17 APRILE 2014 ORE 17:30 DA FRANCESCA BARDELLI (BLOG FACEBOOK) PER NOI, grazie!… (“QUANDO AMIAMO, AMIAMO CON UN AMORE CHE E’ PIU’ CHE AMORE…” chiara) —volevo solo mostrare a noi e anche a mia figlia che questa frase veniva da una persona che “l’aveva vissuta fino in fondo”—ciao chiara

Magnifica esecuzione del Liebestod diretta da Arturo Toscanini nel 1951. Spero vi sia gradita- Olaig100 (Giampaolo Lomi)

https://www.youtube.com/watch?v=FL1gFw-7SMc

 

 

“We loved with a love that was more than love..”

 

E.A.Poe”

 

 

 

 

 

Virginia Clemm, cugina ed in seguito moglie di Poe appena tredicenne. La sua morte prematura aumento’ lo squilibrio nervoso che lo caratterizzava fin da piccolo, sia per estrema sensibilità alla musica e alla poesia,ma anche per una soria di vita che è il suo piu’ grande romanzo.
« Sono in uno stato depressivo spirituale mai fino a ora avvertito. Mi sforzo invano sotto questa malinconia e credetemi, quando Vi dico che malgrado il miglioramento della mia condizione mi vedo sempre miserabile. Consolatemi Voi che lo potete e abbiate di me pietà perché io soffro in questa depressione di spirito che se prolungata, mi rovinerà… »   lettera dell11 settembre 1835 scritta ad  uno dei pochi suoi ammiratori Kennedy) 

….Tra le sue amicizie newyorkesi va però ricordato il rapporto con il musicista e patriota italiano Piero Maroncelli.


 

edgar alla poe  ((Boston, 19 gennaio 1809 – Baltimora, 7 ottobre 1849) fu uno scrittore, poeta, critico letterario, giornalista, editore, storyteller e saggista …

 

(come sapete “Il corvo” è la sua poesia piu’ nota)

 

 

 

Nel 1846, Virginia Clemm,  sua moglie dal ’35,  morì di tubercolosi e ciò fece sprofondare lo scrittore nella più cupa desolazione.

 

« Voi chiedete: potete dirmi quale fu il terribile demone causa delle irregolarità 

tanto profondamente lamentate? Sì, dirò anche di più: questo fu il demone più

grande che mai distrusse un uomo. Sei anni fa una donna da me amata come mai

altro uomo amò una donna, disperatamente ebbe spezzata un’arteria mentre

cantava e io soffrii tutta l’agonia della sua morte… Come un folle avevo alterni

intervalli di lucidità e durante questi eccessi di incoscienza assoluta io bevvi

Dio solo sa quando e quanto. I miei amici preferiscono il vizio del bere piuttosto

che bere al vizio: fu l’orribile, infinita oscillazione fra la speranza e la disperazione

che non potei più sopportare senza la totale perdita della ragione. Ricevetti nuova

vita dalla morte di quella. Ma, oh Dio, quale esistenza melanconica! Io non trovo

alcun piacere nell’uso di stimolanti verso i quali sono così indulgente. Solo per il

desiderio di sottrarmi alla tortura dei miei ricordi ho messo in pericolo la mia vita

e non per un desiderio di piacere »

 

 

 

 

Coloro che sognano di giorno sono consapevoli di molte cose

che sfuggono a coloro che sognano solo di notte.
Nelle loro visioni grigie captano sprazzi d’eternità e tremano,

svegliandosi, nello scoprire di essere giunti al limite del grande

segreto.
In un attimo, apprendono qualcosa del discernimento del bene

e qualcosa più che la pura e semplice conoscenza del male.

— Edgar Allan Poe  (a proposito della (sua forma di) pazzia, Poe dice una grande verità, chiara)

La vita di Edgar Allan Poe-Biografia  (non la conosco e non posso giudicare—dovrete vedervela ….DA SOLI!)

link o collegamenti con varie poesie


luhttp://digilander.libero.it/chopin22/autori/poe_01.htmngo rivi che scorrono perenni.

Edgar Allan Poe

I miei incantesimi sono infranti...

I miei incantesimi sono infranti. La penna mi cade, impotente, dalla mano tremante. Se il mio libro é il tuo caro nome, per quanto mi preghi, non posso più scrivere.Non posso pensare,né parlare, ahimé non posso sentire più nulla, poiché non é nemmeno un'emozione, questo immobile arrestarsi sulla dorata soglia del cancello spalancato dei sogni, fissando in estasi lo splendido scorcio, e fremendo nel vedere, a destra e a sinistra, e per tutto il viale, fra purpurei vapori, lontano dove termina il panorama nient'altro che Te.



Il 3 ottobre 1849 lo scrittore fu ritrovato delirante nelle strade di Baltimora, “in grande difficoltà, e… bisognoso di immediata assistenza”, secondo l’uomo che lo trovò, Joseph W. Walker.[1] Fu portato all’ospedale Washington College, dove morì domenica 7 ottobre 1849, alle cinque del mattino.

 

 


 

 

 

 

 

 

VA BE’, RAGAZZI, CI STA ANCHE LEI!  O NON CE LA VOLETE?

 

fra SR 2010 con camicia fregatami:  da allora è rimasta così!

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2 risposte a 17 APRILE 2014 ORE 17:30 DA FRANCESCA BARDELLI (BLOG FACEBOOK) PER NOI, grazie!… (“QUANDO AMIAMO, AMIAMO CON UN AMORE CHE E’ PIU’ CHE AMORE…” chiara) —volevo solo mostrare a noi e anche a mia figlia che questa frase veniva da una persona che “l’aveva vissuta fino in fondo”—ciao chiara

  1. nemo scrive:

    F. ragazza bella e spiritosa

    • Chiara Salvini scrive:

      DA PARTE SUA, GRAZIE TU CHE SEU UN PARISIEN ET TOMBEUR DE FEMME, MA CON TUTTA “LA MALIZIA” DI TRADIZIONE EMILIANA…

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