Ti adoro notte, in dolce alcova di tormenti accarezzi questo mio silenzio senza promesse.
NOTA VOLGARE DI CHIARA:
lei capisce che il signore o la signora si fanno delle gran seghe, senza promesse di domani che non siano altre seghe, ma che auguro loro… gli escano “ritilanti” (parola inventata da nemo). Fuori gli scherzi idioti, questa intimità con noi stessi puo’ essere godimento anche del ritrovare accarezzare intero il perimetro del nostro corpo, la pelle che ci racchiude e ci disegna come individui, ci lega-separa dagli altri…un momento di “adorazione di noi stessi” di cui abbiamo bisogno per alimentarci (“ti adoro, notte”, sono “Io”). Ecco, sì la notte, ma non starei a questionare l’ora…tende tapparelle chiuse, rispondo al mio bisogno di incontro piu’ profondo: con me stesso-a. Certo, bisogna essere attrezzati di fantasie…il che non sempre…Posso anche scoprire cosa mi eccita “veramente” e se ho questa eccezionale fortuna, condividere i miei sogni con il mio compagno-a. —-Cosa ne pensate? Ma perché non scrivete?
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‘rutilanti’ … please