca di soccorso, verso l’alto (non parlo di Dio, come l’autore della lettera citata, ma del Qurinale) ti senti ammonire dalle parole “occorre porre fine a opposte forzature e rigidità” e “Nessuno pensi di tirarmi dalla sua parte”. Ma noi pensavamo che ci fosse una parte dentro la legge e una parte fuori dalla legge (come è stato e come sta per essere ampiamente sentenziato nei luoghi giusti, i tribunali). E poi non avevamo detto che era in gioco la difesa della Costituzione contro lo svilimento e la violazione continua della Costituzione?

Adesso ci ammoniscono: “State calmi, dobbiamo fare insieme le riforme”. La frase suona strana, un groviglio di sorpresa, insensatezza e ossimoro. Tanto più che il membro del governo, Santanchè dichiara con onestà: “Una eventuale condanna di Berlusconi sarebbe lesiva della democrazia”. Tutto era cominciato dal confronto fra due mondi incompatibili, uno costituzionale e uno personale (lui dice di essere un caudillo), uno nato dalla Resistenza e l’altro dalla negazione della Resistenza e di tutti i suoi valori, uno fondato sul lavoro, l’altro sul “prendi i soldi e scappa”. Dice Giovanni Sartori, uno dei maggiori politologi del mondo: “Ho avuto fortuna, non mi hanno chiamato. Ma un gruppo di 35 non può combinare nulla. Sarà solo un grande pasticcio” (Dagospia, 6 giugno). Ma il pasticcio è iniziato. E benché mi renda conto di aggravare la pena di Daniele Bolzano, autore della lettera qui riportata, devo confermare che il governo Letta – Alfano, “per snellire i tempi” ha scelto, nominato e convocato davvero un gruppo di 35 esperti di vario valore, ma con un rigoroso tratto in comune: nessuno di essi, mai, si è occupato della illegalità e del conflitto di interessi di Berlusconi. Ha fatto scienza, esperienza e professione restando alla larga da un mondo di imputazioni e processi che – se lo commenti – ti rovina qualunque carriera. Vedi Zagrebelski e Rodotà, che ormai ogni cronista si sente in diritto di trattare con bonario compatimento. Sono “antiberlusconiani”, dunque non più spendibili in attività politicamente o scientificamente utili.

Purtroppo ha ragione chi ci scrive. Lui e noi (penso a molti lettori e a me) abbiamo votato Pd per il contrario esatto di ciò che ha fatto e che sta facendo. I motivi erano eleggere un nuovo presidente della Repubblica, aprire porte e finestre a un mondo italiano un pò migliore (basta, come primo criterio, una distanza di sicurezza dalla mafia e dalle imputazioni più gravi) e ricominciare a vivere. Invece questi Trentacinque scelti fra chi non si impiccia, e si impegna a non impicciarsi, di Berlusconi, saranno presto raggiunti dai gruppo dei Quaranta (questa volta senatori e deputati) che prenderanno la torcia delle riforme e la porteranno sulla collina del disorientamento totale: un fitto dibattito su presidenzialismo o semi-presidenzialismo, mentre intorno a noi, in cerchi sempre più stretti, si aggira Berlusconi in cerca di ciò che – lui pensa – gli è dovuto. Benché anch’io sia laico come la persona che ci scrive, non resta che constatare che il partito se ne è andato dopo l’appropriazione indebita di milioni di voti. Non resta che ripetere, sia pure da laici, “che Dio salvi i giudici”. L’invocazione significa: resti loro il coraggio che manca, in questo brutto momento, a molti italiani.

 

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